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  • 18/06/2025
https://www.pupia.tv - Roma - ​​Audizione Fondazione Aief
Alle ore 14.30, presso l’aula del IV piano di Palazzo San Macuto, la Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie svolge l’audizione di Tommaso Varaldo, rappresentante della Fondazione AIEF per l’infanzia e l’adolescenza. (18.06.25)

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Trascrizione
00:00L'ordine del giorno rega l'audizione di Tommaso Baraldo, rappresentante della Fondazione AIF
00:11per l'infanzia e l'adolescenza. Quindi prosegue il nostro percorso di analisi e di approfondimento
00:22su quello che è il mondo delle periferie del nostro Paese, un percorso che si snoda attraverso
00:34tre tipologie d'azione. Da un lato momenti di approfondimento come quello odierno che ha visto
00:41la partecipazione di rappresentanti istituzionali del terzo settore, del mondo accademico,
00:49delle istituzioni scolastiche, realtà associative e anche dei rappresentanti di mondi legati
01:02al volontariato e all'impegno. Quindi il primo aspetto è l'analisi e approfondimento, il secondo
01:07aspetto è un lavoro di proposta perché noi essendo Commissione parlamentare abbiamo anche
01:13il compito di fare proposte, alcune sono state già approvate, altre sono state inserite
01:21all'interno di vari provvedimenti e poi nel corso della legislatura proseguiremo con questo
01:26modus operandi. Il terzo punto di questa azione è quello della presenza sui territori, quindi
01:37attraverso delle missioni esterne. Ci tengo anche a ringraziare tutti per la missione ultima
01:44di ieri e l'altro ieri a Reggio Calabria, che è stata una missione molto proficua e che
01:51ci ha dato eventi importanti su alcune situazioni, in particolare in alcuni quartieri che diciamo
02:01formeranno poi oggetto di ulteriori approfondimenti all'interno della Commissione perché abbiamo
02:08trovato delle aree di criticità molto diffuse. Quindi ecco oggi Fondazione AIF che tra l'altro
02:15ci porterà alcune esperienze in particolare legate alla zona di Torino, del Piemonte, ma
02:24non solo. E quindi volentieri passo la parola al Dottor Tommaso Paraldo.
02:33Grazie Presidente, buon pomeriggio a tutti. Desidero intanto esprimere un ringraziamento
02:40per l'invito a partecipare a questo pomeriggio di lavoro e anche un ringraziamento per l'impegno
02:48che questa Commissione sta portando avanti sul tema dello stato urbano e sociale delle
02:54nostre periferie, tema su cui la nostra fondazione è impegnata da alcuni anni, tema complesso
03:02e centrale per la qualità di vita dei cittadini, come ben sapete. La Fondazione AIF per l'infanzia
03:09e l'adolescenza è un ente del terzo settore senza scopo di lucro, che abbiamo fondato a Torino
03:16nel novembre 2021, animati dal desiderio di portare un contributo concreto alle nuove
03:22generazioni e alle persone più fragili delle periferie della nostra città. La nascita della
03:28Fondazione è stata resa possibile grazie alla donazione delle opere d'arte del maestro
03:34piemontese Eugenio Bollei, che con il suo gesto concreto ha permesso di costituire il primo ente
03:39in Italia fondato esclusivamente su un patrimonio di opere d'arte. Opere che la Fondazione non
03:46promuove solo come strumento di raccolta fondi, ma in particolare come veicolo educativo
03:51e culturale. La mission che abbiamo voluto attribuire alla Fondazione è molto chiara,
03:57realizzare e sostenere nelle periferie progetti socioculturali educativi dedicati a bambini,
04:03adolescenti e persone vulnerabili, partendo però da un elemento chiaro, la riqualificazione
04:09di spazi urbani, pubblici o privati, che poi sono destinati ad accogliere questi progetti,
04:15con l'obiettivo di trasformare questi luoghi in veri e propri spazi di comunità, restituiti
04:20dal privato sociale al territorio con una nuova funzione, anche educativa. Il nostro impegno
04:26prende ispirazione e forza nella Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza,
04:32con particolare riferimento agli articoli che sanciscono i diritti sociali ed educativi,
04:38insieme alla promozione della prevenzione delle loro violazioni. Nonché ci ispiriamo ai principi
04:43diritti sanciti dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Questi
04:49strumenti normativi rappresentano per tutti un punto di riferimento essenziale, soprattutto
04:54in un'epoca come la nostra, di profonde trasformazioni economiche, sociali e culturali. Principio
05:01però cardine, ispiratore della Fondazione, è educare al bello. Siamo convinti che il contesto
05:08in cui viviamo, gli spazi che abitiamo, i luoghi che frequentiamo, incidano profondamente
05:14sul nostro modo di pensare, di essere e di relazionarci. Per questo, che accanto alla centralità
05:21della persona nei nostri progetti, poniamo la massima attenzione al valore educativo e
05:27sociale degli spazi e dei luoghi. Partendo da questi riferimenti, la Fondazione AIEF ha ideato
05:34e si impegna a promuovere quello che chiamiamo un modello rigenerativo integrato, che coniuga
05:40intervento urbanistico e coesione sociale. Partendo da spazi abbandonati o inutilizzati,
05:47costruiamo luoghi di comunità dove cultura, educazione e solidarietà diventano strumenti
05:52di aggregazione e inclusione. Un modello che coinvolge imprese, terzo settore, istituzioni
05:58pubbliche, creando una rete che mira a valorizzare il territorio e generare impatto sociale e duraturo
06:03nel tempo. Un modello che si inserisce pienamente nell'obiettivo 11 dell'Agenda 2030, volto
06:10a creare città sostenibili, inclusive e resilienti. Ci tengo anche a dire che la Fondazione finanzia
06:16l'80% delle proprie attività grazie al contributo di privati cittadini e piccole e medie imprese
06:22piemontesi. Un elemento centrale è la forte sinergia che da subito abbiamo iniziato a costruire
06:28con il mondo delle imprese, promuovendo quell'unione tra profit e no profit capace di valorizzare
06:35il ruolo sociale dell'impresa e generare impatto sociale. Il Comitato dei Sostenitori della Fondazione
06:41riunisce aziende e fondazioni private che sostengono continuativamente le nostre iniziative.
06:47La Fondazione è giovane perché, come ho detto poc'anzi, nasce nel 2021, ma in questo primo
06:53triennio, 21-25, ha rappresentato una fase significativa di consolidamento delle nostre
07:00iniziative. In particolare, la Fondazione ha realizzato due progetti di riqualificazione
07:06urbana, uno nella periferia nord e uno nella periferia sud di Torino, attivando e gestendo
07:13continuativamente 11 progetti all'interno di questi spazi rigenerati, progetti sociali
07:19ed educativi. Ha raccolto per realizzare questi progetti oltre un milione e mezzo di
07:26euro in donazioni e i progetti hanno saputo coinvolgere più di 100 partner tra aziende
07:33e associazioni del terzo settore del territorio. Promuoviamo il nostro impegno consapevoli delle
07:40sfide educative e sociali che affrontiamo, in particolar modo nei luoghi delle periferie
07:45e che si collocano nel quadro complesso segnato da disuguaglianze, nuove forme di povertà
07:51e anche una crisi valoriale aggravata dalle dinamiche post-industriali e dai processi di
07:57globalizzazione. Lo confermano, come ben sapete, i dati Istat, i rapporti povertà della Caritas,
08:04che descrivono le periferie, luoghi in cui troppe famiglie e troppi minori vivono ai margini.
08:09Come le altre, anche le periferie torinesi in cui IEF opera, sono caratterizzate da molteplici
08:16e complesse difficoltà socio-economiche. Tra queste evidenziamo in particolare l'elevata
08:22disoccupazione giovanile che tocca i tassi più alti di tutto il Piemonte, il crescente fenomeno
08:28di abbandono scolastico e la persistente carenza di servizi socio-educativi e anche culturali.
08:34Per rispondere a queste sfide, come fondazione abbiamo sviluppato un modello innovativo di
08:40collaborazione che, pur richiamandosi al concetto di partenariato pubblico-privato, si distingue
08:47per l'inclusione attiva di altri enti del terzo settore, creando una sinergia tra attori
08:52pubblici, privati e associativi. Nel 2024, in occasione del Filea Forum, il Philanthropy
08:59Europe Association, la Commissione ha riconosciuto il nostro modello rigenerativo tra gli esempi
09:06italiani di rigenerazione urbana sostenibile e integrata, confermando il valore e l'impatto
09:12positivo di questa esperienza. Questo modello che portiamo qui oggi, con spirito di condivisione
09:18progettuale, si struttura in cinque fasi attraverso azioni durature sostenibili nel tempo
09:24e soprattutto azioni replicabili in altri luoghi. La prima fase del nostro progetto
09:31di riqualificazione prevede l'individuazione delle aree periferiche su cui concentrare gli
09:36interventi. AIEF ha deciso di focalizzare i propri sforzi su due quartieri di Torino,
09:43Mirafiori Sud e Lucento Vallette. Questi territori ospitano una significativa quota di popolazione
09:49vulnerabile, comprendente giovani, bambini e anziani, categorie particolarmente esposte
09:55alle criticità derivanti dai mutamenti sociali contemporanei. In particolare i quartieri
10:01Lucento Vallette, Torino Nord e Mirafiori Torino Sud, insieme ad altre cinque aree della città,
10:07sono stati individuati due anni fa da un'analisi condotta dall'Università di Torino come zone
10:12particolarmente fragili sotto il profilo sociale e infrastrutturale. Dico questo perché
10:18l'indicazione sottolineata evidenzia l'importanza che in questa prima fase del progetto la scelta
10:26delle aree di intervento sia supportata da approfondimenti e valutazioni condotti da enti
10:32e istituzioni territoriali e non unicamente da decisioni autonome dell'ente promotore. Questo
10:37proprio a valore della riuscita del progetto. La seconda fase evidenzia l'analisi del bisogno
10:44e il coinvolgimento del territorio nella costruzione del progetto. In entrambe le azioni rigenerative
10:51la Fondazione ha proceduto con una mappatura approfondita dei servizi esistenti e un'analisi
10:56dei bisogni delle comunità locali. Nel quartiere di Mirafiori Sud, ad esempio, la somministrazione
11:02di oltre 300 questionari ai residenti ha evidenziato un deficit di servizi di prima necessità
11:08e spazi di aggregazione, elementi che hanno orientato la progettazione dello spazio, che
11:13si chiama punto 13, concepito come uno spazio integrato in cui coesistono attività commerciali
11:19riaperte, servizi sociali nuovi e anche servizi aggregativi culturali. Il coinvolgimento diretto
11:27della comunità è stato anche favorito attraverso la creazione di un comitato di residenti che
11:32non esisteva, di un tavolo delle associazioni di quartiere già esistente che è stato coinvolto
11:37all'interno del progetto. A Lucento, invece, un sondaggio svolto durante le feste di quartiere
11:44ha rilevato una forte richiesta di spazi multifunzionali e di iniziative aggregative.
11:49In parallelo, la Fondazione ha promosso incontri con circa 30 realtà locali, no profit, finalizzata
11:56a coprogettare ciò che avremmo aperto e attivato all'interno degli spazi del Castello
12:02di Lucento, che è l'altro luogo riqualificato dalla Fondazione. La terza fase riguarda la
12:09raccolta e la gestione delle risorse finanziarie necessarie per gli interventi di riqualificazione.
12:15La Fondazione AIEF ha implementato un modello di partenariato, come dicevo prima, che non
12:20coinvolge solo il no profit, ma che coinvolge anche le imprese del territorio e le altre
12:26organizzazioni del terzo settore. Grazie a questo approccio, per entrambi i progetti,
12:31il punto 13 e il Castello di Lucento, sono stati raccolti esclusivamente da finanziatori
12:36privati i fondi e le competenze necessarie per completare le ristrutturazioni, le riqualificazioni
12:42e gli allestimenti degli spazi. Alcuni dei sostenitori hanno anche preso parte ai progetti,
12:48non solo attraverso le donazioni, ma anche scegliendo di andare a occupare parte degli
12:54spazi rigenerati come sede di proprie attività commerciali che hanno riportato servizi e
13:00creato anche occupazione. La quarta fase prevede l'avvio delle attività sociali, culturali
13:06e ricreative, pensate proprio da ciò che è emerso dai questionari, in particolare attivando
13:13due linee d'azione. Da un lato la gestione continuativa di programmi e servizi rispondenti
13:19ai bisogni individuati, dall'altro l'organizzazione di iniziative aggregative e culturali che hanno
13:25il duplice scopo di coinvolgere i cittadini e di rafforzare il senso di appartenenza e coesione
13:31sociale. Di particolare rilievo ci tengo a citare l'effetto virtuoso generato dalla restituzione
13:38alla comunità di questi spazi, che favorisce anche la nascita di economie circolari locali
13:44di quartiere, coinvolgendo piccoli fornitori, professionisti, commercianti e sottolineando
13:50l'importanza di un modello di sviluppo sostenibile partecipato. La quinta e ultima fase consiste
13:57in un monitoraggio che deve essere continuo e sistematico. Non si può concludere, deve sempre
14:04continuare ogni anno ed è un monitoraggio delle attività svolte, ma in particolare
14:09attraverso la raccolta costante che noi facciamo di osservazioni e suggerimenti da parte dei
14:15residenti che frequentano gli spazi riqualificati, la Fondazione approfondisce la conoscenza delle
14:22nuove necessità, adottando e adattando nel tempo l'offerta dei servizi. Questo processo
14:29riguarda sia le attività permanenti sia quelle temporanee, permettendo così di modulare
14:35l'intervento in modo flessibile e rispondente nel tempo alle nuove esigenze e collaborazioni.
14:42Un ultimo elemento distintivo che si aggiunge ai cinque punti appena citati e caratterizza
14:49entrambe le sedi delle nostre riqualificazioni è il nostro Festival Ammira, Festival dell'educazione
14:55civica, perché abbiamo immaginato un Festival, perché ogni anno in stretta sinergia con un'altra
15:02fondazione di origine bancaria, Fondazione Sviluppo e Crescita CRT, nei due spazi riqualificati
15:08mettiamo in rete esperienze, bisogni, risorse tutti gli anni il mese di giugno, rende i due
15:16luoghi partecipati con kermesse culturali e sono i momenti in cui la Fondazione proprio raccoglie
15:23le indicazioni utili a orientare tutte le fasi successive progettuali degli spazi.
15:31Ciò evidenzia quanto l'elemento di aggregazione sia prezioso nei processi di riappropriazione
15:38degli spazi da parte della comunità.
15:41Dopo avervi illustrato il modello che applichiamo, mi focalizzo velocemente ora sui due progetti
15:47che sono poi i casi di studio sui quali è stato costruito questo modello per presentarvi
15:54la concretezza delle parole che ho appena detto.
15:58Il punto 13 di via Farinelli rappresenta il primo progetto di rigenerazione urbana e sociale
16:04promosso a Torino dalla Fondazione AIEF.
16:07È situato nel quartiere di Mirafiori Sud, periferia sud della città, un'area che conta
16:13circa 34.000 abitanti. Storicamente legato e conosciuto all'ononimo stabilimento Fiat
16:20che per decenni ha costituito un importante polo industriale nella nostra città e anche
16:25per questo è caratterizzato dal più alto tasso di residenti over 80 risultando il quartiere
16:31più anziano della città. A questo si aggiunge un quartiere molto periferico, quasi proprio
16:38all'ultimo al confine di Torino e questo ha portato anche importanti carenze di servizi
16:44commerciali, sociali, nonché anche di collegamenti e infrastrutture.
16:49Il punto 13 si chiama così perché era un centro commerciale nato negli anni 70 su iniziativa
16:55del Comune di Torino che per decenni ha rappresentato un punto di riferimento fondamentale per le famiglie
17:01del quartiere offrendo una varietà di attività commerciali e servizi di prima necessità. Negli
17:08ultimi 15 anni dal 2000 in avanti però la combinazione tra crisi economica e abbandono
17:14delle periferie ha determinato un progressivo degrado della struttura, l'edificio è diventato
17:20fattiscente, pericolante, l'area esterna trascurata e quasi tutte le attività commerciali presenti
17:26avevano chiuso lasciando i locali in stato di abbandono in sicurezza e degrado. In questo
17:33contesto nel 2021 la fondazione ha attivato all'interno di uno dei negozi del centro commerciale
17:39il primo centro AIEF, un luogo in cui sono stati attivati i primi sportelli di aiuto per
17:44le famiglie del quartiere e sono state promosse una serie di iniziative solidali. Da allora
17:51con grande impegno e visione la fondazione ha avviato il progetto volto a restituire vita
17:56all'intero centro commerciale Punto 13 ripensandolo non solo come galleria commerciale ma come uno
18:03spazio dedicato all'aggregazione sociale, alla promozione culturale e alle attività
18:08socioeducative. Il progetto ha preso avvio da una profonda indagine di territorio, come prima ho citato
18:15sono stati somministrati oltre 300 questionari residenti che hanno evidenziato le principali
18:21esigenze e criticità del quartiere e sulla base di queste informazioni AIEF ha elaborato
18:27il piano di riqualificazione urbana finalizzato a rivitalizzare anche la piazza che si trova
18:34di fronte al centro commerciale che è l'unica piazza di quartiere che vive ancora oggi molto
18:40abbandono e trascuratezza. La rinascita di questi spazi è stata resa possibile con un
18:47importante intervento strutturale realizzato grazie a benefattori privati che hanno donato
18:52oltre 600 mila euro, due anni di lavoro, un percorso di coprogettazione partecipata fino
18:58ad arrivare all'11 marzo 2023 quando il Punto 13 è stato inaugurato segnando un primo importante
19:06tassello e da lì in avanti la progressiva riapertura degli spazi commerciali e in alcuni
19:12di questi delle attività sociali. Oggi il Punto 13 oltre a ospitare di nuovo servizi essenziali
19:20per il quartiere come un supermercato, una farmacia, uno studio medico di base, in risposta
19:26alle esigenze emerse ospita anche i due centri AIEF che sono sede di un centro diurno aggregativo
19:35per anziani con inizio di degenerazione della memoria, di un circolo culturale di quartiere
19:40aggregativo e di due sportelli sociali rivolti alla comunità, uno sportello d'ascolto che
19:47offre consulenza e orientamento gratuito e lo sportello che chiamiamo cartoleria sospesa
19:53dedicato alla raccolta e distribuzione continua di materiale scolastico per le famiglie in difficoltà.
19:59Ogni estate il Punto 13 nel mese di giugno, in questi giorni in corso, diventa cuore pulsante
20:07del quartiere grazie al Festival Ammira, Festival dell'Educazione Civica che propone spettacoli,
20:13concerti, dibattiti e laboratori coinvolgendo la comunità in varie fasce di età. Per questo
20:20ci piace dire che il Punto 13 rappresenta non soltanto un ruogo rinnovato ma per noi si configura
20:26come un simbolo concreto della capacità di trasformare il degrado in partecipazione e
20:32rigenerazione sociale. Il secondo progetto AIEF è il Castello di Lucento, ex residenza
20:39Sabauda del 1300 che si trova nell'ononimo quartiere periferia nord di Torino, un'area
20:46che ha vissuto un lungo sviluppo industriale fino agli anni 90, periodo in cui ha avuto inizio
20:53anche qui un lento declino con la chiusura degli stabilimenti delle acciaierie. Oggi Lucento
20:58rappresenta un territorio di transizione dal passato operaio a un'area prevalentemente
21:04residenziale. Mentre Mirafiori registra il più alto tasso di residenti over 80, Lucento
21:10è uno dei quartieri di Torino in cui si caratterizza la presenza più significativa di minori, soprattutto
21:18di minori stranieri, collocandosi tra i quartieri con la più alta percentuale di giovani. Il
21:25Castello di Lucento è noto per essere stata una residenza di caccia della famiglia Savoia,
21:31un punto strategico durante l'assedio di Torino dei francesi nel 1706, quindi non solo un luogo
21:37che era inutilizzato ma che aveva anche e ha un valore storico importante per il nostro
21:44territorio. Nel 2022 la fondazione AIEF ha pensato di costruire anche qui un progetto di
21:53riqualificazione urbana e la proprietà privata ha deciso di sostenere la fondazione affidandole
21:59l'uso gratuito degli spazi della struttura per i prossimi anni a sostegno del progetto sociale
22:05proposto dalla fondazione. Grazie a un significativo intervento strutturale, anche qui sostenuto
22:11da oltre 50 enti privati e aziende del territorio piemontese che hanno donato tutto affinché si
22:19potesse ristrutturare il castello. Oggi il castello ospita non solo la sede del museo di tutte le opere
22:27d'arte della fondazione, quindi qui ci ricolleghiamo al nostro principio di educare al bello e portare
22:33l'arte in tutti gli spazi ma ospita diversi progetti tra i quali Mangianuvole Caffetteria
22:39Sociale, un progetto di inserimento e formazione lavorativa per giovani adulti con disabilità
22:44intellettive, un orto urbano didattico, spazi per eventi privati e aziendali che diventano
22:50strumento di raccolta fondi a sostegno dei nostri progetti sociali, aree museali temporanee
22:56permanenti, la sede di un centro diurno socioriabilitativo per adolescenti con psicopatologia a supporto
23:03delle neuropsichiatrie infantili del territorio, una rassegna culturale inserita all'interno
23:09di un progetto sull'invecchiamento attivo, un programma di visite guidate che valorizza
23:14finalmente la storia del territorio e del castello. Anche qui ci piace dire che il castello è tornato
23:20a vivere come un vero spazio di comunità. Vi ho quindi presentato quella che è la nostra
23:26fondazione, il modello che attuiamo e i nostri primi due progetti concretamente realizzati.
23:35Cingo a concludere con alcune considerazioni più di carattere generale e normativo, anche
23:42proprio emerse sulla base dell'esperienza che abbiamo fatto in questi tre anni e mezzo.
23:47La rigenerazione urbana non può prescindere dall'integrazione con le sfide sociali, un
23:53aspetto che ritengo particolarmente significativo evidenziare in questa sede. Le azioni di rigenerazione
24:00sociale risultano infatti strettamente connessi agli aspetti urbanistici e spesso il mancato
24:06aggiornamento dei piani urbanistici delle città limita la capacità di enti privati terzo
24:12settore a realizzare progetti di rilevanza territoriale. È dunque fondamentale richiamare
24:18l'attenzione sull'adozione di nuovi e più efficaci strumenti normativi che permettano
24:23l'insediamento di iniziative a forte impatto sociale, superando vincoli che possono ostacolare
24:30l'innovazione e la riqualificazione. Un esempio importante in questo senso è rappresentato
24:36dallo strumento normativo degli usi temporanei, introdotto col decreto semplificazioni 16 luglio
24:432020, convertito in legge 120 11 settembre 2020, in cui nell'articolo 10 ha disposto l'introduzione
24:51del 23 quater che consente di insediare attività di rilevanza sociale e pubblica, superando
24:57temporaneamente le disposizioni dei piani regolatori. Questa legge ha permesso, tra l'altro, la realizzazione
25:04del nostro progetto al Castello di Lucento. Tuttavia, appare necessario sottolineare l'importanza
25:10di superare, anche nelle normative regionali, le limitazioni temporali di breve periodo che
25:16purtroppo sono utilizzate negli usi temporanei e che rischiano di frenare investimenti significativi
25:24e continuità delle iniziative. In questo momento, ad esempio, per quanto riguarda la Regione
25:31Piemonte, gli usi temporanei sono consentiti fino a un massimo di 5 anni. Contestualmente
25:37occorre anche ampliare la platea degli enti del terzo settore autorizzati a usufruire di
25:42tali strumenti, includendo in particolare, cito, le imprese sociali e le attività di carattere
25:49economico che svolgono anche presidio sociale, come ad esempio una caffetteria sociale. A questo
25:56proposito è opportuno evidenziare che le imprese sociali rappresentano una forma evoluta degli
26:02enti del terzo settore senza scopo di lucro, iscritte a RUNS, nate più recentemente rispetto
26:09ad altre realtà associative e cooperative, con un particolare orientamento alla tutela
26:14dei lavoratori. Nonostante la loro rilevanza, le imprese sociali sono ancora poco conosciute
26:20e diffuse e in molte normative non godono ancora delle stesse agevolazioni o tutele riconosciute
26:26ad altri enti del terzo settore, come ad esempio le cooperative, anche se il registro unico del
26:32terzo settore iscrive nello stesso registro, nella stessa categoria, cooperative e imprese
26:38sociali. E' quindi necessario, a nostro parere, promuovere un adeguamento legislativo che riconosca
26:45pienamente il ruolo e la potenzialità delle imprese sociali anche in un'ottica di promozione
26:50e sviluppo dell'imprenditorialità sociale, a fianco del terzo settore no profit puro.
26:56Infine desidero richiamare l'attenzione sull'importanza dell'attribuzione delle risorse pubbliche,
27:04con particolare riferimento ai bandi rivolte al terzo settore e al sostegno di azioni educative
27:10sociali nelle periferie, promossi ad esempio gli bandi promossi dagli enti locali. E' fondamentale
27:17che tali bandi siano sempre più pensati, ove possibile, come finanziamenti pluriennali,
27:25in modo da consentire agli enti di pianificare e realizzare progetti di maggiore impatto sociale
27:31e rigenerativo, perché azioni di riqualificazione urbana richiedono tempi più lunghi rispetto
27:37a un anno, investimenti consistenti e soprattutto una programmazione strutturata.
27:43Vi ringrazio per l'attenzione, per l'invito a intervenire in questa prestigiosa sessione.
27:51Vorrei citare tutti i nostri sostenitori, i dipendenti della Fondazione, i collaboratori
27:58e i volontari che, rappresentati dalla mia voce, sono qui con noi e senza i quali tutti i progetti
28:05che vi ho raccontato non sarebbero stati possibili. Ho condiviso con orgoglio i risultati raggiunti
28:13da una realtà piccola come la nostra Fondazione, che rappresentano per noi motivo di grande soddisfazione
28:20ma anche di stimolo costante a fare di più e meglio. Il nostro impegno rimane fermo
28:26nell'obiettivo di sostenere con azioni concrete l'educazione, la bellezza, l'inclusione,
28:33che crediamo essere pilastri imprescindibili per la costruzione delle nostre comunità
28:38e delle nostre periferie. Grazie.
28:40Grazie al dottor Varaldo per questa relazione molto ampia e ricca di spunti davvero interessanti.
28:54La parola alla vicepresidente Daniela Ruffino. Prego.
28:58Invito anche gli altri colleghi eventualmente a segnalare la richiesta di intervento.
29:05Prego, Daniela.
29:06Grazie, grazie presidente. Un saluto a tutti. Un saluto a Tommaso Varaldo, che rappresenta
29:14AIEF e che conosco. Complimento per l'attività che ha esposto, devo dire, un grande cammino
29:25in pochissimo tempo e l'attenzione e anche la capacità di prendere visione dei tanti bisogni
29:34della città. Ecco, so che AIEF tra l'altro è operativa anche oltre i confini di Torino
29:41e questo è un altro aspetto assolutamente importante. Penso che l'ente locale, Torino
29:48in questo caso, ma non soltanto, debba essere molto attenta nell'emanazione dei bandi e concordo
29:54sulla sua richiesta di bandi almeno con finanziamento biennale proprio per permettere il completamento
30:05dei progetti. C'è già molto che si interrompe nella città. Credo che questi progetti debbano
30:13essere più che mai continuativi e certamente molte attività, se interrotte, determinerebbero
30:21di nuovo il buio in molte aree di Torino. Il tema della bellezza, della rigenerazione
30:28urbana, ma anche della rigenerazione sociale sono importanti e così pure colgo la sollecitazione
30:36che è stata fatta nei confronti della Regione Piemonte e peraltro cercherò anche di farmi
30:43portavoce in questo senso. AIEF è un'associazione giovane che è un'associazione lungimirante
30:52e credo proprio l'aspetto della serietà nel lavoro permetta ad AIEF di attrarre molti
31:00benefattori e quindi di spargere sul territorio attività. In alcune zone, ne ricordo alcune
31:10di quelle citate dove davvero c'era poco e oggi c'è un benessere, un'attenzione, un
31:18benessere nel senso che c'è ascolto, c'è un luogo di incontro che per molti cittadini
31:24è davvero un aspetto importante. Importante, concludo, è anche il tema dell'incontro con
31:33le generazioni più anziane, con chi sopra di malattie degenerative e soprattutto poi
31:41nella stagione estiva e particolarmente solo in città. Grazie.
31:46Presidente Ruffino, prego il collega Iaria, gli altri colleghi se hanno domande o osservazioni
31:56me lo segnalano. Prego Antonio.
31:58Sì, grazie Presidente, ringrazio anch'io la fondazione AIEF che conosco, ho anche la fortuna
32:04di conoscere Eugenio Bollei perché è un abitante di Bardonecchia e quindi lo incontro
32:11spesso di persona. Il tema che lei ha sollevato è molto interessante perché ha fatto due esempi
32:19di proposte per recuperare degli spazi che molte volte sono a patrimonio di enti pubblici,
32:26regione, comune, provincia e altri enti e anche di collaborare con immobili di proprietà
32:35privata con delle proposte progettali interessanti che però possono anche essere di interesse pubblico.
32:41La struttura Ivia Farinelli ricorda appunto la mia esperienza di Assessore Urbanistica
32:50e Patrimonio, aveva tutta una serie di problematiche per poter essere assegnata che per fortuna si
32:59sono superate. Sono contento perché voi avete detto appunto dal 2021 in poi siete partiti,
33:06siete andati a regime e quindi questo non può che farmi piacere. Per quanto riguarda invece
33:13il Castello di Lucento, lei ha detto che prima era sottotilizzato, io vado a memoria, il
33:18Castello di Lucento prima era sede di uffici, era un edificio privato, sede di uffici, quindi
33:24voi avete... sarebbe interessante se raccontasse anche la possibilità e la capacità di interessare
33:33spazi come il Castello di Lucento, come ha detto lei, una delle palazzine di caccia che
33:39i Savoia avevano disseminato intorno al Torino capitale dell'epoca, come appunto si possono
33:51interagire queste due realtà. Io conosco anche perché abitando vicino, abitando in
33:59Borgo Vittoria, conosco molte persone e molte associazioni che stanno utilizzando e vivendo
34:06il Castello di Lucento e devo dire una novità perché il Castello è abbastanza nascosto proprio
34:12per il fatto che è sempre stato un edificio privato utilizzato a maggior parte del tempo
34:19per attività giustamente private. L'area in questione è sempre oggetto di trasformazione
34:29e la capacità di recupero, lei ha fatto bene a citare le leggi regionali e le leggi che possono
34:38avere andare in deroga ai piani regolatori perché queste sono molte volte di scogli quasi
34:46a volte insormontabili per poter recuperare un bene anche se c'è un progetto interessante
34:51anche se ci sono i finanziamenti. Noi purtroppo in Piemonte e a Torino abbiamo da questo punto
35:00di vista ancora un piano regolatore molto ingessato e una legge urbanistica che è stata modificata
35:06ma modificata male per andare in conto a queste esigenze. Io sono molto attento a questa questione
35:12quindi come ha detto giustamente la collega Ruffino contate anche se avete anche delle particolari
35:20note tecniche o problematiche sono lieto di guardarle se volete interessarmi a queste vicende.
35:33Il tema fondamentale però è che, come Commissione l'abbiamo detto più volte perché non è un caso
35:38unico il fatto che l'utilizzo degli spazi ha sempre delle problematiche importanti, diciamo
35:46il tema di vedere come Commissione siamo tutti d'accordo che raccogliendo tutti questi casi
35:52riuscire a prevedere un'ipotesi di modifiche legislative che vanno incontro in particolare
36:00al recupero di spazi e di immobili che possono essere trasformati in edifici con un forte interesse
36:08pubblico, una forte valenza di rigenerazione urbana specialmente nelle aree chiamiamole periferiche
36:14anche se non sono soltanto immobili all'interno della periferia come è stata considerata fuori
36:22dal centro urbano. Grazie.
36:27Grazie Antonino, se ci sono altri colleghi che vogliono intervenire altrimenti passiamo la parola
36:34al dottor Varaldo, io diciamo sono contento di aver appreso che ecco in poco tempo avete
36:42fatto un'attività, portato avanti un'attività con tutto il vostro team poterosa con due progetti
36:51concreti che tra l'altro sono già operativi. Devo dire che sono anche interessato a questo
36:58modus operandi e ai famosi 5 step che costituiscono il vostro modus perché uno dei temi che noi
37:11affrontiamo nella nostra azione soprattutto nel corso delle missioni esterne è proprio
37:19legato alla cosiddetta sostenibilità dei progetti, quindi io credo che avendo un approccio di questo
37:27tipo sia diciamo più semplice l'individuazione di progetti appunto sostenibili che siano in
37:35grado anche di incidere in maniera a duratura e permanente sulle comunità locali, quindi
37:43l'individuazione delle aree, analisi del bisogno e coinvolgimento del territorio, raccolta e gestione
37:49delle risorse, avvio delle attività ovviamente e monitoraggio costituiscono tutti elementi di
37:56una, di un modus che appunto secondo me è molto interessante e credo stia dando poi
38:03dei risultati concreti e positivi. Quindi ecco la parola a lei.
38:10Grazie, saluto anch'io l'onorevole Ruffino e rispondo all'onorevole Iaria in merito al
38:16punto a questa specifica sul castello di Lucento che era, ha avuto molteplici funzioni nel
38:26corso degli anni, le ultime dal dopoguerra sono state la sede dove è nato l'istituto
38:31agrario Bonafus di Torino, poi la sede degli uffici come diceva lei della Texid, però questo
38:38è fino al 2009, inizio 2010, poi il castello è diventato proprietà della IPSPA e dal 2010
38:48fino al nostro ingresso, quindi per più di dieci anni, era inutilizzato. La IPI ha creduto
38:56fortemente in questo progetto concedendo come dicevo prima il castello in uso gratuito alla
39:02fondazione, questo ci ha consentito di poter iniziare e mi fa piacere anche che lei abbia
39:08citato le associazioni torinesi che conosce e sa che frequentano gli spazi perché è proprio
39:16parte fondamentale del nostro percorso e che gli spazi riqualificati non siano sede solo
39:23dei progetti di IEF ma diventino veramente spazi utilizzati e vissuti da altri enti e dalla
39:29comunità locale.
39:31Bene, se non ci sono altri colleghi che vogliono intervenire, noi ringraziamo il dottor
39:44Varaldo per questo bel momento di incontro e di confronto che ha presentato il lavoro che
39:53viene portato avanti dalla fondazione IEF, ripeto, con un modus operandi che secondo me
40:01è importante perché è un modus operandi che tra l'altro vede, è un altro tema che mi ha
40:07colpito prima, una stretta interazione con i soggetti privati perché lei ha parlato del
40:14fatto che circa l'80% delle risorse viene dai privati e questo secondo me rappresenta un
40:26elemento importante anche nell'ambito del ragionamento che facevo prima sulla sostenibilità dei progetti
40:37che necessita anche una programmazione degli interventi e questo è legato anche a quello
40:46che lei diceva sulla necessità di dare un approccio programmatico anche pluriennale a quelle che
40:52sono l'erogazione e l'assegnazione delle risorse.
40:58In una delle prossime occasioni, diciamo, noi siamo già stati a Torino, una missione molto
41:06impegnativa e tra l'altro i colleghi, la collega Ruffino, il collega Iaria, la collega Montaruli
41:14hanno seguito in prima persona, è stata una missione molto importante, però ecco questi
41:22sono elementi ulteriori che si aggiungono anche a questo lavoro di raccolta dati, di raccolta
41:30informazioni che poi è anche finalizzato non solo ad individuare problematiche e criticità ma anche,
41:38perché no, a sottolineare tutti quei casi in cui ci sono delle buone pratiche che vanno comunque
41:46fatte conoscere e magari circuite anche all'interno di tutte quelle realtà che hanno delle problematiche simili.
41:57Bene, quindi noi ringraziamo il dottor Varaldo, ringraziamo la fondazione AIF e dichiaro conclusa
42:07l'audizione odierna.
42:09Grazie.
42:10Grazie.

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