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  • 9 mesi fa
Cernobbio(Co), 19 feb. (askanews) - "Siamo a un bivio fondamentale, oggi non siamo più in grado di curare tutti, quindi dobbiamo tornare a dare risposte soprattutto ai più fragili. Abbiamo una forchetta che va dall'8 al 12% di persone che non riescono ad avere accesso ai servizi sanitari, non hanno risorse per la sanità privata e non hanno possibilità di accedere a quella pubblica per la burocrazia e per le liste di attesa. La vera sfida è riportare al centro la missione principale del Sistema sanitario nazionale e rendere la sanità universale". Lo ha detto l'assessore alla sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi, a margine della seconda edizione della Cernobbio School di Motore Sanità. "L'innovazione ci aiuta moltissimo, non deve sostituire la persona, non deve fare diagnosi, ma ci aiuta nel completare le diagnosi, nel velocizzare i tempi, nel fare sì che lo stesso professionista possa in un giorno, senza un ulteriore sforzo mentale, lavorare con più persone. Questo ci aiuta in una prima fase a smaltire le liste di attesa, ma la vera sfida è connettere il territorio, la medicina generale, con quella ospedaliera perché solo con una grande appropriatezza delle prescrizioni e con dei percorsi comuni tra territorio e ospedale si potrà in futuro realizzare il vero obiettivo che abbiamo, ovvero curare chi ha bisogno. Non dobbiamo curare l'aspettativa, ma curare la necessità".

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00:00Siamo a un bivio fondamentale. Oggi non siamo più in grado di curare tutti e
00:04quindi dobbiamo tornare a dare risposte soprattutto ai più fragili.
00:08Abbiamo una forchetta che va tra l'8 e il 12 per cento di persone che non
00:12riescono ad avere accesso ai servizi sanitari, non hanno risorse per la
00:16sanità privata e non hanno possibilità di accedere a quella pubblica per la
00:20burocrazia e per le liste d'attesa. La vera sfida è riportare al centro la
00:24missione principale del Servizio Sanitario Nazionale e rendere la sanità
00:27universale. L'innovazione ci aiuta moltissimo, non deve sostituire la
00:30persona, non deve fare diagnosi, ma ci aiuta nel completare le diagnosi, nel
00:35velocizzare i tempari, nel far sì che lo stesso professionista possa in un
00:40giorno, senza un ulteriore sforzo mentale, lavorare con più persone.
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00:49d'attesa, ma la vera sfida è connettere il territorio, la medicina generale, con
00:53quell'ospedaliera, perché solo con una grande appropriatezza delle prescrizioni
00:57e con un'unione, con dei percorsi comuni tra territorio e ospedale, si potrà in
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01:06Non dobbiamo curare l'aspettativa, dobbiamo curare le necessità.
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