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  • 10 anni fa
Oltre un decennio dopo la paralisi dal collo in giù, Erik Sorto torna ad apprezzare i piaceri semplici della vita che un colpo di pistola alla schiena gli aveva tolto. Questo grazie ad un arto robotico d’avanguardia controllato con la mente. La protesi, presentata da ricercatori della University of Southern California, si collega per la prima volta ad un’area del cervello fin qui non sfruttata, cioè non quella che controlla il movimento, ma l’intenzione del paziente di compiere un determinato gesto.

ERIK SORTO, paziente: “Comincio a pensare al braccio del robot, chiudo gli occhi, e immagino il braccio robotico e quello che voglio fare.”

I chirurghi hanno impiantato due piccoli elettrodi nel cervello del paziente. Gli elettrodi sono stati collegati via cavo a computer capaci di elaborare e decodificare gli impulsi cerebrali. I segnali decodificati sono poi inviati all’output – un cursore e un braccio robotico. Dopo il recupero dall’intervento Sorto è stato addestrato a utilizzar

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