http://www.sport10.it/andrea-pirlo-10-anni-di-grande-milan-23181.html Dieci anni non si cancellano con un colpo di spugna. Bisogna fare qualcosa di veramente contro la "morale del tifoso" per farlo, Leonardo insegna. Così non è per Andrea Pirlo, che anche andando alla Juventus difficilmente sarà odiato dai suoi ex tifosi com'è stato per l'attaccante brasiliano. Era arrivato nel 2001 dall'Inter, dopo alcune stagioni esaltanti al Brescia e qualcosa di molto meno appagante in nerazzurro. Aveva ancora 22 anni ed era considerato un talento a forte rischio di finire nel dimenticatoio. Provato continuamente come trequartista per i suoi piedi buoni, incontrò un allenatore che ne avrebbe cambiato la vita: Carlo Ancelotti. L'allora tecnico rossonero capì che il ragazzo di Brescia poteva esprimere il meglio di se stesso in quella posizione dove Carletto Mazzone l'aveva già testato quando giocava in prestito proprio nelle Rondinelle: come regista davanti alla difesa. Fu la svolta della sua carriera. Da allora Andrea Pirlo divenne un perno indispensabile per il centrocampo del Milan, che divenne Campione d'Europa nel 2003 e vinse Scudetto e Coppa Italia nel 2004. Pirlo fu sempre tra i migliori giocatori in campo, al punto da diventare pressoché insostituibile, causando così alcuni notevoli grattacapi a Galliani e Braida in sede di mercato. Nemmeno a dirlo, Pirlo divenne fondamentale anche per la Nazionale di Marcello Lippi, che partì per la spedizione vittoriosa di Germania 2006 con il numero 21 rossonero come titolare inamovibile. Trilli Campanellino, come viene affettuosamente chiamato il giocatore da Carlo Pellegatti, vinse il premio di Miglior Giocatore del Match in tre occasioni, contro il Ghana, contro la Germania e nella finale contro la Francia, incontro dove segnò il primo della storica serie di rigori azzurri. Come altre volte è accaduto, il Pallone d'Oro non ha mai veramente riconosciuto il suo talento. Nel 2006, sull'onda del Mondiale, giunse nono, ma fu l'anno successivo, quando in molti lo pronosticavano vincitore, a centrare il suo risultato migliore, che purtroppo risultò essere un quinto posto. Andrea Pirlo fece ancora in tempo a vincere la Champions del 2007 e l'ultimo Scudetto. Ora è arrivato l'addio ai colori rossoneri, ma la scelta di trasferirsi a Torino non oscurerà il mito di questo campione, silenzioso e mai sopra le righe, ma capace di tessere incredibili trame con i piedi, con i suoi passaggi precisi al millimetro e, soprattutto, con le sue splendide punizioni.
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