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  • 14 anni fa
La convinzione di Pietro Fortuna è che fra il fare arte e il pensiero nasca qualcosa che ha a che vedere con l’esperienza del trascendente. Ecco, perché l’arte per lui significa pensare l’impensabile. Ecco perché l’arte non può e non deve avere a che fare con la narrazione, ma solo con la testimonianza. Deve essere al riparo dalle seduzioni dei linguaggi, delle ideologie o delle metafore. Quindi Fortuna scomunica l’immagine non perché ha fede nell’astrazione, ma perché dell’immagine rifiuta la logica rappresentativa, l’ambizione a “stare per altro”, a “voler essere troppo” rispetto al “poco” di cui si compone l’essenza ultima degli oggetti. Una calma assoluta domina gli ambienti creati da Fortuna, una calma che non abbiamo. Il documentario racconta la sua storia attraversandolo i luoghi del suo vissuto, le sue case, lo studio la prassi paziente e precisa del suo fare.
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