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  • 4 ore fa
Trascrizione
00:00Se non si restituisce dignità, soprattutto dal punto di vista economico, a chi lavora
00:10e che fa questa professione, che è una professione fondamentale per la garanzia della democrazia
00:15in questo Paese, allora siamo perduti.
00:18Domani ci operiamo per il rinnovo del nostro contratto, che è fermo da dieci anni. È il
00:22contratto dei giornalisti e delle giornaliste, gli editori non lo vogliono rinnovare da dieci
00:27anni scappando dal tavolo. Siamo stati adesso al tavolo della trattativa per moltissimi
00:32mesi, ma le proposte degli editori sono state irricevibili, ovvero separare le redazioni
00:38tra nuovi e vecchi assunti, togliere diritti ai nuovi assunti per risparmiare anche sui
00:44vecchi assunti. Noi abbiamo una categoria precarizzata, indebolita, vogliamo tornare a essere un valore
00:51aggiunto per questo Paese e per farlo dobbiamo recuperare la dignità e far capire agli editori
00:58che il nostro lavoro vale e i giornalisti non possono essere utilizzati come un bancomand.
01:03Uno sciopero dopo tanti anni per un contratto che non si rinnova da troppo tempo. La categoria
01:08è mobilitata tutta per difendere le nostre attribuzioni, accreditare all'inflazione, ma
01:13per ribadire anche il ruolo centrale dell'informazione dell'attività democratica. Non c'è un'informazione
01:17credibile senza giornalisti autonomi, indipendenti, capaci anche di dire dei no, con delle retribuzioni
01:23dignitose. Per questo non ci possono essere più i precari sfruttati, i collaboratori pagati
01:29un tozzo di pane, i giovani meno pagati dei vecchi come vorrebbero gli editori e redazioni
01:34sempre più leggere, svuotate con i prepensionamenti. Editori che prendono tante providenze pubbliche
01:39debbono poter garantire un'informazione autonoma, ricca, un'informazione all'altezza di una
01:46democrazia matura e responsabile.
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