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  • 21 ore fa
La giornalista e scrittrice racconta il suo ultimo libro "Perché contare i femminicidi è un atto politico" e invita a ha riportare i dati su questo reato al loro posto naturale: dentro la vita delle persone.
Trascrizione
00:00Benvenuti al Piacere della lettura, il vodcast di Quotidiano Nazionale dedicato ai libri, agli scrittori, alle scrittrici e alle storie.
00:07Oggi con noi Donata Columbro, benvenuta.
00:09Grazie, grazie mille.
00:11Il libro di oggi è Perché contare i femminicidi? È un atto politico, edito da Feltrinelli.
00:17Come dice già il titolo, è un saggio, parla di femminicidi e di dati soprattutto.
00:24Però prima di iniziare, secondo me la cosa più importante è capire che cosa significa il termine proprio femminicidio, perché non è molto chiaro a tutti.
00:36Allora sì, il termine femminicidio è un termine politico, un termine anche femminista, possiamo dire.
00:43E la sua definizione cambia anche a seconda di chi la utilizza.
00:47La prima volta che è stato utilizzato era il 1976, la sociologa e criminologa Diane Russell l'ha portato al Tribunale per i diritti a Bruxelles,
00:58andando a parlare di violenza contro le donne.
01:01E lei ha definito il femmicidio, con una M sola, l'origine di questa parola è proprio la trasformazione di omicidio al femminile,
01:10come di un'uccisione di una donna da parte di un uomo, di un maschio, in quanto donna.
01:15Dentro questo, in quanto donna, c'è un mondo evidentemente, perché si tratta proprio di specificare le ragioni che stanno sotto gli omicidi,
01:26appunto, che hanno le donne come vittime.
01:29E in particolar modo, appunto, dentro questa definizione possiamo andare a ritrovare la radice patriarcale della violenza,
01:36ma anche le disuguaglianze che esistono nella società e che mettono le donne in una posizione, appunto, di disparità,
01:43in una posizione di essere discriminate in tanti ambiti.
01:46E quindi è una definizione che prima che sia stata utilizzata dalla cultura, dalla società, dai media, dalla politica,
01:56è passato moltissimo tempo.
01:57Appunto abbiamo parlato del 76, ma in Italia sono i primi anni 2000 in cui appare nei dizionari e poi finalmente anche nei giornali.
02:05È da poco tempo che la si utilizza molto più frequentemente all'interno dei media per parlare, appunto, dell'uccisione di una donna.
02:14E nel libro racconto, però, come in molti documenti ufficiali questa parola non venga utilizzata,
02:20perché appunto si tratta di una termine che si presta a interpretazioni.
02:24O aggiungo solo che per definire oggi femminicidio, quindi per stabilire se l'omicidio di una donna è un femminicidio,
02:31c'è l'ONU, le Nazioni Unite, che propongono un framework dove andare a verificare i parametri dell'omicidio
02:41e capire se effettivamente si è trattato di un omicidio di una donna in quanto donna.
02:45Alcuni stati hanno cominciato ad adottarlo, l'Italia lo ha fatto relativamente ai report che pubblica l'Istat a novembre.
02:52Non lo si fa in altri contesti, ma appunto le cose stanno cambiando.
02:59Infatti è importante che se entra un rapinatore alla posta e uccide delle donne non è femminicidio,
03:06ma se vengono uccise in quanto donna è femminicidio.
03:10Se quel rapinatore avesse scritto su un sito voglio andare a uccidere il maggior numero di donne possibile,
03:16perché è un femminicidio.
03:18Se sono vittime collaterali di una rapina, no, non è così.
03:21Nel libro sostieni che contare i femminicidi è un atto politico e che i dati non sono neutri.
03:28Puoi spiegare questa cosa?
03:29Sì, è una frase che ripeto spesso, i dati non sono neutri, non sono oggettivi,
03:34perché voglio mettere in evidenza come la statistica, i dati che noi leggiamo sui giornali
03:41ho citati dai politici, sono un costrutto sociale, quindi sono prodotti da mani umane
03:48con l'intenzione di andare a misurare e quantificare un fenomeno.
03:52E come abbiamo visto anche la definizione di un fenomeno dipende appunto dal contesto sociale,
03:57dal contesto culturale.
03:58Quello che noi oggi misuriamo all'interno di una società per vedere se le politiche funzionano
04:04è cambiato nel tempo, la sensibilità può cambiare.
04:07Quindi non stiamo parlando di misurazioni che sono asettiche, ma nascono in un contesto.
04:15E seconda cosa, anche citare alcuni dati e non altri, o il modo in cui si decide di quantificare
04:21non è neutro, perché sono appunto scelte politiche, cioè andare a vedere i dati relativi
04:26a una popolazione, capire se ci sono differenze all'interno delle classi d'età, quindi osservare
04:34la violenza di genere e non guardare le differenze tra per esempio le persone minorenne o le persone
04:41più anziane, o non andare a vedere se le donne avevano qualche forma di disabilità.
04:47Questa è una decisione che viene presa e si decide di non contare.
04:53Ecco che non possiamo guardare i dati come una realtà oggettiva, ma solo come una rappresentazione
04:58di un pezzo di realtà.
04:59Molti femminicidi sono contro le persone anziane, donne, perché smettono di avere la cura.
05:08Sì, e questo è un tipo di femminicidio che per esempio nei molteplici contenuti video
05:16che vengono fatti oggi per smontare l'idea che sia necessario utilizzare il termine femminicidio
05:22non vengono considerati, ma anche perché spesso sono proprio i media, la stampa, a parlare
05:27di un omicidio fatto per pietà nei confronti della persona che si ha a fianco.
05:33Però se andiamo a vedere, appunto, andiamo a osservare i dati, scopriamo che la maggior
05:37parte delle persone a commettere questo tipo di omicidi sono gli uomini.
05:40Allora, studi, quindi non sono io che lo dico, ma studi anche fatti dall'Istat, da
05:47università, da sociologhe, dimostrano come alla base di questo tipo di omicidi c'è
05:54una cultura patriarcale per cui quando la donna smette di avere appunto un ruolo di cura
05:58all'interno della famiglia ed è vista invece come una persona da accudire, c'è in qualche
06:03modo uno scompenso, un disequilibrio a cui l'uomo magari non sa reagire.
06:08E seconda cosa, inserendo il femminicidio in un contesto politico e non privato, qua
06:14si sottolinea anche una mancanza dello Stato nello stare vicine alle famiglie che hanno
06:19bisogno di un sostegno nella cura di persone con disabilità.
06:23Tu scrivi che i media normalizzano o deumanizzano il femminicidio, come Amore, Raptus, prima
06:32parlavi anche di pietà, quale linee guide concrete proporreste ai giornalisti per cambiare
06:40il racconto senza censurare?
06:43Considerare che se ci rifacciamo appunto alla prima definizione, la parola Amore non c'entra
06:50in questa modalità di omicidio. C'entra una sopraffazione, un rapporto in cui c'è un
06:58disequilibrio di potere, c'è un'oppressione. Ci sono studiosi e studiosi che chiedono di
07:06utilizzare la parola oppresso o oppressa invece di vittima per far capire proprio come si, la
07:13questione abbia a che fare col potere, quindi con l'abuso. Forse ci sono alcune parole che
07:20potrebbero essere vietate, anche se è difficile ragionare in questi termini, ma in ogni caso
07:25andare anche qua a rintracciare quali sono le somiglianze tra questi tipi di omicidi,
07:30di femminicidi e ragionare in termini strutturali, non singoli. Ovvio che questo è reso più difficile
07:37dalla mancanza di dati, cioè l'importanza di avere dei dati anche per cambiare la narrazione
07:42mediatica. La commissione parlamentare ha trovato che in molti casi il femminicidio
07:47era prevedibile, evitabile anche. Che struttura pratica suggerisci per introdurre in Italia
07:53analisi retrospettive tipo domestic homicide reviews inglesi?
07:58Sì, in questa analisi che ho fatto per vedere cosa fanno gli altri paesi, se sono migliori
08:03di noi nel conteggio dei femminicidi, ho trovato interessante appunto questa proposta e questo
08:09strumento che viene utilizzato in Gran Bretagna che è una revisione dei casi di omicidio
08:15che viene fatta insieme alle famiglie delle vittime per andare a studiare proprio che cosa
08:19è successo nella vita della vittima e dell'omicida prima che avvenisse il fatto. Ed effettivamente
08:26il lavoro che ha fatto la commissione parlamentare di inchiesta sui femminicidi analizzando le sentenze
08:31tra il 2017 e il 2018 è andata un po' sulla scia di questa proposta perché nelle sentenze
08:39nei tribunali ci sono appunto le dichiarazioni dei familiari e spesso anche magari di medici
08:46che hanno avuto contatti con le vittime. In questa analisi secondo me c'è la chiave per
08:53capire come prevenire i femminicidi perché se sappiamo che il medico di famiglia ha uno
08:58sguardo, il pediatra, nella vita di donne che magari non hanno avuto la possibilità di
09:04intraprendere un percorso di fuoriuscita, lì è il momento per intercettare appunto la
09:10donna e proporre un contatto con le autorità per esempio.
09:14Quando c'è un femminicidi in realtà ci sono anche tante altre vittime oltre alla vittima
09:17che sono le vittime collaterali, che sono orfani oppure famiglie, chi resta. Quali dati
09:25e servizi servirebbero per misurare e tutelare davvero queste persone e quindi per evitarne
09:31poi la stigmatizzazione?
09:33Per esempio sapere quanti sono semplicemente gli orfani di femminicidio, quindi sapere se
09:41una donna lascia figli o figlie minorenni oppure no, in che stato di bisogno si trovano
09:48e capire di quali bisogni hanno. Sarebbe necessario, la Commissione lo sta facendo con le varie
09:54audizioni, capire quali sono appunto i bisogni, lavorare con le associazioni dal basso, ma anche
10:00capire quali sono i bisogni delle famiglie che restano penso ai genitori, che si trovano a
10:07fare da secondi genitori ai figli delle vittime e magari si tratta di persone che sono non
10:13autosufficienti o potrebbero diventarlo oppresso e lì il supporto deve essere completo, quindi
10:18andare per ogni caso a capire se c'è una situazione da attenzionare, non solo dal punto di vista
10:24dei servizi sociali, ma prendere in considerazione la specificità di questa situazione in cui
10:30magari l'altro genitore c'è, ma è quello che ha commesso l'omicidio e si trova appunto
10:35in carcere e quindi la situazione diventa diversa da quella di altre situazioni di orfani
10:39in cui l'avvenimento non è stato l'omicidio appunto.
10:47Siccome è tanto evidente il fatto, soprattutto adesso, che esistano i femminicidi, perché
10:53secondo te esistono i negazionisti?
10:55Abbiamo persino adesso un reato in fase di approvazione.
10:59I negazionisti sono sempre esistiti, scrivendo il libro mi sono consolata, se così possiamo
11:07dire, perché proprio Diane Russell quando è andata poi all'ONU a fare una dizione e
11:11raccontare la sua esperienza al tribunale negli anni 90, in questo discorso parla di tutti
11:18gli uomini che avevano protestato per questo suo desiderio di avere un'altra parola che
11:25definisse in modo specifico l'omicidio di una donna.
11:30È un po' come il negazionismo dei cambiamenti climatici, negare la violenza di genere vuol
11:36dire che non si vuole andare a fare dei cambiamenti a livello strutturale nella società, cioè
11:41non si vuole andare a capire quali sono le radici che portano a questo tipo di violenza.
11:46La si vuole vedere come un fatto privato, i negazionisti dicono per pochi pazzi, per pochi
11:51sicopatici non abbiamo bisogno di cambiare le statistiche o di avere una legge e invece
11:55trattare appunto questo fenomeno come un fatto privato non ci fa avanzare nella sua prevenzione.
12:01Gli uomini si lamentano che anche loro sono vittime delle donne, a certe volte ci sono
12:07omicidi familiari fatti da donne nei confronti degli uomini. Secondo te cosa dicono i dati su
12:16questa cosa? Cioè è un dato comunque da guardare gli omicidi familiari a danno degli uomini?
12:24Allora i dati ci servono per capire cosa sta succedendo all'interno della nostra società,
12:30appunto parliamo di dati che studiano i fenomeni della popolazione. Il fatto di andare a osservare
12:37in modo specifico un tipo di reato e capire quali sono le caratteristiche, vedere su qual è
12:43la popolazione più fragile da quel punto di vista ci aiuta a cambiare qualcosa, cioè
12:48a intravedere un pattern, serve proprio a questo. In questo caso non abbiamo degli elementi che
12:55ci dicono che c'è un pattern, uno schema per cui gli uomini sono vittima delle donne
13:04in un contesto familiare in maniera spropositata rispetto al totale degli omicidi. Rimangono
13:13delle eccezioni, così come il resto dei reati legati alla violenza, penso allo stalking,
13:20penso alle violenze sessuali. Nei database ufficiali il 90% delle vittime sono donne e più
13:28dell'80% i colpevoli sono uomini. Quindi il dato che abbiamo guardando, sto pensando
13:34a un dato degli ultimi 5 anni fornito dal Ministero dell'Interno, ci dice questo. Quindi
13:39lì c'è qualcosa che ci mette un campanello di allarme. Se andiamo a vedere le classi d'età
13:44per alcuni reati, appunto abbiamo le più giovani colpite e anche lì dobbiamo andare
13:49a vedere come se ci fosse una torcia che illumina. Dove la torcia sta illuminando è qualcosa
13:56da attenzionare. Ci sono alcuni casi in cui sono gli uomini a subire più a essere vittime
14:06maggioritarie del sistema, penso agli incidenti sul lavoro mortali. Questo perché si tratta
14:13di incidenti dove i settori più colpiti sono quelli della manovalanza e in Italia abbiamo
14:19una prevalenza di uomini, ma è un dato strutturale relativo a come la nostra società distribuisce
14:28tra virgolette l'occupazione. È un dato proprio da andare a osservare però nell'ambito dei
14:33problemi legati al patriarcato. Quindi osserviamoli questi dati e vediamo che cosa ci dicono.
14:38Hai parlato tanto di patriarcato, l'hai detto almeno 3 o 4 volte nelle tue risposte. È un
14:44termine molto contestato da tante persone perché patriarcato in realtà è un termine
14:50obsoleto ed esistono delle culture patriarcali nel vecchio modo di pensare. Però tu scrivi
14:57che è meglio definirlo patriarcato anziché maschilismo e sessismo. Come mai? Perché
15:03appunto rimaniamo all'interno di strutture che non sono solo legate a quello che succede
15:07nelle famiglie singole, ma come la società procede nel garantire alle donne la piena
15:14uguaglianza. Quindi non si tratta di andare a vedere cosa fanno i singoli uomini, ma di
15:20andare a vedere per esempio che cosa facciamo per aumentare l'occupazione femminile. L'Italia
15:27è l'ultimo paese in Europa per occupazione delle donne. Che cosa sta facendo lo Stato? Che cosa
15:35stiamo facendo? Stiamo mettendo asili nido? Stiamo decidendo che anche i padri devono
15:40avere la paternità obbligatoria e finanziata appunto dallo Stato, non solo dalle aziende
15:46illuminate. Il patriarcato mi fa vedere diciamo la questione strutturale e ci mostra che non
15:55si tratta di essere solo, come dire, di creare un mondo di disuguaglianze in cui sono le donne
16:04a soffrire, ma che ci sono degli svantaggi anche per gli uomini, anche per la loro libertà
16:11di essere, appunto di non corrispondere al modello maschile egemonico, ma quindi nel vivere
16:17la propria mascolinità in modo diverso. Nel modello classico di famiglia è stato studiato
16:24appunto, citò l'economista Marcella Corsi, un indice di patriarcato. Lei va a studiare
16:29per esempio il rapporto tra i figli maschi e la famiglia paterna, che cosa vuol dire avere
16:35un certo tipo di legame con il padre, con la madre, perché è qualcosa che si ripete
16:41all'interno delle proprie coppie. Un caso, per esempio, mi vengono in mente casi di femminicidio,
16:49di abuso, quando si parla di violenza economica, si pensa sempre appunto a cose che ho citato
16:56io stessa, cioè quando la donna non ha un lavoro, oppure è quella che ha uno stipendio
17:01inferiore, che quindi difficilmente può fuoriuscire da una situazione di abusi perché è in una condizione
17:07di non autonomia per quanto riguarda la propria autosufficienza. Ma ci sono altri casi in cui
17:15la donna, essere quella laureata, quella che ha un lavoro più importante e in cui l'uomo,
17:21proprio per questa cultura patriarcale in cui siamo ancora immersi, non riesce a intravedere
17:26in questo suo ruolo qualcosa di accettabile. E ci sono tantissimi casi purtroppo appunto
17:32di femminicidio che avvengono dove c'è questa inversione dei ruoli.
17:37In questo libro si parla per la maggior parte del tempo del femminicidio, però c'è una parte
17:42in cui tu dici che il femminicidio è solo la punta dell'iceberg. Come sono messe le donne
17:48e le ragazze in Italia? Che tipo di società hanno intorno?
17:53C'è proprio questa immagine dell'iceberg dove sotto ci sono altri tipi di violenza e ne stiamo
18:00parlando a poche settimane dalla fuoriuscita di notizie legata a siti internet in cui si
18:08condividevano immagini non consensuali, anche rubate alle proprie partner o non partner,
18:18su cui venivano fatti commenti violenti oltre che sessisti. Secondo me c'è molta più attenzione,
18:26quindi prendiamola da un punto di vista positivo, c'è molta più attenzione su queste tematiche,
18:31abbiamo molti più strumenti per capire dove stiamo sbagliando, quali sono i problemi che
18:36ci sono in atto nella società, ma dall'altra parte abbiamo anche una minimizzazione di che
18:43cos'è una cultura violenta patriarcale. Lo vediamo sia in alcune trasmissioni tv ma nei
18:50commenti sui social per cui una ragazza che denuncia una violenza subita, una molestia in
18:55un ospedale viene derisa per come l'ha raccontata, come se la cosa importante fosse il video che ha
19:01fatto e non il fatto che un'istituzione pubblica avesse accolto così qualcuno che era in una
19:07situazione di vulnerabilità se sono paziente di un ospedale. Quindi abbiamo ancora secondo me dei
19:12puntini da unire. Se avessi il potere di far approvare una sola misura legislativa, cosa
19:20faresti? Quale sarebbe la prima mossa che faresti? La prima mossa che farei sarebbe prendere le
19:26belle leggi che abbiamo, abbiamo delle bellissime legislazioni per quanto riguarda la violenza di
19:32genere, ma direi andiamo a leggerci tutte quelle parti delle leggi, penso alla legge 53 del 2022,
19:38in cui dice dobbiamo migliorare la raccolta e la produzione dei dati. Applichiamola, diciamo
19:45come lo vogliamo fare e che cosa stiamo facendo. Oggi al piacere della lettura abbiamo parlato di
19:50perché contare i femminicidi e un atto politico di Donata Columbro, edito da Feltrinelli e tu Donata
19:57quale libro ci consiglieresti per il piacere della lettura? Allora io vi consiglio Maschiocrazia, che è un
20:04libro di due colleghi giornalisti, Emanuela Griglie e Guido Romeo, anche loro dati alla
20:09mano dimostrano che viviamo in una società, in un mondo, quindi non prendono solo l'esempio
20:14dell'Italia, ma fanno esempi internazionali in cui a comandare, c'è una foto eloquente in copertina
20:22di un custodio d'amministrazione della Societet Press, a comandare sono ancora gli uomini e loro
20:28cercano di capire perché, cioè se il problema riguarda soltanto la mancata proposta da parte
20:34delle donne che non vogliono avanzare in politica, quindi se si tratta di una scelta o anche se
20:41quando gli elettori sono chiamati a votare hanno dei pregiudizi. Consigliato.
20:46Grazie mille.
20:47Grazie.

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