Debutto in sala per Benetton Formula, il documentario realizzato da Slim Dogs (alla regia il suo fondatore Matteo Bruno, mentre gli autori sono Giulia Soi e Giacomo Pucci) in collaborazione con Sky che ripercorre per la prima volta la storia della scuderia per il trentennale dalla prima vittoria mondiale. Novanta minuti di racconto incalzante dell'ascesa di una squadra destinata ad innovare il mondo della Formula 1 attraverso immagini di repertorio straordinarie e in parte inedite, e soprattutto attraverso i ricordi e le testimonianze dei grandi protagonisti dell’epoca: da Luciano Benetton, il pionieristico iniziatore di questa avventura, ad Alessandro Benetton, a Flavio Briatore, Bernie Ecclestone, Peter Collins, Rory Byrne e Ross Brawn. E poi le voci di alcuni dei principali giornalisti - italiani e internazionali - che di Benetton Formula hanno vissuto, condiviso e testimoniato l’epopea come Giovanni Minoli, Pino Allievi, Guido Schittone, Damien Smith, Carlo Vanzini e il disegnatore tecnico Paolo D'Alessio. Il documentario Benetton Formula viene proiettato in anteprima al cinema il 15 e 16 novembre 2025 nelle sale del circuito The Space di Milano, Roma e Treviso, in attesa di vederlo in onda su Sky venerdì 28 novembre alle 22.30 in simulcast su Sky Sport Uno e Sky Documentaries. In occasione della première, Alessandro Benetton ha raccontato ai microfoni di Gazzetta Motori i suoi anni alla guidata della squadra di cui scoprì, inaspettatamente, di essere stato nominato presidente proprio durante un sopralluogo in scuderia.
00:00Benetton Formula, premiera del documentario dedicato all'epopea di Benetton in Formula 1,
00:13un periodo che deve essere stato straordinario, Alessandro Benetton.
00:17Sì, delle emozioni fortissime, dei grandi risultati e poi questa atmosfera incredibile
00:23che può provare solo chi è l'underdog, chi è quello che arriva da lontano,
00:27che nessuno si aspetta che possa essere competitivo e vincere, che invece ce la fa.
00:33In quegli anni Alessandro Benetton scoprì di essere presidente della scuderia quasi per caso.
00:38Ci racconta come era successo?
00:40Praticamente sì, mi era venuta la sindrome dell'impostore, nel senso che non mi sentivo preparato,
00:46però poi ho pensato che forse potevo essere utile, conoscevo i numeri, abitavo a Londra.
00:52Sono andato a vedere la scuderia, ho capito che in ogni caso era un'officina evoluta
00:55e quindi che con un po' di coraggio si poteva rischiare, c'era poco da perdere alla fine e così è andata.
01:05Abbiamo fatto del cambiamento di quella che per me è una cifra ormai, la discontinuità, un modo di guardare alle cose.
01:12Titolo mondiale di Schumacher, piloti chiaramente nel 94, poi titolo mondiale costruttori nel 95,
01:17ancora un altro titolo mondiale per Schumacher.
01:19Qual è stato il segreto di questo successo in quegli anni e che cosa manca oggi secondo lei alle squadre per avere quel segreto?
01:27È una chiave di lettura che vale non solo nel mondo dello sport ma anche nel mondo dell'impresa,
01:34che è quella di non fermarsi mai, di accettare il cambiamento e tante volte essere troppo di successo può essere un rischio,
01:44perché pensi di essere arrivato e aver scoperto una formula.
01:47Ecco, noi non avevamo nessuna formula se non l'idea che dovevamo avanzare e prenderci dei rischi.
01:55È un atteggiamento che da quando sono entrato nel gruppo di famiglia quattro anni fa stiamo applicando e penso con soddisfazione.
02:04Ecco, un consiglio ai giovani che vogliono creare anche nel loro piccolo quello che voi avete creato?
02:12Ma quello di credere, credere anche all'impossibile come appunto qualcuno che non aveva nessuna esperienza e che voleva diventare il campione del mondo.
02:22Crederci e poi essere disponibili a leggere anche i passi falsi o gli errori come un'occasione di crescita,
02:30ma non tanto dal punto di vista filosofico ma proprio dal punto di vista della scoperta,
02:36perché alla fine si avanza anche per tentativi tante volte e insomma non avere troppe certezze può essere un valore aggiunto.
02:46Un ultimo ricordo di quegli anni, un pilota, qualcuno che l'ha segnata?
02:50Ma io avevo tanta simpatia per Alessandro Nannini, un pilota sfortunato che avrebbe meritato molto di più,
02:59ma insomma tutte delle persone che portavano qualche cosa, anche Michael che insomma non aveva proprio come cifra personale quella dell'impatia,
03:08in realtà era una persona che provava delle emozioni forti, lo faceva a modo suo e lo faceva dando l'esempio.
03:15Un uomo molto maturo, nonostante la giovane età, che pretendeva tanto perché dava tanto.
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