11 novembre 2025, omelia di Papa Leone XIV nella Santa Messa per il 125° anniversario della dedicazione della Chiesa di Sant'Anselmo all'Aventino (Chiesa di Sant’Anselmo all’Aventino, Roma)
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01:00Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa
01:09Cari fratelli e sorelle
01:12Abbiamo ascoltato queste parole, parole di Gesù, mentre ricordiamo il 125esimo anniversario della dedicazione di questa Chiesa, fortemente voluta da Papa Leone XIII, che ne promosse la costruzione.
01:32Nelle sue intenzioni tale edificazione, assieme a quella del Collegio internazionale annesso, doveva contribuire a un potenziamento della presenza benedittina nella Chiesa e nel mondo,
01:52Attraverso una sempre maggiore unità all'interno della Confederazione benedittina, scopo per cui fu introdotto anche l'ufficio dell'abate primate.
02:06E questo perché era convinto che il vostro antico ordine potesse essere di grande aiuto al bene di tutto il popolo di Dio, in un momento ricco di sfide, come fu il passaggio dal XIX al XX secolo.
02:26In effetti, il monachesimo, fin dalle origini, è stata una realtà di frontiera, che ha spinto uomini e donne coraggiosi a impiantare focolai di preghiera, lavoro e carità nei luoghi più remoti e impervi,
02:49Spesso trasformando aree desolate in terreni fertili e ricchi, dal punto di vista agricolo ed economico, ma soprattutto spirituale.
03:03Il monastero, così, si è sempre più caratterizzato come luogo di crescita, di pace, di ospitalità e di unità, anche nei periodi più bui della storia.
03:20Pure nel nostro tempo non mancano sfide da affrontare.
03:28I cambiamenti repentini di cui siamo testimoni ci provocano e ci interrogano, suscitando problematiche finora inedite.
03:38Questa celebrazione ci ricorda che, come l'Apostolo Pietro, e insieme a lui Benedetto e tanti altri,
03:50anche noi potremo rispondere alle esigenze della vocazione ricevuta solo mettendo Cristo al centro della nostra esistenza e della nostra missione,
04:03partendo da quel atto di fede che ci fa riconoscere in lui il Salvatore e traducendolo nella preghiera, nello studio, nell'impegno di una vita santa.
04:18In questa sede tutto ciò si compie in vari modi, nella liturgia, prima di tutto, poi nell'alexio divina, nella ricerca, nella cura pastorale,
04:32con il coinvolgimento di monaci venuti da ogni parte del mondo e con l'apertura a chierici, religiosi, religiose e laici, delle più diverse provenienze e condizioni.
04:45Il monastero, l'Ateneo, l'istituto liturgico, le attività pastorali legate alla Chiesa, conformemente agli insegnamenti di San Benedetto,
04:59devono crescere così sempre più in sinergia come un'autentica scuola del servizio del Signore.
05:08Per questo ho pensato al complesso in cui ci troviamo come a una realtà che deve ambire a diventare un cuore pulsante nel grande corpo del mondo benedettino
05:22con al centro, secondo gli insegnamenti di San Benedetto, la Chiesa.
05:30La prima lettura ci ha presentato l'immagine del fiume che scorga dal Tempio.
05:38Essa si armonizza molto bene con quella del cuore che pompa la linfa vitale del sangue nel corpo,
05:45perché ogni membro ne possa ricevere nutrimento e forza a beneficio degli altri,
05:53come pure con quella dell'edificio spirituale, di cui ci ha parlato la seconda lettura, fondata sulla solida roccia che è Cristo.
06:04Nell'alveare operoso di Sant'Anselmo, sia questo il luogo da cui tutto parte e a cui tutto ritorna
06:15per trovare verifica, conferma e approfondimento davanti a Dio,
06:20come raccomandava San Giovanni Paolo II nella sua visita al Pontificio Ateneo in occasione del centenario di fondazione.
06:31Diceva, riferendosi al suo Santo Patrono,
06:35Sant'Anselmo ricorda a tutti che la conoscenza dei misteri divini non è tanto conquista del genio umano,
06:46quanto piuttosto dono che Dio fa agli umili e ai credenti.
06:53Si riferiva, come detto, agli insegnamenti del Dottore di Aosta,
06:58ma noi vogliamo auspicare che tale sia anche il messaggio profettico
07:03che da questa istituzione giunge alla Chiesa e al mondo,
07:09come compimento della missione che tutti noi abbiamo ricevuto,
07:13di essere popolo che Dio sia acquistato perché proclami le opere ammirevoli di Lui
07:20che ci ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa.
07:25La dedicazione è il momento solenne della storia di un edificio sacro
07:32in cui lo si consacra ad essere luogo di incontro tra spazio e tempo,
07:39tra finito e infinito, tra l'uomo e Dio.
07:45Porta aperta verso l'Eterno,
07:48in cui trova risposta per l'anima
07:51la tensione tra la congiuntura del momento
07:54e la luce del tempo
07:57dell'orizzonte più grande
07:59che ci apre al futuro
08:01come causa finale che attrai
08:04nell'incontro tra pienezza e limite
08:08che accompagna il nostro cammino terreno.
08:10Il Concilio Vaticano II descrive tutto questo
08:15in una delle sue pagine più belle
08:17quando definisce la Chiesa come
08:20«umana e divina, visibile ma dotata di realtà invisibili,
08:26fervente nell'azione e dedita alla contemplazione,
08:31presente nel mondo e tuttavia pellegrina,
08:35in modo tale, però,
08:38che ciò che è in essa e umano
08:39sia ordinato e subordinato al divino,
08:43il visibile all'invisibile,
08:45l'azione e la contemplazione,
08:49la realtà presente alla città futura
08:51verso la quale siamo incamminati.
08:56È l'esperienza della nostra vita
08:58e della vita di ogni uomo e donna di questo mondo
09:02in ricerca di quella risposta ultima e fondamentale
09:06che né carne né sangue possono rivelare,
09:11ma solo il Padre che è nei Cieli.
09:14In definitiva, bisognosi di Gesù il Cristo,
09:19il Figlio del Dio vivente.
09:22Lui siamo chiamati a cercare
09:25e a Lui siamo chiamati a portare
09:28tutti coloro che incontriamo,
09:30grati per i doni che ci ha elargito
09:34e soprattutto per l'amore con cui ci ha preceduti.
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