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  • 2 giorni fa
Un autentico mito. Sarah Bernhardt è stata la prima "star" conosciuta a livello mondiale. La più grande attrice di tutti i tempi, è spesso definita. Non solo ha lasciato un’impronta indelebile nella sua epoca, ma il suo nome è rimasto vivo per tutto il XX secolo e lo è ancora oggi. Eppure, pochi conoscono la sua vera storia. A rimediare ci pensa il film La divina di Francia – Sarah Bernhardt. Di cui vi proponiamo in anteprima esclusiva la clip che vedete qui sotto.

La pellicola, diretta da Guillaume Nicloux, è in arrivo nei cinema italiani dal 6 novembre con Wanted. Protagonista una bravissima Sandrine Kiberlain, attrice nota e celebrata in Francia, vincitrice del Cesar per En avoir (ou pas) e per 9 mois ferme.
Chi è Sarah Bernhardt
Qui, Kiberlain dà vita (e vitalità) alla celeberrima attrice teatrale francese Sarah Bernhardt. Il cui talento ha segnato la Belle Époque. Definita "la voce d'oro" da Victor Hugo e ricordata ancora oggi come "la Divina", è considerata come la prima vera star internazionale per aver conquistato tutto il mondo con le sue trionfali tournée. Eterna rivale di Eleonora Duse (ed è curioso che a Venezia sia appena passato il biopic dell'italiana, interpretata da una bravissima Valeria Bruni Tedeschi), e musa di personalità del calibro di Gabriele D’Annunzio, Oscar Wilde, Sigmund Freud ed Émile Zola, Bernhardt ha fatto la storia del teatro incantando il pubblico sul palcoscenico e oltre. Ponendosi sempre come una figura ribelle e moderna. Una donna in anticipo sui tempi che non ha mai temuto di sfidare le convenzioni.
La trama di La divina di Francia – Sarah Bernhardt
Nel 1916, Sarah Bernhardt riceve in ospedale la visita di Sacha Guitry e gli rivela finalmente la vera ragione della sua rottura con il padre Lucien, avvenuta vent'anni prima.

Torniamo al 1896: Sarah è all'apice della fama, si batte per Dreyfus e vive una passione travolgente con Lucien Guitry. Ma lui la vuole lasciare per la giovane Charlotte Lysès. Durante una serata di gala in suo onore, Sarah inscena uno scandalo memorabile che separa i due amanti... con conseguenze inaspettate per il futuro di tutti. Un ritratto di donna libera e indomabile, che nemmeno l'amputazione di una gamba può fermare: Sarah ha già in mente il suo prossimo spettacolo al fronte.
Un personaggio in libertà
La divina di Francia – Sarah Bernhardt non è un biopic in senso stretto. Piuttosto, è un ritratto ispirato alla vita di Bernhardt. Una Sarah tratteggiata con gesto libero, a sua immagine e somiglianza, che abbraccia le bugie nella loro più profonda sincerità. «Sarah Bernhardt era una donna straordinaria, libera nel corpo e nello spirito, un'avventuriera che incarnava lo spirito femminista senza abbracciarlo apertamente», la descrive Nathalie Leuthreau, che ha sceneggiato la pellicola insieme al regista. «La sua vita era talmente ricca che raccontarla per intero sarebbe stato impossibile, col rischio di restituirne solo una pallida copia. Ho quindi scelto di concentrarmi su due momenti chiave: il giorno della sua consacrazione nel 1896 e l'amputazione della gamba nel 1915».

Per incarnare Sarah e restituirle tutta la sua intensità, Leuthreau ha ammesso di essersi «concessa la libertà di intrecciare ciò che le biografie possono solo suggerire, immaginando il verosimile e delineando i legami profondi che la univano a Lucien Guitry. Ho fantasticato su una storia d'amore appassionata, capace di restituire a Sarah tutta la portata dei suoi eccessi. Questo non è un biopic, ma un ritratto ispirato alla sua vita, una Sarah tratteggiata con gesto libero che abbraccia le bugie nella loro più profonda sincerità».
La versione di Sarah Bernhardt secondo Sandrine Kiberlain
Emozionata e dedicata. Così si è presentata sul set Sandrine Kiberlain. «Per costruire Sarah Bernhardt ho evitato di pensare consapevolmente a ciò che rappresentava», spiega. «Mi sono concentrata sulla sua energia, la sua libertà. Sarah recita sempre, anche quando non è sul palcoscenico: è costantemente fuori misura, eccentrica, senza limiti. Non volevo assolutamente imitarla: abbiamo scelto di catturare l'emozione e la forza che emanava, cercando una nostra via per renderle omaggio».

«Mi sono completamente abbandonata. Per interpretarla, bisognava spingersi lontano. Ho letto diverse biografie mentre imparavo il copione: è stato l'unico lavoro preparatorio, imparare il testo come se fosse la mia lingua. Pian piano, mentre imparavo, Sarah arrivava. La stavo conoscendo. Ho scoperto una donna al di sopra della misoginia del suo tempo, irraggiungibile, che difendeva se stessa e le posizioni che prendeva senza farsi frenare da nulla o nessuno».

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