Roma, 27 ottobre 2025 Si sono svolti a Roma, nella Chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo, i funerali di Marco Ghigliani, l'amministratore delegato di La7, morto a 60 anni a causa di una malattia. La cerimonia è stata celebrata dal vescovo monsignor Antonio Staglianò. Tanti gli amici e i colleghi presenti all'ultimo saluto, a partire dall'editore di La7 Urbano Cairo, e poi Enrico Mentana, Corrado Formigli, Diego Bianchi, Luciano Fontana, Myrta Merlino, tutti stretti intorno alla moglie Simona e ai figli Bruno e Giorgio. Nato ad Asti nel 1965 e laureato in sociologia, Ghigliani aveva iniziato la sua carriera nel gruppo Fiat, poi nel 2001 era passato a Telecom Italia e, dal 2007, aveva guidato il business televisivo di Telecom Italia Media, ricoprendo anche la carica di presidente di Mtv Italia. Nel dicembre 2012 era diventato amministratore delegato di La7, ruolo poi confermato con l’acquisizione da parte di Cairo Communication. Era inoltre amministratore delegato di Cairo Network, consigliere di Cairo Rcs Media e vicepresidente di Confindustria Radio Televisioni. Era stato insignito dell’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. La cerimonia è stata celebrata da Monsignor Staglianò, che ha incentrato l’omelia sull’amore che va oltre la morte con il Vangelo secondo Giovanni: “Signore se tu fossi stato qui mio fratello non sarebbe morto… Gesù disse chiunque crede in me non morirà in eterno”. Il figlio Bruno ha voluto salutare il padre sull'altare ricordando che "anche nell'ultimo periodo della malattia, papà è stato per me e mio fratello un modello di forza e dignità". "A me, ai nostri figli, a tutti voi, lascia il suo esempio di coraggio e dedizione, e di amore che metteva in ogni cosa che faceva", sono le parole della moglie Simona Durante. Poi, è intervenuto Urbano Cairo: “La sua vita era la sua famiglia, ma fino all’ultimo giorno ha proseguito anche con alcuni impegni. Voleva bene a tutti: vedendo quanti sono qua oggi riuniti per lui mi commuovo. È stato un grande leader e una grande persona. Negli ultimi mesi, quando lo vedevo più debole, mi sono limitato a dirgli: fai ciò che ti fa star meglio, ciò che ti rende felice. Dove non arrivi tu arriverò io”. Infine il ricordo di Enrico Mentana: “Era un grande manager, non aveva mai bisogno di urlare. E sicuramente non avrebbe amato questo momento, perché non amava la retorica".
Commenta prima di tutti