È bastato un annuncio a trasformare un film attesissimo in un caso internazionale. È successo con La Resurrezione, il nuovo kolossal di Mel Gibson, che riporterà sul grande schermo le vicende bibliche dopo La passione di Cristo (2004). Il regista ha puntato su Kasia Smutniak per il ruolo della Vergine Maria. Una scelta che non convince tutti, anzi. L'attrice, polacca d'origine ma italiana d'adozione, è finita dritta nel mirino dei cattolici tradizionalisti del suo paese natale. Il motivo? Le sue posizioni favorevoli all'aborto, giudicate incompatibili con la figura sacra che andrà a interpretare.
[idgallery id="738271" title="Kasia Smutniak: film, Pietro Taricone, figli, carriera"] Kasia Smutniak sarà la Madonna nel kolossal La Resurrezione Il film in questione è La Resurrezione, il monumentale seguito de La Passione di Cristo del 2004. Le riprese sono già iniziate e, come per il primo capitolo, l'Italia è ancora una volta la location prescelta: si gira tra Cinecittà, i sassi di Matera e diverse località della Puglia. Mel Gibson, per questo progetto, ha voluto un cast che parla anche italiano, includendo Riccardo Scamarcio nei panni di Ponzio Pilato e, appunto, Kasia Smutniak nel ruolo di Maria. L'attesa è altissima: il film sarà diviso in due parti, con uscite pianificate strategicamente per il 2027: la prima il Venerdì Santo (26 marzo) e la seconda il Giorno dell'Ascensione (6 maggio).
[idarticle id="2453241,2642618" title="Giornata contro la violenza sulle donne, da Kasia Smutniak a Mara Venier: gli appelli social delle star,Aborto: il diritto c'è, l'accesso no. Il report di Medici del mondo"] Le accuse a Kasia Smutniak in Polonia: «Favorevole all'aborto, non può essere Maria» La scelta di casting, tuttavia, non è andata a genio all'ala più conservatrice della Polonia. Ad accendere le polveri è stato il sito PolskieRadio.pl, che non ha usato mezzi termini per esprimere il proprio dissenso: «È favorevole all'aborto, non può interpretare il ruolo della Vergine Maria». I media conservatori ritengono dunque le opinioni dell'attrice incompatibili con il ruolo. La critica si fa ancora più specifica: «Non è un mistero che Smutniak abbia pubblicamente sostenuto il diritto all'aborto, criticando in più occasioni le leggi della Polonia e ritenendole un pericolo per i diritti delle donne».
[idgallery id="1944816" title="Aborto: vietarlo è un pericolo per la salute delle donne"] La legge polacca sull’aborto La polemica tocca un nervo scoperto. In Polonia, la legge che regola l'interruzione di gravidanza è tra le più restrittive d'Europa. L'aborto è infatti permesso solo quando sono a rischio la salute e la vita della donna, o quando la gravidanza è frutto di uno stupro. Queste forti restrizioni hanno indotto numerose donne polacche a rivolgersi a cliniche all'estero per veder garantita la loro libera scelta. L'attrito è dunque salito a livello politico: il Pis, il partito di destra a cui appartiene il presidente della repubblica Andrej Duda, si è spinto a scrivere direttamente alla produzione del film per protestare formalmente contro la presenza dell'attrice.
[idarticle id="419263,1602386" title="Polonia, sciopero generale delle donne per il diritto all'aborto,Polonia, stop alla legge anti-aborto dopo le proteste: la vittoria delle donne"] Kasia Smutniak e il diritto all'aborto Nel corso degli anni, Kasia Smutniak si è più volta espressa contro la limitazione dei diritti delle donne in Polonia e contro le stringenti leggi nel suo paese d’origine. Nel 2022 scriveva questo sul suo profilo Instagram: «Negli ultimi anni, mesi, giorni ho visto con i miei occhi quanto è facile perdere quei diritti che fino a poco fa davo per acquisiti. La libertà di scelta [...] cosa fare del mio corpo [...] tutto mi sembra in pericolo». E tra i casi che la preoccupavano c’era proprio «la perdita del diritto all'aborto l'anno scorso nella mia Polonia...». Ora, mentre le critiche montano dalla sua terra d'origine, l'attrice, nota anche per il suo recente e apprezzato debutto alla regia con Mur – un documentario di denuncia su muri e migrazione – ha scelto la via del silenzio, preferendo non replicare alla polemica.
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