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  • 2 settimane fa
No More Trouble - cosa resta di una tempesta è il film documentario che Tommaso Romanelli ha diretto alla ricerca di suo padre, Andrea Romanelli, scomparso in mare durante una traversata atlantica nel 1998, quando lui aveva solo 4 anni.
Con il ritrovamento di alcuni filmati e l'aiuto della madre, dello zio e dell'equipaggio che era con Andrea quando è scomparso, Tommaso ripercorre la vita straordinaria di suo padre.
Questa è la nostra intervista al regista e a Giovanni Soldini, capitano di quell'equipaggio.
Trascrizione
00:00Cineclus.it, buonasera, grazie per questo viaggio.
00:05Da dove nasce la necessità di raccontare questa storia e soprattutto come è stata accolta da chi hai convolto?
00:14È nata perché ho trovato quelle cassette a casa che sono il cuore del progetto, cioè il cuore del film,
00:21perché sono delle immagini sconvolgenti, sono le ultime immagini di mio padre
00:25prima che scomparisse in mare, in Atlantico, nel mezzo di questa tempesta,
00:33questa grossa depressione che avevano in realtà superato, quindi le ho trovate
00:37e c'era proprio un'inquadratura che poi usiamo, che è mio padre che guarda dritto in macchina mentre ha il timone
00:46e c'è Tarlalini che lo riprende, che era con lui in turno, che fa questi continui zoom in, zoom out,
00:54a oltranza, cioè veramente, e quindi ho visto questa cosa e mi ha, sì, completamente segnato
01:01e da lì ho iniziato a fare un sacco di domande, cioè sono andato da Giovanni che mi aveva cercato in passato
01:09ma non gli avevo risposto perché non c'avevo voglia e quindi gli ho detto sono pronto, vediamoci
01:18e lui mi ha molto accolto, cioè non vedeva l'ora in realtà di dirmi tutto quanto, anche di presentarmi tutti gli altri
01:28mi ha aperto questo mondo, io gli ho fatto un milione di domande nel giro di dieci ore
01:35e poi da lì siamo diventati amici e poi il film è derivato da quello, nel senso che ho trovato un materiale molto bello, umano proprio
01:47e da lì ho deciso di fare un film e tutti hanno accolto molto positivamente questa cosa, ecco, con grande gioia
01:53perché sentivano che avrà per me una necessità e mi hanno voluto aiutare e supportare
01:58il film ha una forma molto solida e molto compatto, proprio da un punto di vista cinematografico secondo me è molto valido
02:05tanto che mi sembra che sia proprio un film nato in scrittura
02:11è così oppure le testimonianze che hai raccolto, i video che hai trovato, hanno poi trovato la loro forma alla fine?
02:19ma è sicuramente una scrittura emergente al montaggio, nel senso che però c'è una scrittura prima
02:27in cui si definiscono proprio i dispositivi narrativi da usare, l'approccio
02:33e noi abbiamo scelto con un lungo lavoro delle modalità, cioè uno è fare una ricerca e trovare tutto l'archivio possibile
02:45quindi tutti i documenti possibili che raccontano questa storia li ho scavati fuori da delle cantine, da dei posti da dimenticare
02:55finché non trovavo la fonte originale ed è valsa la pena nel senso che ho trovato delle cose molto preziose
03:03anche quei minuti neri di solo audio che sono un documento straziante ma per me necessario
03:11ecco perché ci si avvicina alla verità e poi abbiamo scelto l'intervista lunga
03:17comunque tutte delle cose che poi implicano che le scelte definitive le fai al montaggio
03:23e la struttura narrativa emerge al montaggio
03:27e quindi c'è una scrittura preparatoria e poi c'è una scrittura al montaggio
03:32quindi anche il lavoro con Andrea che è il montatore è stato lungo, faticoso ma anche molto prezioso
03:38sia per Giovanni, insomma per De Quivaggio che ha partecipato al montaggio
03:43che per te quasi un'operazione terapeutica, è stato così?
03:50sì, no no per me sì, pensavo la domanda fosse anche rivolta a lui, sono curioso
03:54per me sicuramente, cioè io avevo bisogno di fare una terapia
03:58di trovare un modo di darmi pace, di capire, di ricongiungermi alla figura di mio padre
04:07e di risolvere un trauma che pian piano iniziavo a conoscere
04:12e a capire che importanza aveva avuto nella mia crescita
04:15e ho deciso di fare questa terapia attraverso un film
04:20il cinema era l'unico modo secondo me per fare questa cosa
04:23perché c'erano delle immagini che dovevano entrare nel racconto
04:26dei documenti che erano di formati tanto diversi
04:29e quindi solo il cinema del reale poteva accoglierli tutti
04:34e dargli una forma unica
04:36però sono curioso di sapere se è stato terapeutico anche per il capitano
04:41ma per me è stato terapeutico nel senso che
04:47che quando Tommy è venuto da me
04:52in qualche modo io avevo l'esigenza
04:55cioè proprio per tanti tanti anni mi ero immaginato
04:59un giorno lo incontrerò e gli potrò raccontare
05:02cos'era suo padre, quanto era appassionato
05:06quanto era impegnato
05:08quanto era bravo
05:11e anche quanto l'amava alla fine
05:15e ho sempre avuto questa idea in testa
05:18diciamo quindi
05:19quando poi lui è venuto da me
05:21mi ha anche detto
05:22che aveva questa idea di fare il film
05:25mi è sembrata un'idea stupenda
05:27perché in qualche modo
05:29quelle cose che
05:31che gli avrei voluto dire io
05:34se le scopriva da sola
05:36e me le ha raccontate lui a me
05:39con questo bellissimo film
05:41una frase che dice Marco Romanelli
05:44alla fine del film
05:45e mi ha compito molto
05:46dice
05:46come può evolvere un campotto
05:48quando ti manca l'interventore
05:50raccontare questo film
05:53è un modo di fare evolvere lo stesso
05:55sì assolutamente
06:00cioè uno trova il suo modo
06:02per me è stato fare questo film
06:04mettere le mani su questa barca
06:05e comunque ognuno di noi
06:08lascia delle tracce
06:09che volente o nolente
06:11lascia delle tracce nel mondo
06:13che poi altri interpretano
06:14e quando si muore
06:15in realtà è solo l'inizio
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