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  • 1 giorno fa
«Non c’è un momento preciso in cui sono entrata nel personaggio di Anna — racconta Monica Guerritore — è che Anna ha bisogno di essere riportata tra di noi. Conosciamo quello che ha fatto, ciò che è rimasto nei film e nell’immaginario, ma della sua vita vera, vissuta, non sappiamo nulla». Alla Festa del Cinema di Roma, nella sezione Grand Public, Guerritore ha presentato Anna, il film che ha scritto, diretto e interpretato raccontando una Magnani decadente e quella più intima. Il film, in sala dal 6 novembre con Notorious Pictures, parte dalla notte del 21 marzo 1956, quando Magnani vinse l’Oscar per La Rosa Tatuata. «Helen Mirren, Susan Sarandon, Meryl Streep e Scorsese la considerano il numero uno tra le interpreti — aggiunge Guerritore — perché era una donna e un’attrice che dava forza, passione e professionalità al suo mestiere. Non improvvisava, scolpiva i suoi personaggi, li studiava, li costruiva». E la romanità di Magnani? «Non è un limite è il suo modo sprezzante di rompere i momenti troppo emotivi, di sdrammatizzare. Questa è la romanità — continua Guerritore — nella scenografia naturale di Roma, senza orpelli. Io accenno solo un po’ di barcarolo. Il resto sono quattro voci di donne che cantano canzoni bellissime: una franco-tunisina, una tunisina, un’altra italiana, un’altra inglese».

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