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  • 2 giorni fa
Trascrizione
00:00Cari colleghi, 30 anni di globalizzazione fideistica sono finiti, ne sono stati sottovalutati i contagi
00:08e oggi siamo davanti a conseguenze inattese, che inattese non erano, di grave portata per
00:15i cittadini, per le famiglie e per le imprese. Non è andato tutto bene, come pure veniva
00:21promesso. E vi do un'altra notizia. Le cose potranno andare molto peggio se non fermeremo
00:27la creazione a tavolino di modelli di produzione insostenibili, come i piani verdi che in Europa
00:34e nell'intero Occidente stanno portando alla deindustrializzazione molto prima che alla
00:38decarbonizzazione. La riconversione di interi settori produttivi sulla base di teorie che
00:43non tengono conto dei bisogni e delle disponibilità economiche delle persone è stato un errore
00:49che provoca sofferenze nei centri sociali più deboli, fa scivolare la classe media verso
00:54il basso imponendo scelte di consumo non razionali. L'ecologismo insostenibile ha quasi distrutto
01:01il settore dell'automobile in Europa, ha creato problemi negli Stati Uniti, ha causato perdite
01:06di posti di lavoro, ha appesantito la capacità di competere, depauperato la conoscenza e ciò
01:11che è più paradossale non ha migliorato lo stato di salute complessivo del nostro pianeta.
01:16Non si tratta, ovviamente, di negare il cambiamento climatico. Si tratta di affermare
01:22la ragione che significa soprattutto neutralità tecnologica e gradualismo delle riforme in luogo
01:28dell'estremismo ideologico, rispettare l'ambiente mantenendo l'uomo al centro. Perché ci sono
01:35voluti secoli per costruire i nostri sistemi, ma bastano pochi decenni per ritrovarsi nel
01:41deserto industriale. Solo che, come ho detto molte volte, in un deserto non c'è nulla di verde.
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