Vai al lettorePassa al contenuto principale
  • 2 mesi fa
Una famosa frase di Coco Chanel per raccontare emancipazione, indipendenza e autodeterminazione femminile recita così: «Una donna dovrebbe essere due cose: chi è e ciò che vuole». E se Chanel sfidava le regole sociali per le donne attraverso la moda; le registe sfidano oggi gli stereotipi di genere dietro le quinte del cinema e lo fanno ancora con molta fatica. All’82ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia non c'è nessuna regista italiana in gara e sono presenti solo sei voci femminili internazionali in concorso tra oltre cento film. Chi sono queste donne?

[idgallery id="2619782" title="Emanuela Fanelli: vita e carriera della madrina del Festival di Venezia 2025"]

[idarticle id="2606849" title="Sguardi esclusi: perché il cinema delle donne fatica ad arrivare a Venezia"]
La presenza delle donne a Venezia 2025
La situazione a Venezia 2025 è molto sbilanciata. Nessuna donna dietro la macchina da presa concorre tra i cinque film selezionati per il concorso ufficiale, né tra le tre serie tv: otto opere, otto uomini. Secondo l’associazione Women in Film, Television & Media, le registe in Concorso sono 6 e rappresentano il 28,6% della categoria. Allargando lo sguardo a tutte le sezioni della Mostra (esclusa Venice Immersive), le donne rappresentano il 26,71% delle firme (39 su 146). Nelle Giornate degli Autori la presenza femminile è più forte, con il 41,38% (12 su 29), mentre nella Settimana della Critica le registe sono il 26,32% (5 su 19). In totale, tra tutte le sezioni considerate, le opere firmate da donne sono il 28,87% (56 su 194).

[idarticle id="2621422,2620802" title="Chi veste chi. Gli stylist delle star da conoscere (in vista del tappeto rosso di Venezia),Festival di Venezia 2025: la guida all'82esima edizione della Mostra, i film, le star più attese, i Leoni alla carriera"]
Film di uomini che raccontano le donne
Nonostante qualche segnale positivo nelle sezioni collaterali, la fotografia complessiva resta chiara: le donne dietro la macchina da presa faticano ancora a conquistare spazi e riconoscimenti. Ma davanti alla macchina? «Perché le donne sono tanto più interessanti per gli uomini che gli uomini per le donne?» si chiedeva Virginia Woolf. Una domanda attuale al Lido di quest'anno: nessuna regista italiana in Concorso, ma tante storie al femminile raccontate da uomini. È il caso di Elisa – Io la volevo uccidere e Duse, due ritratti potenti di donne straordinarie. E poi c’è After the Hunt di Luca Guadagnino, fuori concorso, che segna il debutto di Julia Roberts a Venezia. Persino L’Isola di Andrea di Antonio Capuano – presentato come «un film sul teso rapporto tra uomini e donne» – esplora dinamiche femminili, raccontando la battaglia legale di due genitori per la custodia del figlio.
[idgallery id="1806002" title="Attrici-registe: le magnifiche 15"]

Le registe italiane presenti a Venezia: Orizzonti come spazio di visibilità
Nonostante l'assenza nel Concorso Ufficiale, le registe italiane trovano spazio nella sezione Orizzonti, dedicata a linguaggi emergenti e nuove prospettive del cinema mondiale. Carolina Cavalli presenta Il rapimento di Arabella, mentre Laura Samani porta Un anno di scuola. Entrambi i film offrono uno sguardo fresco e originale, ma la loro collocazione in una sezione "laterale" fa storcere il naso. Se da un lato Orizzonti dà visibilità a talenti emergenti, dall’altro conferma quanto ancora sia difficile per le registe italiane conquistare i riflettori del Concorso Ufficiale, sottolineando la necessità di una maggiore apertura e riconoscimento delle voci femminili nel cinema italiano.
[idarticle id="2565303,2399346" title="Nicole Kidman: «Il numero di registe donne è ancora basso. Il prossimo film? Inquietante»,Sempre più registe donne, ma per la parità ci vorranno ancora 20 anni"]

Fiori nel deserto, le registe in Concorso a Venezia
In un panorama dominato dai registi uomini, le registe presenti quest’anno al Lido sono vere gemme preziose, voci originali e coraggiose che portano sullo schermo storie intense, intime e politicamente significative. Nonostante la loro rarità, il loro talento illumina il festival con prospettive nuove e necessarie.

Shu Qi – Nühai (Ragazza)
Dall’attrice alla regista, Shu Qi esordisce a Venezia con una storia intensa ambientata in Cina, dove due bambine dai nomi simili vivono destini opposti. Una risveglia nell’altra sogni sopiti, simbolo di ambizioni e desideri trattenuti, mentre la madre ricorda i pericoli di volere troppo in un paese che non riconosce pienamente il valore delle donne. Un film che intreccia delicatezza e denuncia sociale, offrendo uno sguardo sensibile sulla condizione femminile.
Kaouther Ben Hania – The Voice of Hind Rajab
La regista tunisina, nota per Four Daughters, porta sullo schermo l...

Categoria

🗞
Novità
Commenta prima di tutti
Aggiungi il tuo commento

Consigliato