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"3.500 esattamente in target e altre più giovani o non consumatori di sostanze o italiane che si trovavano nei contesti di offerta del test”. I risultati del progetto dedicato a far emergere malattie sessualmente trasmissibili,  infezioni epatiche e Hiv

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00:00L'idea del progetto Test in the City nasce da un ragionamento fatto con Gilead che lo
00:09promuove e che da subito ha immaginato l'ingaggio della rete delle Fast Track Cities italiane,
00:17di città già impegnate in fronte delle infezioni sessualmente trasmissibili, delle
00:23epatiti dell'HIV e che sono state immaginate come partner capace di raggiungere le popolazioni
00:31altoprevalenti, tra cui migranti e consumatori di sostanze che erano un po' al centro dell'idea
00:37di progetto. Quindi è l'incrocio tra quest'idea e la disponibilità delle città Fast Track che ha
00:44portato poi a concretizzare una serie di azioni, una serie di interventi, a individuare contesti,
00:51luoghi, spazi dove le popolazioni target si immaginava potessero essere incontrate e quindi
00:59ad avviare una serie di attività che ha messo in evidenza due cose, sia necessità di essere
01:06molto creativi e di ragionare bene su dove dare a promuovere azioni di questo genere perché
01:13si tratta di avvicinarsi a popolazioni che facilmente accedono ai servizi per barriere
01:18culturali, linguistiche e di vita. Quindi questo è un primo tema. L'altro è quello di
01:26implementare via via un piano di informazione, di diffusione di informazione e l'invito ad
01:35accedere a questo tipo di campagna che ha richiesto la costruzione di un sito dedicato a la diffusione
01:41poi attraverso i canali social delle realtà coinvolte di questa informazione e ha mostrato
01:48che può funzionare. Che funziona? Sono popolazioni che se avvicinate in modo corretto rispondono
01:54molto positivamente all'ipotesi e alla proposta di sottoporsi allo screening con anche risultati
02:00poi di prevalenza delle infezioni che confermano esattamente le previsioni, ossia si tratta di
02:06popolazioni alto prevalenti che faticano ad arrivare ai servizi che necessitano di azioni
02:11di questo genere. Questi primi mesi di attività e di progetto ci hanno portato a raggiungere
02:16quasi 4.000 persone, circa 3.500 esattamente in target, altre o più giovani o non consumatori
02:24di sostanze o italiani comunque sono state prese a bordo perché si trovavano nei contesti
02:30di offerta del test. In questo caso l'azione delle organizzazioni di terzo settore è fondamentale
02:36per accompagnare in modo adeguato le persone. I test preliminari nella stragrande maggioranza
02:42dei casi sono stati confermati e tutte le persone sono state poi e stanno ancora essendo accompagnate
02:50nei percorsi di presa in carico per la terapia o per il follow up.
02:54Rispetto alle questioni di diagnosi, di incaggio to care tempestivo, di infezioni come l'epatite
03:01e come HIV, certamente contano e pesano una serie di barriere che sono appunto linguistiche
03:08culturali, di stile di vita, di accessibilità ai servizi sanitari, di avere o non avere casa,
03:19insomma sono tutte condizioni che rendono difficile a tutta una serie di popolazioni
03:25che sono alto prevalenti. Quindi è significativo ingaggiare, appunto rende onestamente difficile
03:32l'accesso ai servizi sanitari. E' questo il tema e credo che il progetto evidenzi anche
03:40la necessità di politiche sanitarie in questa direzione perché il merito di questo progetto
03:45è sicuramente tra i meriti di questo progetto, c'è quello di aver dato concretezza e dati
03:52a percezioni che le organizzazioni del terzo settore avevano molto chiare già, ma che ora
03:58alla luce dei dati diventano ancora più significativi e importanti da affrontare.

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