https://www.pupia.tv - Napoli - MUSICA. ANTONIO FRESA LO 'SCUGNIZZO' ESPOSTO ALLE INTEMPERIE DELLA VITA
Napoli, 5 giu. - "Bisogna rimanere un po' scugnizzi, lasciare vivere la propria emotività un po' per strada in modo tale che resti esposta alle intemperie della vita perché la felicità senza la paura, il dolore, la rabbia non si struttura e quindi è una felicità un po' fragile". È questa la personale ricetta per essere felici che Antonio Fresa, musicista, direttore d'orchestra e compositore di colonne sonore per cinema e Tv, confessa alla Dire nel corso di un'intervista sul suo libro "L'Arte della Felicità - 6 emozioni per Pianoforte" (ChiPiùNeArt Edizioni, pagine 78, 14 euro) che sarà presentato il prossimo 9 giugno, alle 18, a Luce - libreria emotiva in piazzetta Durante a Napoli. Un libro diverso dagli altri, un volume da percepire con tutti e 5 i sensi perché arricchito di QR code per vivere rabbia, amore, felicità, orgoglio, paura e tristezza anche attraverso le immagini e i suoni che Fresa ha personalmente ricercato e dedicato ai suoi lettori. "È un libro esperienza - spiega - che ti consente di fare un percorso, attraverso le emozioni, dove ci sono delle richieste che formulo da autore ai lettori, ovvero di fermarsi e, grazie al cellulare, essere catapultati nell'ascolto di un brano piuttosto che nella visione di un videoclip, di uno spezzone di uno spettacolo. L'esperienza, insomma, è multimediale. Un dettaglio che mi appassionava da un po'". "L'Arte della Felicità" è frutto di un percorso che affonda le sue radici in un festival della filosofia durato diversi anni, nell'omonimo lungometraggio di animazione del 2013 diretto da Alessandro Rak, nella docu-serie Rai, oggi ancora disponibile su RaiPlay, e per finire nei concerti-talk che hanno portato l'autore in giro per l'Italia. In tutte queste esperienze, così diverse ma unite da un fil rouge emozionale, Fresa ha firmato le musiche sentendosi "scelto da questo percorso rispetto a un lavoro che fondamentalmente è di ricerca perché 'L'Arte della Felicità' non è altro che la ricerca di cosa possiamo innescare dentro di noi e come possiamo cambiare il nostro sguardo per essere più felici". Nel caso del libro Fresa ha dovuto invertire il suo modo solito di lavorare. Da autore di colonne sonore, infatti, avvolge le immagini, che qualcuno ha già "disegnato", di suoni in grado di innescare delle reazioni emotive stando però attento "a non sovrastare quella che è la narrazione drammaturgica". "La musica - le sue parole - deve trovare la giusta quota emotiva per aumentare e non mangiarsi la narrazione". Nel volume, invece, con le parole spiega "perché poi ho suonato proprio quei brani, perché questi portano con sé una carica emotiva che rimanda alle emozioni". Un lavoro di ricerca "molto lungo durato quasi due anni" per raccontare "i nessi che ci sono tra le emozioni e la musica". Raccontare le emozioni in musica ha gradi diversi di difficoltà ma Fresa non ha dubbi "quella più difficile è la fel
Napoli, 5 giu. - "Bisogna rimanere un po' scugnizzi, lasciare vivere la propria emotività un po' per strada in modo tale che resti esposta alle intemperie della vita perché la felicità senza la paura, il dolore, la rabbia non si struttura e quindi è una felicità un po' fragile". È questa la personale ricetta per essere felici che Antonio Fresa, musicista, direttore d'orchestra e compositore di colonne sonore per cinema e Tv, confessa alla Dire nel corso di un'intervista sul suo libro "L'Arte della Felicità - 6 emozioni per Pianoforte" (ChiPiùNeArt Edizioni, pagine 78, 14 euro) che sarà presentato il prossimo 9 giugno, alle 18, a Luce - libreria emotiva in piazzetta Durante a Napoli. Un libro diverso dagli altri, un volume da percepire con tutti e 5 i sensi perché arricchito di QR code per vivere rabbia, amore, felicità, orgoglio, paura e tristezza anche attraverso le immagini e i suoni che Fresa ha personalmente ricercato e dedicato ai suoi lettori. "È un libro esperienza - spiega - che ti consente di fare un percorso, attraverso le emozioni, dove ci sono delle richieste che formulo da autore ai lettori, ovvero di fermarsi e, grazie al cellulare, essere catapultati nell'ascolto di un brano piuttosto che nella visione di un videoclip, di uno spezzone di uno spettacolo. L'esperienza, insomma, è multimediale. Un dettaglio che mi appassionava da un po'". "L'Arte della Felicità" è frutto di un percorso che affonda le sue radici in un festival della filosofia durato diversi anni, nell'omonimo lungometraggio di animazione del 2013 diretto da Alessandro Rak, nella docu-serie Rai, oggi ancora disponibile su RaiPlay, e per finire nei concerti-talk che hanno portato l'autore in giro per l'Italia. In tutte queste esperienze, così diverse ma unite da un fil rouge emozionale, Fresa ha firmato le musiche sentendosi "scelto da questo percorso rispetto a un lavoro che fondamentalmente è di ricerca perché 'L'Arte della Felicità' non è altro che la ricerca di cosa possiamo innescare dentro di noi e come possiamo cambiare il nostro sguardo per essere più felici". Nel caso del libro Fresa ha dovuto invertire il suo modo solito di lavorare. Da autore di colonne sonore, infatti, avvolge le immagini, che qualcuno ha già "disegnato", di suoni in grado di innescare delle reazioni emotive stando però attento "a non sovrastare quella che è la narrazione drammaturgica". "La musica - le sue parole - deve trovare la giusta quota emotiva per aumentare e non mangiarsi la narrazione". Nel volume, invece, con le parole spiega "perché poi ho suonato proprio quei brani, perché questi portano con sé una carica emotiva che rimanda alle emozioni". Un lavoro di ricerca "molto lungo durato quasi due anni" per raccontare "i nessi che ci sono tra le emozioni e la musica". Raccontare le emozioni in musica ha gradi diversi di difficoltà ma Fresa non ha dubbi "quella più difficile è la fel
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00:00L'altra parte della felicità in questo specifico formato è intanto un libro esperienza, quindi un libro che ti consente di leggere, fare un per posto attraverso appunto queste emozioni.
00:19All'interno di questo percorso ci sono delle richieste che faccio io come autore, ovvero quella di fermarsi, inquadrare un quarto con un cellulare e essere così catapultati nell'ascolto di un brano, piuttosto che nella visione di un videoclip, di uno spezzone di uno spettacolo.
00:38Quindi l'esperienza è proprio questo aspetto un po' sinestetico, multimediale di questa narrazione, che era un dettaglio che mi affascinava un po'.
00:52Questo libro in realtà, più che chiudere un ciclo, si adagia e si fa ulteriore capitolo di un ciclo che è iniziato tanti anni fa, addirittura con un festival della filosofia, che è durato parecchi anni, in cui si chiamavano grandi pensatori.
01:13Poi è diventato il cortometraggio di cui parlavi, la docu-serie, il concerto tot, il libro.
01:20Quindi come dicevo, per me, sai, io sono stato tra l'altro autore delle musiche di questi formati, sia del lungometraggio che della docu-serie.
01:30E quindi io mi sento un po' in qualche modo scelto da queste parole, da questo percorso, rispetto a un lavoro che fondamentalmente ricerca.
01:45Quell'arte e la realtà non è altro che la ricerca di che cosa effettivamente possiamo innescare dentro di noi e come possiamo cambiare il nostro sguardo per essere più felici.
01:59Grazie.