QUELLO CHE È SALITO SUL PALCOSCENICO dell'Unipol Forum di Assago ieri, domenica 12 ottobre, è un Marco Mengoni che - come al solito - sostiene più anime. C'è l'emotività pura, quella che gli permette di mostrarsi nudo di fronte al pubblico (come accade quando canta la potentissima Luce, dedicata alla madre, scomparsa a settembre dello scorso anno). C'è il divertimento leggero, con hit che hanno accompagnato molte nostre estati (e non solo). E c'è l'attenzione al mondo, a tutto ciò che non funziona, a questa pace che fatica ad arrivare. Ha detto l'artista: «Non mi sarei mai immaginato che potessero riaccadere atrocità come quelle che abbiamo studiato sui libri di storia. Abbiamo il potere di scendere nelle piazze e marciare pacificamente contro quelle quattro persone che vogliono decidere il futuro».
Per il cantautore salire sul palcoscenico oggi non è immediato. «Non è facile salire sul palco e portare felicità, mentre dall’altra parte del mondo c’è uno schifo. Perché così si deve chiamare», ha spiegato. Ma la felicità arriva. Così come l'urgenza di un cambiamento. Arriva il dolore. Arriva la rinascita. Per farlo, Mengoni e il suo team hanno costruito uno show diviso in sei capitoli: prologo, parodo, episodi, stasimi, esodo e catarsi. Uno show che prende spunto dalla tragedia greca e che, quindi, riesce a dare spazio a dolore e felicità in egual misura, e mai in maniera banale. Il suo "Live in Europe 2025" comprende 33 concerti, di cui 21 in Italia e 12 in Europa. Toccherà infatti i palazzetti e le arene più importanti d'Italia e d'Europa.
Ha concluso Marco Mengoni. «Questo tour sono io, la mia esperienza, la mia visione del mondo, ciò che ho imparato negli anni: la vita è un necessario processo di decostruzione per ricostruire, e lo stesso avviene alla società. La musica è il mio modo per raccontare tutto ciò e rendermi consapevole, trovando la bellezza anche nella fragilità». È la chiave vincente per affrontare tutto. Nel buio e, appunto, nella luce.
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