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Una chiacchierata con Giancarlo Lucariello (Parte 1)
Rockol
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11 mesi fa
La prima parte della videoconversazione tra Giancarlo Lucariello e Franco Zanetti
Categoria
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Musica
Trascrizione
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Auguri anche a te Giancarlo Lucariello, buon anno e buona fortuna per questa iniziativa
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assolutamente fuori dal tempo, perché non solo sono romanze senza tempo, ma anche è
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un progetto che è completamente alieno rispetto all'andamento della musica.
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Qual è il complimento più bello che potevo ricevere? Franco, una curiosità, quanti anni
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abbiamo? Io ho 79, tu? No, io ho 71. Ah, sei un giovanotto, vedi? Eh sì, ragazzino.
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Quanti anni avevamo allora? Eh, avevamo direi 50 e meno di oggi. Minimo, sì, vabbè. Vabbè, pazienza.
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Sei in collegamento ancora con altri di 50 anni fa, inteso che hanno lavorato insieme a te,
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insieme a loro, eccetera? Sì, qualcuno sì, superstiti sì, certo.
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Quanti siamo rimasti? Tre sommari e tre briganti. Sono sempre di meno.
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Va bene, dai, Franco. Allora, Romanze senza Tempo è il sottotitolo di Un Mondo in Cui Credere,
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è un progetto non solo senza tempo, ma anche un po' fuori dal tempo rispetto a come va la
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musica oggi. Come mai ti sei lanciato in questa impresa titanica e disperata?
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Disperata? Per me no, è stata fantasia, ho aspettato vent'anni.
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Disperata nel senso di matto e disperatissimo, città da voi.
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No, no, guarda, non è partita con nessuna, tranne questa fuori dal tempo. La mia è una
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reazione a vent'anni di silenzio. Noi avevamo questi brani un po' mezzi realizzati, un po'
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provini, eccetera. Io ho tenuto sempre, perché non saremmo, ne parlavo spesso con Maurizio,
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non saremmo mai pronti, non saremmo mai, non avremmo mai passato la promozione attuale,
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le radio, le cose, i sarremi, che se non hai un po' di corpi nudi, un po' di luce, eccetera,
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non significa niente. E abbiamo taciuto, io ho taciuto completamente, ma ho conservato questi
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brani che amo profondamente, sono molto cantaturali i testi. E poi è venuta per reazione, sai Franco,
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quando io questa musica non la capisco, non vorrei essere, dico che non la capisco, ecco,
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veramente non mi appartiene, io appartengo a un altro mondo, voglio dire. Tu sarei più attuale,
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perché fai questo di mestiere, ascolti tutto, eccetera. E allora ho detto, sai che c'è,
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questo è un momento buono, perché non vorrei che un giorno tutto questo non uscisse mai.
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Non si potesse più fare.
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Ecco, e allora l'ho fatto proprio in controtendenza, perché voglio essere il
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primo a avere questo coraggio, anche perché io lo considero un po' come un,
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con un po' anche di presunzione, un manifesto culturale, o quantomeno una rappresentazione
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di una musica che ha armonia, melodia, bel canto, i testi poetici. Oggi, sai,
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basta che dici due parolaccio, minacci qualcuno, metti fuori un culo, ma non diciamo queste cose,
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te le dico a te, io parlo con te come se fossero due amici che si stanno raccontando.
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Sono contro, non mi piace la velocità delle riprese, non mi piace passare nelle radio solo
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perché c'hai il click a un certo range preciso. E senza avere niente contro la musica,
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non ascolto e basta, ascolto la musica classica, ascolto le canzoni di tutti di un tempo,
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ascolto l'opera di cui sono innamorato e ho avuto questa idea. Poi siccome c'era questo titolo che
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me l'allenava per la testa, Un mondo in cui credere, di cui tu sai, tu ha accennato, che adesso
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in questo momento è fermo perché sto pensando a questo, ma uscirà un libro di Petrinelli sul
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dimesso della seconda parte della cartiera. Adesso parliamo di questo progetto che diventerà
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un'opera poi, appare che nella mia follia è un progetto più ampio.
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Era la domanda finale, ma quindi dicevi queste nove canzoni erano scritte ma non erano ancora
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state registrate. Siamo musicalmente assolutamente tutte pronte, con i testi qualcuno c'era,
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qualcuno era incerto, li abbiamo sempre pensate noi già, non come canzoni, come dei brani di un
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certo tipo eccetera. Poi ho pensato, siccome i testi erano molti, ho pensato questa idea di
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chiamarle romanze senza tempo, perché arie sono arie d'opera, i leader sono Strauss,
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ma sono tutti, veniamo da lì, poi diventano romanze, diventano serenate, diventano canzone
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napoletana, parte tutto da lì, parte dalle arie d'opera. Certo, la canzone melodica italiana
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nasce contemporanea, nasce sia dalla canzone napoletana sia dalla romanza d'opera. Certo,
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ma no, parte tutto dall'opera. La canzone napoletana, la storia vera è che è le arie di
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Puccini, di Verdi, di Bellini che fanno nascere le canzoni e nascono i primi ad agguantare questa
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cosa è la canzone napoletana. La canzone napoletana diventa romanza, diventa serenata,
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diventa tutto, e poi arriva la canzone italiana. Comunque, anche perché la cultura era questa,
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ed è questa. Una di queste canzoni però era già stata portata a Sanremo. Sì, guarda,
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ne abbiamo recuperate due. Alla Chiamistria dell'amore. Sì, alla Chiamistria dell'amore,
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non in questa realizzazione, non in questa realizzazione. Mi era stata, avevo conosciuto
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Stefano Di Battista. E io mi piaceva molto, l'uomo del musico mi piace ancora, il musicista,
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eccetera, e mi ha convinto, mi ha estrapolato da un mestiere che non volevo più fare a occuparmi
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di dargli una mano per la moglie. E io ho detto no, una volta, una volta due, una volta tre,
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ma lui era convinto che io ero l'unico produttore che potesse farlo. E allora gli ho fatto sentire
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il provino di questo brano e ho detto, ci dico Stefano, però questo come vedi è una cosa lirica,
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perché se tu, dico Stefano, vuoi fare un arrangiamento, siccome ti presenterai come
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jazz quartet, e Stefano Di Battista, e lei come ti chiamava, vabbè, Nini Kinokunai, jazz quartet,
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devi fare tu un arrangiamento di questo, perché non è adatta. No, ma poi gli ho affiancato,
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gli ho detto di affiancarsi anche a, come si chiama il nostro amico direttore, c'è sempre,
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la barba sembra più vecchia di tutti, che faceva tutti i seri di Sanremo, che è un mio amico,
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gli ho detto sempre di Sanremo. Perpetuati, ma certo, anche io stimo Di Battista. E gli ha fatto gli altri,
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però l'arrangiamento è di Stefano. Io glielo ho dato, sono il suo editore, sono quello che ha
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organizzato tutto, poi ho mandato tutto a loro. E hanno vinto Sanremo nella categoria gruppi,
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però poi è ritornata, è rientrata nel suo corpo normale, e stava lì nel mio cuore. Come la senti,
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poi l'abbiamo realizzata, era più o meno quello che abbiamo realizzato a suo tempo,
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e era troppo bella e importante. Infatti adesso realizzo tre video, fra cui c'è anche quello lì.
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E come avete pescato la voce di Luca Rottagli?
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Ce l'avevo da 18 anni, 20, 18, 17, perché andai un giorno a sentire un musical che era
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fatto sull'Igitenco, e Mora mi disse, andiamo insieme, perché Guido Mora mi suggerì,
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guarda c'è un ragazzo che canta benissimo, e mi sono innamorato della sua voce. Di che cosa mi
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sono innamorato della sua voce? Intonatissima, non è un tenore, interpreta da Dio, e ha una
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grande estensione. Ed era l'interprete ideale per me per realizzare questo progetto. Anche quando
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facevo i miei provvini, io dicevo a lui, non è il tempo, credimi, devi avere fiducia, tu continua
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per l'adattazione dall'artista di musical, e vedrai che qualcosa prima o dopo accadrà. Ci soffrono
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un po' di anni per capirlo. E la grande soddisfazione è quando abbiamo iniziato a registrare le voci,
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era proprio perfetto. Per me, è tutta una mia follia, capisco. I giornalisti mi hanno
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intervistato, che poi parlano principalmente dei Pù alla fine. Comunque, uno simpatico che è partito
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ha detto, ma tu sei pazzo o sei un genio? Siccome io l'ho sentito, mi piace moltissimo. Ecco,
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tutti prima fanno una premessa. Ti assicuro invece, Franco, che sto avendo delle bellissime
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reazioni, che non sono, passiamolo per radio, io poi non lo mando a nessuna esposizione da
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La Reinieda, faremo sempre un certo tipo di televisione, sempre diversa, delle performance
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televisive, con un suo video anche, fai conto d'appoggio. Perciò non lo voglio mettere nel
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canale, perché lui non si spoglia. Facciamo mostrare quello che mostrano tutti. E' un'artista
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che ha interpretato benissimo i testi, benissimo. Quindi, come diceva, è un progetto in totale
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controtendenza, quindi è per questo originalissimo e chissà mai. Tu dicevi che non si spoglia,
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ma promozione televisiva, passaggi televisivi, si riescono, si riusciranno a trovare?
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Stiamo lavorando, già abbiamo delle idee. Intanto, molto probabilmente, siccome sarà
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molto probabilmente, perché c'è un mio amico che organizza il Giubileo, il cardinale responsabile,
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mi è piaciuto il brano, che è Un mondo in cui credere, e vorrebbe una presenza di Luca Notaria,
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una cosa che si farà in tutti questi mesi del Copeditti. Poi tentiamo di andare al festival,
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a dire che fa Andrea Bocelli. Tentiamo, nella nostra testa, non scriviamolo neanche perché è
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nella nostra testa, di fare quel festival che a lui fa particolare. Se lui fosse generoso,
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sono sicuro che se gli piace uno dei brani lo inviterà a ospite. Oppure lo leghiamo ad un'altra
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cosa, perché poi il fine è quello che poi racconteremo dopo, se ci riesco, perché è
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faticoso tutto. Sarà quello di fare uno spettacolo teatrale che gira. Però rispondo alle due domande,
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invece che farti perdere. No, no, no, ma mi stai raccontando tutto come si deve.
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