Rapporto ONU: "Commessi crimini contro i Rohingya"

  • 7 anni fa
E’ “molto probabile” che crimini contro l’umanità siano stati commessi dallo scorso ottobre contro la minoranza musulmana Rohingya in Birmania. Questa è la conclusione di un rapporto dell’Onu divulgato a Ginevra, e compilato sulla base di interviste con oltre 200 Rohingya scappati in Bangladesh dopo l’inizio dell’offensiva dell’esercito birmano nella parte settentrionale dello stato Rakhine, a cui l’accesso agli osservatori esterni è proibito. Secondo la stampa locale altre decine di migliaia di rifugiati di etnia Rohingya saranno trasferiti su un isola nella Baia del Bengala, a largo delle coste del Bangladesh, prima di essere deportati in Myanmar.

IL REPORT DELLA CNN SUI ROHINGYA
Inside the Rohingya Resistance: These are the rebels who provoked Myanmar's crackdown https://t.co/uClwOzNKa8 pic.twitter.com/yRqV83Brhf— CNN (@CNN) 3 febbraio 2017


L’isolotto di Thengar Char, è emerso una decina di anni fa a partire dal deposito dei sedimenti del fiume Meghna e il territorio è stato spazzato dalle numerose alluvioni che flagellano il Paese asiatico ed è anche del tutto privo di protezioni naturali e di strade.Secondo l’Onu, sono 69 mila le persone fuggite dalla Birmania in Bangladesh dopo l’inizio delle operazioni dell’esercito e si
calcola che siano circa un milione i Rohingya in fuga. Alcuni di loro potrebbero spostarsi anche in Malesia dove, dal prossimo marzo, gli è stato concesso di lavorare. “Temiamo che la natura dei Rohingya non sia buona – afferma Mohamad Mizanur Rahman, amministratore del villaggio Bangha- Loro sono stati spesso coinvolti in storie di droga e di contrabbando, quindi se verranno spostati qui, insieme con i pirati che rubano, saremo in grossi guai.”

IL TWEET DI AL JAZEERA
Hundreds of Rohingyas killed in Myanmar crackdown, UN rights office says https://t.co/2QVSJ6JzC6 pic.twitter.com/bzYMMjMQUZ— Al Jazeera English (AJEnglish) 3 febbraio 2017


Alla fine dello scorso anno, 13 premi Nobel ed altre personalità internazionali, hanno sottoscritto una lettera aperta rivolta alla leader birmana Aung San Suu Kyi esortandola a mettere fine a quella considerata una “pulizia etnica”.

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