Come l’anno scorso arrivo alla festa per anziani a Morubio, mi siedo in disparte e resto ad ascoltare la musica. Una vecchia balla da sola col bicchiere in mano. Un’altra sta semisdraiata ed apre e chiude la bocca in continuazione. Un grassone ha un tremito al braccio e lo sguardo vuoto. Ma la maggior parte dei vecchietti e delle vecchiette ballano, bevono, ridono e si divertono. Che effetto fa vedere la vita dall’altro lato? Quando le illusioni della vita sono tutte crollate, che cosa resta? Quando la bellezza è fuggita, la giovinezza è lontana, l’amore è finito. Forse rimane l’eco di questi tesori, rimane il ricordo e il desiderio di riviverli. O forse no. Forse i vecchi amano la pace che hanno raggiunto, disturbata solo dai problemi di salute. Passa una vecchia col cappellino di paglia e lo scialle e mi dice: “Buona sera. Si sta divertendo?” Mi affretto a rispondere “sì”, ma presto, prima che lei intraveda tutto il terrore della mia anima davanti alla condizione della vecchiaia. La musica prosegue, i vecchi chiacchierano prigionieri nel loro mondo chiuso; i parenti conversano nel loro mondo e i nipotini giocano. Tre mondi separati; solo gli anziani possono vederli tutti e tre, perché li hanno abitati. Adesso li aspetta l’ultimo stadio, quello della morte. Molti vecchi lo immaginano come uno stato di incoscienza, come prima della nascita. Altri credono alle illusioni. Altri non pensano mai alla morte. In momenti come questi io penso alla mia vita passata, mi rallegro per i momenti felici e mi rattristo per le sofferenze, gli errori, le occasioni perdute. Sono diventato uno scrittore. Un ragazzo un po’ speciale è diventato un uomo un po’ speciale. Diventerò un vecchietto altrettanto speciale? Ho tanta paura di non riuscire ad arrivarci. I vecchietti cantano, l’uomo paralizzato alle gambe suona con l’armonica canzoni di
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