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  • 12 anni fa
Mentre cammino per le strade semideserte di questo piccolo paese, il cielo si scurisce sempre di più e incomincia a cadere la pioggia.
Dopo una breve corsa mi rifugio sotto l’architrave di una vecchia casa, evidentemente abbandonata. Ma poiché mi bagno anche lì, spingo la porta marcita ed entro dentro.
Mi trovo in una camera con il pavimento sporco e le pareti annerite. C’è un armadio e uno specchio verdognolo. Dentro all’armadio sta appeso un vestito da sposa. E’ ingiallito, impolverato… rosicchiato dalle tarme.
Queste sono le uniche cose rimaste, muti testimoni degli avvenimenti che si sono svolti dentro alla stanza. Ma l’armadio non aprirà i suoi segreti e riguardo allo specchio … chi mai vorrà fidarsi delle immagini degli specchi…
…Da uno squarcio fra le nubi piovono giù raggi dorati come da un gigantesco setaccio. Le campane suonano, le candele ardono dentro alla chiesetta dove la gente con i vestiti nuovi chiacchiera e attende.
La sposa arriva vestita di bianco e una coroncina fra i capelli. E’ pallida e seria. I suoi pensieri vagano a un amore passato, a un amore finito… Adesso però è troppo tardi, adesso lei sta per sposarsi… Le nubi in cielo formano un altare di luce bianca.
Una festa di nozze con le lanternine e i cuori di carta appesi ai rami degli alberi. Una festa paesana dolce e un po’ triste. Tutti mangiano, bevono, ridono e parlano. Ma il passato non è morto come lei credeva. I fili del passato le arrivano fino al cuore, germinano dolorosi ricordi, velenosi rimpianti…
Verso sera con l’oscurità arriva il fresco, l’umidità; gli ospiti si alzano e vanno via… Non c’è niente di più triste di una festa finita. Gli invitati si disperdono. Per terra restano immondizie, cartacce che il vento fa roteare. Gli sposi, rimasti quasi soli, si incamminano per rientrare. Una luna marcia sorge dietro i tetti delle

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