Vai al lettorePassa al contenuto principaleVai a piè di pagina
  • 12 anni fa
Lettura di Bruna Malaguti.

Da tempo osservo e fotografo la colonia di passeri che ha eletto i vasi di fiori sul mio balcone come luogo di ritrovo; qui hanno cibo e bevande gratuite, gabinetti ariosi con piscina tra il verde, angoli intimi isolati da siepi d’erba alta, per amoreggiare con la compagna e anche un rapido servizio di sicurezza che interviene nell’eventualità d’incursioni di merli o feroci gabbiani. Li ho visti crescere, ancora incapaci a cibarsi da soli, con la paziente mamma che li imboccava, sino alle prime risse per gioco con gli amici, disputandosi un seme dalla forma strana. Ognuno ha sviluppato il suo carattere, si è creata una gerarchia, un’organizzazione logistica. Alcuni hanno sviluppato un’intelligenza superiore alla media, cercando d’instaurare un dialogo con me, sempre presente. In particolare uno di questi si è assunto il compito d’avvertirmi quando manca il cibo o l’acqua: si mette sul bordo del vaso di fiori, guarda verso di me e si mette a cinguettare ad alta voce, in modo petulante. Se non reagisco, vola contro il vetro della portafinestra e lo becca ripetutamente. I primi tempi, quando mi avvicinavo alla finestra, scappava via in volo, poi, pian piano, ha preso coraggio ed è persino entrato in casa a fare un giro. Adesso, senza movimenti bruschi, vado anche fuori a versare il panìco e lui sta fermo, a distanza di sicurezza, in posizione raccolta, quasi fosse inginocchiato in chiesa. Per guardarmi, alza la testina e mi fissa, non ha più lo sguardo tremebondo della paura, ma quello che avremmo noi se Dio ci parlasse e si materializzasse..... Mi viene voglia di coccolarlo, ma è troppo piccino, lo stritolerei con la mia forza, gli voglio bene.

Consigliato

0:47
Prossimi video