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  • 19/08/2013
Recitazione di Rainalda Lally Torresini.

A volte,
si chiama solitudine
questo buio che opprime
-il nulla-
lo sento,
aggrappato a punte di stelle
nascoste tra le pieghe del cielo
celate,
come pudiche dee
nell'infinita notte.
La chiamo paura
l'incertezza dell'effimero sole
che precipita lesto
dentro al tramonto.
Sono nastri di sogni
assottigliati da mesti risvegli
quando,
tra palpebre dolenti
salmastre lacrime,
bagnano le aurore.
Lo chiamerò coraggio
il planare oltre l'indaco d'arcobaleni
atterrare poi,
lontano dal rimpianto.

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