Case case bianche occhieggiate da un treno che non vuole spiegarmi dove muore…
Nascondo la mia bocca sotto i polsi I miei piedi li ormeggio sotto la grande quercia che non avrei voluto diventare
Fuori dal treno cosa farò di più cosa di meno?
Camminerò di fianco ad un muretto ruvido e lo accarezzerò neanche per fare la sua conoscenza ma per sapere se ho ancora delle mani
Che cosa ne farò di queste mani?
Forse una stretta due al capoclasse, al vigile, al portiere a un silfo che mi sbircia da un cantuccio ad un nocchiere che chiede il passaporto al guardiano di un lido… che mi aspetta da sempre