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  • 12 anni fa
Una volta i destrieri del vento
hanno calcato la desolata piana,
Coperta e striata da un manto
che, odierno, pretende
Uno specchio nel cielo.

Ma quali memorie nasconde
quest’algido e bianco gennaio…

Narrarono - i graffi d’azzurro -
le gesta di tempere calde:
Araldi entusiasti, i colori
si fecero, dunque, diamanti
Dei prati, dei fiori, dei tenui germogli,
mansueti guerrieri festanti in disfida
Veementi nel fulgido urlo del bello
per tutto quel vivido Palio d’Estate.

Ed ecco quel clima di gioia e tenzone
per torcere al cuore del quieto passante
Un plauso e uno sguardo che fosse per loro,
maestoso dettaglio nel quadro campale.
Per dare all’armonica lotta in Natura
il senso di pace per l’animo umano
Mietendo l’eterno d’un fascino innato.

Ma quali memorie nasconde
quest’algido e bianco gennaio…

Ciliegi e betulle ignoravano il ghiaccio
credendo in ingenui rimandi d’autunno.
E i monti di sfondo, e i brulli orizzonti
chiedevano indulti e favori al bel Sole
Perché ritardasse il suo mite imbrunire,
ponendo più tardi il silenzio alla giostra
Di cui, da millenni, si disse Signore.

Ed ora si stagliano ai lati di un campo
schermaglie di sogni negli ossi di fronde.

Ma un messo morente arringa le ombre
e annuncia i pallori risorti di marzo.

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