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  • 17/08/2013
Ciò che sono e che son stato
Me, rimango un impiegato:
Genio alterno e ipocrisia.

Trovo spazio quanto basta
Onde sparger le semenze
del mio ego e delle essenze
Ch'ogni uomo in versi impasta.

La mia rima è forosetta
Piace a villici e braccianti;
Non pretende la si vanti
Quale mèssa sì perfetta.

Il parlar fin qui composto
par bislacco itinerario
per quel tempo, straordinario,
Libero or dal far imposto.

Voi chiedete: "Qual messaggio
si pretende ch'ivi esca
da tal carta giullaresca?
Cosa sia per KQuor foraggio?"

Questo testo sia foriero
d'una confidenza sola:
Val poeta chi mai immola
L'amor proprio e resta austero

Contro quel che ci corrompe,
senza darsi in pasto al fato;
Me, rimango un impiegato.
Che a part-time vieppiù dirompe

In trovate assai sparute
Per sperare in rari ascolti.
Per chissà qual fini colti…
Vi risparmio altre battute.

Mai si nomini poesia…

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