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  • 21/09/2012
Il servizio di Angelo Ruoppolo ( http://www.facebook.com/pages/Angelo-Ruoppolo/40129859538?ref=search ) Teleacras Agrigento del 20 settembre 2011. Ucciso a Palermo un boss gia' condannato per 416 bis al processo per la strage di via D'Amelio, adesso in revisione. Nella sua villa si svolse il summit prima dell' attentato.
Ecco il testo :
Il cadavere e' stato scoperto dalla Polizia, a pochi metri da casa sua, in via Bagnera, numero 36. Il morto dentro la sua automobile grigia, una microcar, una Ligier. Si' perche' la vittima e' stata senza patente, gliel' hanno sospesa durante la sorveglianza speciale. Giuseppe Calascibetta e' stato scarcerato tre anni addietro, e avrebbe, in termini mafiosi, "ricominciato a camminare", assumendo un ruolo di spicco nel quartiere di Santa Maria di Gesu', uno dei mandamenti storici di Palermo, nella zona orientale della citta'. Giuseppe Calascibetta, 60 anni, e' gia' stato capo mandamento della cosca di Santa Maria di Gesu'. Poi e' stato condannato a 10 anni di carcere al processo per la strage di via D'Amelio, non pero' per la strage, ma per associazione mafiosa. Coincidenza : l' omicidio, di stampo mafioso, segue la clamorosa svolta nelle indagini che ha provocato la revisione dei processi per la morte di Paolo Borsellino e la scorta, sconfessando le dichiarazioni del pentito Vincenzo Scarantino. Ed e' stato Scarantino ad accusare Giuseppe Calascibetta. E nella villa del boss ucciso ieri sera a Palermo si sarebbe svolto anche il summit di mafia presieduto da Toto' Riina, che avrebbe cosi' comunicato la sentenza di morte per Borsellino. Alla riunione, che si sarebbe svolta ai primi giorni di luglio del 92, avrebbe partecipato il gotha della mafia dell' epoca: Riina, Pietro Aglieri, Carlo Greco, Francesco Tagliavia, Giuseppe Graviano, Giuseppe La Mattina, Salvatore Biondino, Cosimo Vernengo, i fratelli Natale ed Antonino Gambino. Poi altre 4 o 5 persone che Scarantino' preciso' di non conoscere. Calascibetta fu sottoposto ad un confronto con Scarantino. Poi la condanna, poi la scarcerazione, adesso i colpi di pistola, 4 o 5, sparati alla faccia, sfigurando il volto. Il Procuratore aggiunto di Palermo, Ignazio De Francisci, commenta : "questo delitto e' un segnale allarmante di movimenti nelle cosche a livello apicale nell'ambito di Cosa nostra palermitana".

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