Ruoppolo Teleacras - Mafia ad Alessandria della Rocca
  • 12 anni fa
Il servizio di Angelo Ruoppolo ( https://www.facebook.com/pages/Angelo-Ruoppolo/40129859538 ) Teleacras Agrigento del 25 luglio 2012.
Blitz dei Carabinieri e della Dda contro la presunta famiglia mafiosa di Alessandria della Rocca. 4 arresti. L' inchiesta e' frutto delle indagini sull' omicidio di Pietro Chillura.
Ecco il testo :
Il cimitero dove riposano le anime di Alessandria della Rocca, paese montano in provincia di Agrigento. Domenica 7 agosto 2005. Il silenzio tombale, poi lo scoppio di alcuni colpi d'arma da fuoco, poi il silenzio mortale. E' morto ucciso Pietro Chillura, 58 anni, celibe, Lavoratore socialmente utile in servizio al Comune. L' uomo e' bersaglio appena valica il cancello del cimitero in contrada Fratta. Il custode scappa, terrorizzato, una scia di sangue traccia la sua fuga. Chillura scavalca un muretto e si lancia giu' da una scarpata, 3 metri. Poi il colpo di grazia: un colpo di fucile a pallettoni, una lupara, sparato in faccia. Quasi 7 anni dopo, 25 luglio 2012, i Carabinieri del Reparto operativo di Agrigento, agli ordini del colonnello Salvo Leotta, della Compagnia di Cammarata, capitanata da Vincenzo Bulla, e la Direzione distrettuale antimafia agrigentina pilotata da Vittorio Teresi, hanno arrestato 4 persone. Sarebbero responsabili di associazione mafiosa, il clan attivo ad Alessandria della Rocca, e l' inchiesta e' frutto delle indagini scatenate dall' omicidio di Pietro Chillura. Il delitto sarebbe maturato in un contesto mafioso. Chillura sarebbe stato colpevole, processato e condannato a morte perche', nonostante fosse affiliato, si sarebbe manifestato insofferente verso i clan della Bassa Quisquina, e perche' si sarebbe rifiutato di uccidere su ordine della famiglia mafiosa del paese. Poi, altra macchia : la vittima avrebbe accennato una collaborazione con la Giustizia. Determinanti sono state le dichiarazioni dei familiari della vittima e di alcuni pentiti, poi riscontrate dai Carabinieri. Ad esempio, il pentito di Porto Empedocle, Pasquale Salemi, e' stato ad Alessandria della Rocca al soggiorno obbligato per 14 mesi, tra 1991 e il 1993. E cosi' ha conosciuto alcuni uomini d'onore del posto, e ha saputo che Pietro Chillura, anche se avrebbe ancora incassato i soldi delle estorsioni, sarebbe stato posato dalla famiglia di Cosa nostra per dei problemi di salute. Poi, altro pentito che ha contribuito alla ricerca della verita' e' Maurizio Di Gati, che ha raccontato : "l' omicidio di Pietro Chillura, intesu U sinnacheddu, e' stato fatto dalla famiglia Panepinto. Infatti, io chiesi a Panepinto, quello dell' impianto di calcestruzzo, se potevo stare latitante nascosto nella loro zona, e mi risposero che erano sotto pressione : "ce l' hanno cu nuatri, semu seguiti dalle forze dell' ordine, vieniri cca accamora un ti conviene". E io gli ho domandato : " ma perche' l' hanno cu vuatri ?". E cosi' mi hanno raccontato con un pizzino l'omicidio dentro il cimitero e mi hanno risposto : "era un pisu ca m'aviva a livari ncapu u stomacu, da molto tempo, e basta, ddocu vinni bbona e ddocu u ficimu". Dunque, gli arrestati oggi sono, in carcere, Gaetano Sedita, 69 anni, e ai domiciliari, perche' ultrasettantenni, Domenico Ligammari, 76 anni, e Giuseppe Comparetto, 85 anni. I tre sono pensionati. Un quarto da arrestare e' al momento irreperibile. Si tratta di Pietro Perzia, 67 anni, che si sarebbe trasferito in Inghilterra. Gli indagati sono 8, e per gli altri 4 la richiesta di misura cautelare e' stata respinta. Gaetano Sedita, inteso "u gaddu", sarebbe il capo della cosca dopo la morte del cognato Emanuele Sedita, ucciso il 20 aprile 1995. Poi, presunto vice capo e' Domenico Ligammari, titolare di una tabaccheria nella piazza centrale di Alessandria della Rocca...intervista Riccardo Sciuto, Comandante provinciale Carabinieri Agrigento.