(LaPresse) - «Il disprezzo del presidente degli Usa Trump ha contato sulla nostra progressiva incapacità di decidere, che tanto ha contribuito alla nascita di nazionalismi e populismi in Europa. I recenti avvenimenti fanno capire che la nostra debolezza rende facile il compito di un Presidente che sta voltando le spalle alla storia del suo stesso paese, odia la democrazia e vede il futuro del mondo in un rapporto diretto tra oligarchi o dittatori o chiamateli poteri assoluti. Questo è quello che sta facendo e che farà anche in futuro: dall’Ucraina a qualsiasi altro orizzonte del mondo. Odia l'Europa perché è un impedimento a un disegno politico nuovo per gli USA e spero temporaneo, in cui l’Ue è proprio un impiccio». Così Romano Prodi nel corso del suo intervento al premio Ispi 2025 a Milano. «L’Ue -prosegue Prodi- in questi anni ha finito per odiare se stessa, da anni succube di Orban e dei suoi veti, resa più fragile da debolezza del motore franco-tedesco che ha sempre retto l’UE, tradizionalmente aiutata da Italia».
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