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Trascrizione
00:00La rivalutazione delle pensioni prevista dal 1 gennaio 2026 si attesta all'1,4%.
00:06Un valore considerato troppo basso per compensare l'aumento del costo della vita degli ultimi
00:12anni.
00:13È quanto emerge dall'analisi tecnica elaborata dagli Uffici Previdenza della Cigil Nazionale
00:17e dello SPI Cigil, che hanno esaminato gli effetti del decreto pubblicato in Gazzetta
00:21Ufficiale il 28 novembre 2025.
00:24Il documento evidenzia come la perequazione fissata all'1,4% non riesca a recuperare la
00:29perdita di potere d'acquisto generata dall'impennata inflattiva del biennio 2022-2023, con incrementi
00:36che risultano quasi interamente assorbiti da IRPEF e addizionali locali.
00:40Secondo la simulazione prodotta dagli Uffici Previdenziali, gli aumenti effettivi saranno
00:45minimi.
00:46La pensione minima passerà da 616,67 a 619,79 euro, con un incremento pari a 3,12 euro al
00:54mese.
00:54Una pensione di 632 euro netti nel 2025 raggiungerà 641 euro nel 2026, quindi solo 9 euro in più.
01:04Lo stesso aumento riguarda chi percepisce 800 euro netti, che passeranno da 841 a 850 euro.
01:11Per un assegno netto di 1.000 euro, l'incremento sarà di 11 euro mensili.
01:16Per una pensione da 1.500 euro lordi, dopo le trattenute fiscali, l'aumento reale sarà
01:21di circa 17 euro. Si tratta, come osserva la CIGIL, di incrementi che non permettono
01:27di recuperare la perdita accumulata e finiscono per impoverire ulteriormente chi vive già con
01:32redditi insufficienti. L'analisi sindacale richiama anche un tema più ampio. La mancanza
01:37di un coordinamento efficace tra rivalutazione delle pensioni, prelievo fiscale e maggiorazioni
01:42sociali. Secondo il documento, trattamenti come le pensioni minime integrate o le prestazioni
01:47assistenziali, esentate dall'IRPEF e nate come forme di tutela, possono generare importi
01:53netti molto vicini, e in alcuni casi superiori, a quelli delle pensioni contributive leggermente
01:58più alte costruite con anni di versamenti. La causa risiede nella no tax area, ancora
02:04ferma a 8.500 euro annui, e nella mancata armonizzazione tra i vari istituti. Il risultato,
02:11evidenziano CIGIL e SPI, è un sistema che può produrre disuguaglianze non volute, generando
02:17sfiducia e un senso di ingiustizia sociale. Di fronte a questa situazione, i sindacati
02:22chiedono interventi non episodici ma strutturali. Tra le misure indicate come prioritarie ci sono
02:28l'allargamento e il rafforzamento della quattordicesima mensilità, considerata uno strumento essenziale
02:34per integrare il reddito dei pensionati con importi bassi. L'ampliamento della nota xeria, per
02:40evitare che la rivalutazione venga interamente assorbita dal prelievo fiscale. Secondo quanto
02:46dichiarato da Lara Ghiglione, CINGIL e Lorenzo Mazzoli SPI, senza un adeguamento di questi
02:50strumenti, i pensionati con redditi più bassi continueranno a scivolare verso la povertà,
02:55mentre gli aumenti nominali resteranno puramente formali. La CISIGIL sottolinea inoltre che
03:01le misure introdotte negli ultimi anni non hanno modificato in modo sostanziale il quadro
03:06generale. La narrazione politica sul superamento della legge Monti Fornero e sulla flessibilità
03:12in uscita non trova riscontro nella realtà. Dal 2027 l'età pensionabile aumenterà ulteriormente
03:18e gli assegni futuri rischiano di essere più bassi per effetto delle regole contributive.
03:24I dirigenti sindacali parlano di arretramento dei diritti e denunciano l'assenza di una riforma
03:29organica che metta al centro lavoro, contribuzione e valore sociale delle pensioni. Il sindacato
03:35annuncia anche nuove mobilitazioni. Il 12 dicembre è previsto uno sciopero nazionale per riportare
03:41il tema al centro del dibattito pubblico.
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