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  • 2 giorni fa
«Se mi sento perseguitato? Un po’ sì, non posso negarlo. A quarant’anni sono tornato a vivere in cameretta. Non ho una vita, non posso fare niente, è come essere ai domiciliari». Così Andrea Sempio, indagato per il delitto di Chiara Poggi avvenuto il 12 agosto 2007 a Garlasco, in un'intervista a Bruno Vespa a «Cinque minuti» su Rai1. Sempio ha fornito la sua versione su alcuni dettagli emersi in questi mesi, dalle spese segnate dal padre al presunto passaggio di domande – come spiegato qui.

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Trascrizione
00:00Secondo lei chi ha ucciso Chiara Poggi?
00:04Credo che ormai sia stato acclarato in anni di processi e in più sentenze, quindi io mi rifaccio a quello che hanno detto le sentenze, ad oggi il colpevole Alberto Stasi non ha motivo di pensare il contrario.
00:15Lei ha 37 anni, al momento del diritto ne aveva 19, è stato indagato per tre volte, due volte archiviato e adesso si sente perseguitato?
00:26Un po' sì, non posso negarlo, sì ormai è una cosa che periodicamente ricapita, ci ricadi dentro e tutto, quindi sì capisco che un certo accanimento c'è, spero in buona fede ma...
00:42È cambiata molto la sua vita?
00:43Totalmente, io al momento non ho una vita, io al momento sono tornato a vivere nella cameretta in cui stavo una volta e a quasi 40 anni sono chiuso lì, non posso fare niente, non posso avere una vita, è come essere ai domiciliari.
01:03Sei qui un po' più chiudo?
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