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  • 2 giorni fa
Napoli, 17 nov. (askanews) - Sulla sicurezza e la pace nel Mediterraneo "l'Italia e la Nato stanno lavorando insieme". Lo afferma Stuart Benjamin Munsch, ammiraglio a quattro stelle della Marina degli Stati Uniti d'America che guida le forze navali Usa in Europa e in Africa, nonché dal 27 giugno 2022 il comando alleato congiunto delle forze Nato a Napoli (Jfc Naples). In un'intervista rilasciata in esclusiva ad askanews, Munsch - che in questi anni ha avuto un osservatorio privilegiato sui problemi legati al Mare Nostrum - spiega: "Non si può separare l'Italia dal Mediterraneo. Sono due mondi che vanno di pari passo, ed è sempre stato così. Quindi è perfettamente normale che abbiate un profondo interesse per il Mediterraneo e la Nato è un'Alleanza a 360 gradi, il che significa che guardiamo, fisicamente ma anche metaforicamente, in tutte le direzioni e a tutti i tipi di minacce".Per secoli dice l'ammiraglio, il Mediterraneo è stato la chiave per questa parte di mondo. "Da moltissimo tempo, è così. E se il Mediterraneo era la chiave, Napoli lo era a sua volta per il Mediterraneo. Aveva perfettamente senso che un quartier generale della NATO fosse qui in Italia fin dalla istituzione dell'Alleanza nel 1951, e il Mediterraneo rimane vitale per l'influenza economica che esercita, così come per l'accesso che rappresenta ad Europa, Africa e Medio Oriente. Lo possiamo vedere proprio ora, con i conflitti in corso nella regione, con la Russia che combatte contro l'Ucraina, e con ciò che accade nella regione del Levante e nel Mediterraneo orientale. I conflitti non mancano e c'è una reale preoccupazione, se questi dovessero confluire e diventare un unico grande conflitto. Fortunatamente, finora siamo riusciti a impedire che ciò accadesse, ma questo è solo un esempio di quanto sia importante il Mediterraneo per il resto del mondo".Ma come si mantiene la pace in questo bacino da sempre sconvolto dalle guerre?"Per l'Italia, data la vostra posizione, ci sono minacce provenienti dal mare, alcune delle quali anche nell'ambiente sottomarino. Alla luce di quanto accaduto nel Baltico, dove si sono verificati danni a oleodotti e cavi di comunicazione, è normale che la posizione dell'Italia nel mezzo del Mediterraneo desti preoccupazioni. Anche data l'attività economica che si svolge tra l'Italia e gli altri Paesi affacciati sul Mediterraneo, incluso il Nord Africa, il traffico che passa attraverso il canale di Suez e per l'Italia. Ci sono inoltre preoccupazioni in materia di immigrazione: le persone migrano da e verso l'Italia da sempre, e nell'era moderna, l'Italia vorrebbe che ciò avvenisse in modo controllato, ovviamente. E vogliamo che le persone siano protette in mare, e che non ci siano grandi perdite di vite umane. Tutte cose su cui Italia e NATO stanno lavorando insieme".La Marina Militare italiana partecipa attivamente alle missioni NATO nel Mediterraneo orientale. Missioni spesso destinate anche a monitorare l'aumento delle navi russe nel bacino: una situazione descritta come allarmante e senza precedenti. Lei che, nel corso della sua lunga carriera, ha anche comandato la quinta Submarine Development Squadron (DEVRON) come valuta la situazione? La minaccia russa si sta moltiplicando solo in superficie? Siamo preparati a tutto questo? "La Marina russa si è trasformata", spiega Munsch. "Hanno perso il 40% delle loro navi nel Mar Nero, distrutte dagli ucraini, ma hanno continuato a costruirne di nuove. Hanno costruito più navi nuove di quante ne abbiano perse. Non solo: rimangono operativi, soprattutto in ambiente subacqueo, con i loro sottomarini. Stanno passando da navi di grandi dimensioni a navi più piccole, per lo più lanciamissili. Questo è a loro favore, ma hanno avuto molti problemi con la manutenzione delle navi e il mantenimento dei loro equipaggi. Quindi la presenza dei russi nel Mediterraneo è effettivamente diminuita negli ultimi anni a causa di questa perdita di prontezza e della capacità di mantenere le loro navi. Ora vogliamo contenerli il più a est possibile, per ridurre al minimo la loro influenza. La Marina Militare italiana sta lavorando diligentemente su questo, insieme con altre marine militari che fanno parte della NATO, ma i russi torneranno quando questa guerra con l'Ucraina sarà finita. Persevereranno nel cercare di espandere la loro influenza, e quindi dobbiamo continuare a rendere la NATO sempre più forte per poter contrastare questo fenomeno in futuro".Intervista di Cristina GiulianoMontaggio di Linda VerzaniImmagini Nato, Askanews

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00:00Sulla sicurezza e la pace nel Mediterraneo, l'Italia e la Nato stanno lavorando insieme, lo afferma Stuart Benjamin Munch, ammiraglio a quattro stelle della Marina degli Stati Uniti d'America che guida le forze navali USA in Europa e in Africa, nonché dal 27 giugno 2022 il comando alleato congiunto delle forze Nato a Napoli, JFC Naples.
00:22In un'intervista rilasciata in esclusiva da Scanews, Munch, che in questi anni ha avuto un osservatorio privilegiato sui problemi legati al mare Nostrum, spiega.
00:37Non si può separare l'Italia dal Mediterraneo, sono due mondi che vanno di pari passo ed è sempre stato così.
00:46Quindi è perfettamente normale che abbiate un profondo interesse per il Mediterraneo e la Nato e un'alleanza a 360 gradi, il che significa che guardiamo fisicamente ma anche metaforicamente in tutte le direzioni e a tutti i tipi di minacce.
01:02Per secoli, dice l'ammiraglio, il Mediterraneo è stato la chiave per questa parte di mondo.
01:07Da moltissimo tempo è così e se il Mediterraneo era la chiave, Napoli lo era a sua volta per il Mediterraneo.
01:22Aveva perfettamente senso che un quartier generale della Nato fosse qui in Italia fin dalla istituzione dell'alleanza nel 1951
01:29e il Mediterraneo rimane vitale per l'influenza economica che esercita così come per l'accesso che rappresenta ad Europa, Africa e Medio Oriente.
01:40Lo possiamo vedere proprio ora con i conflitti in corso nella regione, con la Russia che combatte contro l'Ucraina
01:46e con ciò che accade nella regione del Levante e nel Mediterraneo orientale.
01:51I conflitti non mancano e c'è una reale preoccupazione se questi dovessero confluire e diventare un unico grande conflitto.
02:00Fortunatamente finora siamo riusciti a impedire che ciò accadesse
02:03ma questo è solo un esempio di quanto sia importante il Mediterraneo per il resto del mondo.
02:10Ma come si mantiene la pace in questo vaccino da sempre sconvolto dalle guerre?
02:15Per l'Italia, data la vostra posizione, ci sono minacce provenienti dal mare, alcune delle quali anche nell'ambiente sottomarino.
02:33Alla luce di quanto accaduto nel Baltico, dove si sono verificati danni a oliodotti e cavi di comunicazione,
02:39è normale che la posizione dell'Italia nel mezzo del Mediterraneo desse preoccupazioni.
02:45Anche data l'attività economica che si svolge tra l'Italia e gli altri paesi affacciati sul Mediterraneo,
02:51incluso il Nord Africa, il traffico che passa attraverso il canale di Suez e per l'Italia.
02:56Ci sono inoltre preoccupazioni in materia di immigrazione.
03:00Le persone migrano da e verso l'Italia da sempre.
03:03E nell'era moderna l'Italia vorrebbe che ciò avvenisse in modo controllato ovviamente.
03:08E vogliamo che le persone siano protette in mare e che non ci siano grandi perdite di vite umane.
03:14Tutte cose su cui l'Italia e la Nato stanno lavorando insieme.
03:20La Marina Militare Italiana partecipa attivamente alle missioni Nato nel Mediterraneo orientale,
03:26missioni spesso destinate anche a monitorare l'aumento delle navi russe nel bacino.
03:32Una situazione descritta come allarmante e senza precedenti.
03:35Lei che nel corso della sua lunga carriera ha anche comandato la quinta Submarine Development Squadron,
03:42come valuta la situazione?
03:43La minaccia russa si sta moltiplicando solo in superficie?
03:47Siamo preparati a tutto questo?
03:49La marina russa si è trasformata, spiega Munch.
04:02Hanno perso il 40% delle loro navi nel Mar Nero, distrutte dagli ucraini,
04:07ma hanno continuato a costruirne di nuove.
04:09Hanno costruito più navi nuove di quante ne abbiano perse.
04:12Non solo rimangono operativi, soprattutto in ambiente subacqueo, con i loro sottomarini.
04:18Stanno passando da navi di grandi dimensioni a navi più piccole, per lo più lanciamissili.
04:24Questo è a loro favore, ma hanno avuto molti problemi con la manutenzione delle navi
04:29e il mantenimento dei loro equipaggi.
04:31Quindi la presenza dei russi nel Mediterraneo è effettivamente diminuita negli ultimi anni
04:36a causa di questa perdita di prontezza e della capacità di mantenere le loro navi.
04:41Ora vogliamo contenerli il più a est possibile, per ridurre al minimo la loro influenza.
04:48La Marina Militare Italiana sta lavorando diligentemente su questo,
04:52insieme con altre marine militari che fanno parte della Nato.
04:56Ma i russi torneranno quando questa guerra con l'Ucraina sarà finita.
05:01Persevereranno nel cercare di espandere la loro influenza
05:04e quindi dobbiamo continuare a rendere la Nato sempre più forte
05:08per poter contrastare questo fenomeno in futuro.
05:11And so, we need to continue to make Nato ever stronger
05:15in order to be able to counter that in the future.
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