Vai al lettorePassa al contenuto principale
  • 19 ore fa
Roma, 24 ott. (askanews) - Linda Laura Sabbadini si racconta nel primo episodio di SGUARDI, il nuovo approfondimento di Askanews: storie, fatti, persone del nostro mondo che cambia.Anticipiamo un pezzetto dell'intervista "Contando gli italiani" in questo trailer. "SGUARDI" di Alessandra Quattrocchi, caporedattrice dell'agenzia, è interviste e storie video long format. SGUARDI è anche una serie di podcast per vedere la realtà da un altro punto di vista. "Ho scritto il mio libro "Il paese che conta" perché ho voluto raccontare questa avventura", dice Sabbadini parlando del volume uscito in settembre, "un'avventura nelle statistiche dove racconto tutto quello che abbiamo fatto, perché poi non l'ho fatto solo io, con tante persone appassionate e scoprendo quello che succede all'interno del nostro Paese per anni e anni, dando visibilità agli invisibili e con un linguaggio molto semplice che permette di capire i numeri anche se uno ha problemi pensa di avere perché molto spesso pensiamo di avere problemi con i numeri"."I dati, le statistiche rompono stereotipi. Per esempio, non vi immaginereste mai che 3 milioni e mezzo di uomini fanno la maglia o ricamano nel tempo libero perché gli piace. E che addirittura sono cresciuti da 400.000 che erano in vent'anni, mentre le donne sono diminuite. Certo, le donne lo fanno molto di più". E ancora: "L'Italia ovviamente è cambiata ,è cambiata molto perché è cresciuta la presenza femminile nel mondo del lavoro, soprattutto a partire dal 1995. Dopo la recessione, fino al 2008 c'è stata una crescita continua. Dal 2008, però a oggi non siamo più a quei a quei ritmi di crescita. Anzi le donne si trovano in difficoltà. Sta crescendo l'occupazione, ma non ai ritmi di cui ci sarebbe bisogno e soprattutto noi siamo ultimi, ultimi come occupazione femminile in Europa, tra gli ultimi anche nei paesi OCSE quasi metà delle donne non lavora, e questo significa che non è autonoma economicamente, e nello stesso tempo è anche più esposta a violenza domestica. Perché se per una donna occupata è già difficile rompere una relazione in presenza di violenza, figuriamoci per chi non ha un'autonomia economica"."SGUARDI" sarà visibile sul sito di Askanews e sul canale YouTube dell'agenzia con anticipazioni su tutti i social.

Categoria

🗞
Novità
Trascrizione
00:00Ho scritto il mio libro, Il paese che conta, perché ho voluto raccontare questa avventura,
00:10un'avventura nelle statistiche dove racconto tutto quello che abbiamo fatto,
00:17perché poi non l'ho fatto solo io con tante persone appassionate,
00:22scoprendo quello che succede all'interno del nostro paese per anni e anni,
00:29dando visibilità agli invisibili e con un linguaggio molto semplice
00:35che permette di capire i numeri anche se uno ha problemi, pensa di avere,
00:43perché molto spesso pensiamo di avere problemi con i numeri.
00:48I dati, le statistiche rompono stereotipi, per esempio non vi immaginereste mai
00:55che 3 milioni e mezzo di uomini fanno la maglia o ricamano nel tempo libero perché gli piace
01:03e che addirittura sono cresciuti da 400 mila che erano in 20 anni,
01:11mentre le donne sono diminuite, certo le donne lo fanno molto di più.
01:15L'Italia ovviamente è cambiata, è cambiata molto perché è cresciuta la presenza femminile
01:22nel mondo del lavoro, soprattutto a partire dal 1995 dopo la recessione fino al 2008
01:31c'è stata una crescita continua, dal 2008 però a oggi non siamo più a quei ritmi di crescita,
01:43anzi le donne si trovano in difficoltà.
01:47Sta crescendo l'occupazione ma non ai ritmi di cui ci sarebbe bisogno
01:52e soprattutto noi siamo ultimi, ultimi come occupazione femminile in Europa,
01:59tra gli ultimi anche nei paesi oxe, quasi la metà delle donne non lavora
02:05e questo significa che non è autonoma economicamente e nello stesso tempo
02:12è anche più esposta a violenza domestica.
02:16perché se per una donna occupata è già difficile rompere una relazione in presenza di violenza
02:24figuriamoci perché non ha un'autonomia economica.
Commenta prima di tutti
Aggiungi il tuo commento

Consigliato