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  • 8 hours ago
"Abbiamo una medicina spesso consolidata su dei sylos dove le discipline non si parlano e invece forse ora è necessario lavorare sull’integrazione di queste e creare dei ponti tra la neuropsichiatria infantile e la neurologia, tra la neurologia e la geriatria sull’asse delle fasi della vita, ma anche con la psichiatria e con la cardiologia”. Lo ha detto Alessandro Padovani, presidente della Società italiana di Neurologia (Sin), all’incontro ‘Brain Health Inequalities - Idee e strategie per non lasciare indietro nessuno’, organizzato da Triennale Milano in collaborazione con Lundbeck Italia nell’ambito dell'Esposizione internazionale  Inequalities. Un’occasione per discutere del diritto di accesso alle cure nell’ambito della salute del cervello.

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00:00I dati dicono che le malattie neurologiche innanzitutto sono molto più prevalenti,
00:08interessano molti più cittadini di quello che generalmente si ritiene. Le malattie
00:14neurologiche contengono diverse condizioni che vanno dallo stroke all'epilessia attraverso la
00:21cefalea, la sclerosi multipla, le demenze, il Parkinson, sono la causa principale di disabilità
00:27e sono diventate tutte insieme la seconda causa nel mondo di mortalità. Questo significa quanto
00:33il peso sociale, i costi sociali delle malattie neurologiche rappresentano. Pone anche un altro
00:39grosso problema come gestire le persone che sono colpite dalle malattie neurologiche, tutte quelle
00:45persone che entrano in una condizione per la quale il sistema sanitario, almeno in Italia,
00:50dovrebbe dare risposte. C'è un problema di forza lavoro, c'è un problema di accesso, c'è un problema
00:55anche di eguaglianza nelle cure e c'è probabilmente anche una questione di competenze. Noi abbiamo una
01:03medicina spesso consolidata su dei silos che non si parlano, le discipline, invece forse c'è ora è
01:10necessario lavorare su una integrazione di queste, creare dei ponti tra la neuropsichiatria infantile,
01:18la neurologia, la geriatria sull'asse delle fasi della vita, ma anche con la psichiatria e con la
01:24cardiologia per alcune di queste. I fattori di rischio cardiovascolare sono anche fattori di
01:29rischio cerebrovascolare. Se noi lavoriamo in questa dimensione potremmo insieme rispettare anche quanto
01:35il ministero oggi ha fatto suo, lo slogan di One Health, cioè non c'è una unica condizione che colpisce
01:43il nostro corpo, la nostra esistenza, ma queste malattie poi partecipano e si influenzano vicendevolmente.
01:49Abbiamo una sanità molto concentrata sugli ospedali e abbiamo una componente socioassistenziale
01:59ancora fortemente radicata nei distretti. Cercare di unire la medicina delle cure primarie con la
02:06medicina specialistica non è facile, cercare di lavorare sulle filiere territorio ospodale e ospedale
02:12territorio non è assolutamente facile. Esistono fragilità diverse, certo che quando parliamo di fragilità nei
02:18bambini e fragilità nei anziani, ecco queste due categorie dovrebbero essere al centro del nostro
02:24agito e invece ancora lavoriamo in qualche modo su schemi passati, anche nella formazione dovremmo
02:31lavorare molto, quindi c'è ancora molto da fare. Il DM77 aiuta, la volontà delle regioni aiuta, però
02:38devo dire il gap in termini di forza lavoro non aiuta, quindi c'è ancora molto da fare da questo punto di vista.
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