Un sodalizio criminale finalizzato allo spaccio di droga stipulato da sette cittadini tunisini e un cittadino italiano, che avrebbe potuto fruttare guadagni del valore di circa 500 mila euro è stato smascherato dalla Direzione distrettuale antimafia di Bologna: questa mattina, all’alba, i carabinieri del comando provinciale della città romagnola con il supporto del Nucleo elicotteristi di Forlì e dell’unità antidroga del capoluogo di Regione hanno arrestato nove persone, subito portare in carcere. Sono però in totale 18 gli indagati e vivono tutti nel Nord Est, a Ravenna, Rimini, Ferrara oltre che Treviso. Nei dettagli, sette uomini sono stati arrestati a Rimini, uno a Ravenna e uno a Castelfranco Veneto. La persona ritenuta al vertice dell’organizzazione è un cittadino tunisino, mentre la base operativa era in un bar. Le indagini erano iniziate nell’ottobre del 2023 in seguito ad una violenta aggressione di cui fu vittima un cittadino di origini straniere nella frazione di Mezzano a Ravenna: sia la vittima che i picchiatori erano di origine nordafricana. Si era scoperto che la rissa era scattata per il mancato pagamento di alcune dosi di droga. Nei mesi immediatamente successivi furono arrestati più pusher in flagranza di reato: era solo la fase propedeutica a risalire lentamente ai vertici dell’organizzazione criminale: le nove persone arrestate erano in cima alla piramide gerarchica che si avvaleva di spacciatori minori per consegnare le dosi ai clienti in gran parte delle piazze di spaccio emiliano romagnole, in particolare, nel Ravennate e nella zona sud della provincia di Ferrara. In gran parte venivano smerciate dosi di cocaina e hashish: i prezzi variavano, è emerso che un grammo di cocaina veniva spacciato con una forbice compresa tra i 70 e i 90 euro, mentre un grammo di hashish veniva ceduto tra i 10 e i 15 euro al grammo. I pusher, consegnavano «al dettaglio» anche 300 dosi di droga al giorno. Durante il periodo di indagine sono stati sequestrati circa 10 chili di stupefacente. Durante il blitz all’alba sono spuntati fuori anche gioielli, telefoni cellulari e panetti di hashish racchiusi in confezioni “griffate” con brand di alta moda o marche di snack per bambini.
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