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Come funziona il pignoramento dello stipendio da parte dell’Agenzia delle Entrate
Pausa Caffè
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2 giorni fa
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In alcune occasioni, l'Agenzia delle Entrate Riscossione può pignorare lo stipendio in modo automatico.
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Vediamo chi corre questo rischio.
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Nessuno scappa dai debiti contratti con l'Agenzia delle Entrate.
00:13
Non importa che siano delle tasse, delle imposte o delle multe, i contribuenti si possono ritrovare lo stipendio pignorato.
00:22
L'Ader può agire direttamente presso il datore di lavoro, trattenendo quanto dovuto dalla busta paga,
00:27
o può agire direttamente con l'Inps per trattenere una quota della pensione.
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I limiti di pignorabilità non sono uguali per tutti, ma variano a seconda di quanto percepisce il singolo lavoratore.
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L'Agenzia delle Entrate, quando decide di pignorare lo stipendio di un contribuente,
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segue delle regole leggermente diverse rispetto a quelle dei creditori privati.
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A mettere mano alle norme che regolamento questa prassi è stato il Decreto-Legge 62.013,
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anche noto come Decreto del Fare, che ha introdotto una serie di tutele per i debitori,
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in modo da garantire loro un reddito minimo per sopravvivere.
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Cerchiamo di capire quindi come si muove il fisco per ottenere il pagamento dei debiti.
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Generalmente l'Agenzia delle Entrate-Riscossione, l'ente incaricato per riscuotere i debiti dei contribuenti,
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invia al contribuente una lettera di presa in carico o una cartella esattoriale
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con cui comunica che ci sono dei debiti da pagare.
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Una volta ricevuta questa missiva,
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il diretto interessato ha tempo 60 giorni per pagare il debito o chiedere una dilazione.
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In linea strettamente di principio,
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nel momento in cui il debitore non paga una volta che è scaduto il termine
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e l'ente esattore può avviare le pratiche di pignoramento.
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Nella maggior parte delle volte,
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meno, siamo di fronte a un dato statistico, non a un obbligo di legge,
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questo avviene molto tempo dopo,
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a volte il fisco può impiegare un anno per arrivare ad azioni concrete.
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Una delle tante riforme sulla riscossione dei debiti fiscali
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introdotte ultimamente dal legislatore,
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ci stiamo riferendo all'articolo 3 del DLG SN 110 del 29 luglio 2024,
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ha previsto il discarico automatico delle cartelle esattoriali dopo 5 anni.
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Questo avviene quando l'ente incaricato della riscossione
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ritiene che eventuali tentativi di pignoramento
02:23
non possano sortire alcun tipo di effetto,
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come può accadere con i soggetti nullatenenti.
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Vediamo in quale modo l'Agenzia delle Entrate e Riscossione
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può pignorare lo stipendio di un contribuente.
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Può essere fatto rimanendo all'interno di questi limiti.
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Fino a un decimo per stipendi fino a 2.500 euro.
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Fino a un settimo per stipendi tra 2.501 e 5.000 euro.
02:49
Fino a un quinto per stipendi che superano i 5.001 euro.
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Si parla sempre, a ogni modo, di stipendio netto,
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quindi dai calcoli sono esclusi i contributi e le imposte.
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Non si prendono in considerazione invece altri pignoramenti
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che potrebbero essere già in corso.
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Anche il TFR può essere pignorato nei limiti di un quinto.
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Il fisco ha la possibilità di pignorare anche la pensione.
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Valgono gli stessi limiti che abbiamo appena visto per lo stipendio.
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In questo caso i calcoli da effettuare sono leggermente più complessi.
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Prima di tutto è necessario prendere in considerazione la pensione netta,
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nella quale non incide la cessione del quinto,
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ed è necessario sottrarre il minimo vitale,
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che è pari al doppio dell'ammontare dell'assegno sociale.
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Il risultato che si ottiene è la base per calcolare la percentuale pignorabile.
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L'assegno sociale, nel 2025, è pari a 538,69 euro.
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Il doppio è quindi 1077,38.
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L'eventuale eccedenza può essere pignorata fino a un quinto.
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L'Agenzie delle Entrate e Riscossioni può pignorare il conto corrente nella sua interezza,
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arrivando a coprire una cifra pari al doppio del valore del debito,
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in modo da coprire anche gli interessi e le spese di procedura.
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Se sul conto corrente vengono accreditati stipendio o pensione,
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possono essere pignorate unicamente le somme che si trovano in giacenza al momento della notifica,
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e se superano il triplo dell'assegno sociale,
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mentre se il saldo è inferiore, non è possibile procedere.
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Le somme che vengono versate successivamente
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possono essere pignorate solo nei limiti che abbiamo appena visto.
04:30
Nel caso in cui la prima casa sia l'unico immobile di proprietà del contribuente,
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l'Agenzia delle Entrate non la può pignorare.
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Vige quindi quello che viene ufficialmente conosciuto come il divieto di pignoramento della prima casa.
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Questa prassi, però, viene adottata solo e soltanto quando il debitore non ha altre proprietà.
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Nel caso in cui dovesse avere anche una semplice quota,
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per esempio un terzo di un terreno,
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l'Ader può avviare il pignoramento delle altre proprietà e della prima casa.
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Questo significa che il divieto di pignoramento della prima casa
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ricorre solo quando ci sono le seguenti condizioni.
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Il debitore non deve avere altre proprietà o quote di immobili.
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La casa non deve essere di lusso.
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Non rientra quindi nelle categorie catastali A1, A8 e A9.
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L'immobile deve essere adibito a civile abitazione del contribuente.
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Nella casa il contribuente deve aver posto la propria residenza.
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Quando uno di questi requisiti non dovesse essere presente,
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l'Agenzia delle Entrate riscossione può procedere con il pignoramento immobiliare.
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Il pignoramento della casa può scattare nel momento in cui
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Il contribuente abbia un debito superiore a 120.000 euro,
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comprensivo di sanzioni e interessi.
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Il patrimonio mobiliare del debitore risulti essere superiore a 120.000 euro.
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In precedenza, l'esattore abbia provveduto a iscrivere un'ipoteca sull'immobile da pignorare
06:00
e 30 giorni prima di avviare la pratica abbia notificato l'operazione al debitore.
06:06
Con raccomandata OPEC.
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