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  • 3 mesi fa
Una famiglia qualunque che cerca di ritrovarsi. Una commedia agrodolce che racconta con sincerità e ironia il delicato momento della separazione. Ecco un clip in anteprima esclusiva di La famiglia Leroy. Il primo lungometraggio di Florent Bernard che mescola nostalgia, risate e momenti di commozione, portando sul grande schermo una storia universale con la freschezza di chi l'ha vissuta sulla propria pelle. Il film arriva nelle sale italiane il 25 settembre distribuito da Wanted.
La trama di La famiglia Leroy
Sandrine Leroy (Charlotte Gainsbourg) comunica al marito Christophe (José Garcia) di voler divorziare. I loro figli Loreleï (Lily Aubry) e Bastien (Hadrien Heaulmé) saranno presto abbastanza grandi da lasciare la casa, e lei non riesce più a immaginare di rimanere sola con lui. In un ultimo, disperato tentativo, Christophe organizza un weekend "speciale": un viaggio attraverso i luoghi chiave della storia della loro famiglia. Un'idea tanto romantica quanto ingenua, che porterà tutti e quattro a confrontarsi con i propri sentimenti e le proprie paure.

Ma questo viaggio spensierato si rivelerà tutt'altro che facile. Tra parcheggi di supermercati, hotel squallidi e karaoke imbarazzanti, la famiglia Leroy dovrà fare i conti con vent'anni di matrimonio, dieci dei quali probabilmente di troppo. Un percorso che li costringerà finalmente a guardarsi negli occhi e a dirsi quello che non hanno mai avuto il coraggio di confessare.
Una storia d'amore quasi autobiografica
«Avevo visto diverse opere che trattavano la separazione dei genitori e il più delle volte mi mancava il punto di vista dei figli», racconta Florent Bernard. Il 34enne regista ha voluto creare per il suo primo lungometraggio una commedia agrodolce che si posizionasse «a metà strada tra il dramma hard-boiled e la commedia pura», attingendo alla propria esperienza personale senza mai cadere nell'autobiografismo facile.

«I miei genitori si sono separati quando avevo l'età dei ragazzi del film», confessa Bernard. «Io e mio fratello gli abbiamo detto che era un problema loro e mio padre l'ha presa molto male. È da qui che è nata l'idea». Ma il regista è stato attento a non assegnare colpe. «Non c'è nessuno da incolpare. Solo le cose della vita che sono andate male».

Per Bernard, girare in Borgogna non era solo un omaggio alle proprie origini, ma un modo per «mettere in risalto le regioni della Francia, gli scenari della gente che non sono necessariamente cartoline turistiche». Rotatorie, Buffalo Grill, zone commerciali: «trovo che questo possa avere molta poesia», spiega. Trasformando la quotidianità più banale in qualcosa di cinematograficamente affascinante. Il film nasce come «una dichiarazione d'amore ai miei genitori ed è molto sincera, quindi forse a volte un po' cruda, beffarda. Ma ho solo un desiderio: dire ai miei genitori che li amo così come sono».
Il ritorno di Charlotte Gainsbourg alla commedia (tanto amata e poco frequentata)
Per Charlotte Gainsbourg, che interpreta Sandrine, questo film rappresentava l'occasione perfetta per tornare alla commedia. «È stato durante il Covid, ero appena tornata a Parigi e avevo molta voglia di recitare in una commedia, un genere che non avevo ancora affrontato molto», racconta l'attrice.

Sandrine è una donna sotto pressione, in quella che Gainsbourg definisce una forma di «depressione da molti anni» senza rendersene conto. «In vent'anni di matrimonio ci sono stati forse dieci anni buoni e dieci anni di declino», dice. Il personaggio vive la paura del nido vuoto, ma soprattutto l'incapacità di immaginare un futuro solo con il marito. «Non è più innamorata, ma prova ancora tenerezza per lui, il che è terribile perché non fa funzionare una coppia».

L'attrice ha lavorato intensamente con il regista per dare corpo al personaggio. «Avevo bisogno di appoggiarmi meno alle battute già esistenti per non dare l'impressione di cercare di essere divertente». Il risultato è una performance che mescola fragilità e determinazione, dove la comicità nasce dalla sincerità piuttosto che dall'artificio. «Se il film è a divertente, lo è nonostante me!», confessa con autoironia.

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00:00Come va?
00:05Bene.
00:07No, non va bene. Ti conosco.
00:10Sei un po' troppo vicino, sai.
00:12Non ti piace l'idea di un weekend tutti insieme, vero?
00:15Beh, no, non è quello, ma...
00:17Magari sarà anche giusto.
00:19Ma se volevi davvero fare qualcosa di incredibile,
00:22avresti potuto portarci in Italia o, beh, da qualche altra parte, in un posto più figo.
00:28Non capisco.
00:30Non abbiamo ricordi in Italia.
00:46Porca miseria.
00:51Vado alla macchinetta. Vuoi un caffè?
00:54Mamma, ho 16 anni, lo sai.
00:55E allora? A 16 anni bevevo caffè.
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01:20Metterò le lenti per avere gli occhi da gatto.
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