00:00Tracciamo un bilancio di questa prima giornata di festival, si aspettava una risposta così forte da parte del mondo imprenditoriale?
00:10Assolutamente no, almeno non con questa intensità . Avevamo e avevo la sensazione che ci fosse un bisogno profondo di confronto, ma la partecipazione, l'entusiasmo e la voglia di esserci hanno superato ogni previsione.
00:25Il mio unico rammarico è non aver previsto uno spazio più grande per accogliere tutti. Questo ci dà però la forza e l'obbligo di pensare in grande già da adesso per il prossimo anno.
00:39Cosa ha rappresentato questo festival per confi imprenditori e per le piccole e medie imprese italiane?
00:43È stato un momento di rottura e di svolta. Abbiamo dato voce a chi solitamente resta fuori dal dibattito pubblico, gli imprenditori veri, quelli che lavorano sul campo, che rischiano e che innovano, che si confrontano ogni giorno con la realtà .
01:01In un sistema spesso sordo alle loro esigenze, il festival è diventato un atto di rappresentanza autentica, senza bandiere e senza retorica.
01:10Adesso cosa vi aspettate dalla politica e dalle istituzioni?
01:14Adesso ci aspettiamo risposte concrete e immediate. Tanto si parla e parlano del nostro Made in Italy, importante, fondamentale anche per la sopravvivenza del sistema e del paese Italia.
01:29Ma adesso è arrivato il momento di fare delle scelte. Noi sappiamo che invece il prodotto Made in Italy, per avere la stessa etichetta, deve essere interamente realizzato, progettato e cuscito in Italia.
01:44Altrimenti noi non ne possiamo parlare, non dobbiamo parlare di Made in Italy. Ragioniamo su questo e salviamo dal vero il Made in Italy.
Commenta prima di tutti