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  • 6/10/2025
“La creazione di un team multidisciplinare nell'amiloidosi è fondamentale, più che in altre patologie cardiache, sia per accelerare la diagnosi, che nella definizione della diagnosi finale, perché ci sono diversi tipi di amiloidosi. Il coinvolgimento multiorgano pone la necessità di fare una visita neurologica semestrale, oltre che la visita cardiologica, raramente, nelle forme ereditarie, la visita oculistica o la visita gastroenterologica, quindi dobbiamo avere degli specialisti che siano formati alla gestione di questo tipo di pazienti e che lavorino in rete”. Lo spiega Samuela Carigi, cardiologo responsabile dell’Ambulatorio scompenso e cardiomiopatie dell’ospedale Infermi di Rimini dell’Ausl Romagna, in occasione dell’incontro con la stampa dal titolo “Amiloidosi cardiaca: quando il cuore nasconde una malattia rara” che si è tenuto oggi a Milano presso la sede di Bayer Italia.

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00:00La creazione di un team multidisciplinare dell'amiloidosi è fondamentale, più di
00:09altre patologie cardiache, perché intanto per accelerare la diagnosi, quindi è molto importante
00:17il fatto di fare diagnosi precoce, questo si può fare solo se c'è un team multidisciplinare che
00:23può contare l'uno sull'altro, cioè se il neurologo vede un paziente di cui ha il dubbio
00:27di amiloidosi lo dovrà riferire ad un cardiologo di riferimento e viceversa, ma anche nella
00:34definizione della diagnosi definitiva, perché ci sono tanti tipi di amiloidosi, per esempio
00:39l'amiloidosi AL va gestita con l'ematologo in primis, quindi la rete deve funzionare sia
00:45per intercettare i pazienti, per la cura dei pazienti e infine ovviamente per seguirli nel
00:51tempo, perché il coinvolgimento multiorgano pone la necessità di fare una vista neurologica
00:57semestrale, oltre che la visita cardiologica, raramente nelle forme ereditarie la visita
01:02oculistica o la visita gastroenterologica, quindi dobbiamo avere degli specialisti che
01:07siano dedicati e formati alla gestione di questo tipo di paziente che lavorano in rete.
01:12La terapia dell'amiloidosi si può esprimere a tre livelli fondamentali, nella riduzione
01:17della sintesi, nella stabilizzazione per quanto riguarda l'amiloidosi TTR del tetramero di
01:23transtiretina in modo che non si sfaldi e poi in futuro nella rimozione dell'amiloide
01:29dei tessuti. A che punto siamo? Siamo al punto in cui abbiamo delle molecole che vanno ad agire
01:34sulla riduzione della sintesi epatica di transtiretina e sono al momento utilizzate nei pazienti con
01:42polineuropatia amiloidotica e invece è già attuale la possibilità di stabilizzare il tetramero,
01:49quelle delle molecole chiamate stabilizzatori del tetramero che ne impediscono lo sfaldamento
01:54e quindi impediscono l'ulteriore accumularsi dell'amiloide nei tessuti.

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