Nel Lazio quasi un’impresa su dieci usa già l’intelligenza artificiale. Lo certifica Federmanager in occasione dell’assemblea annuale. La regione si posiziona al primo posto in Italia per integrazione dell’AI nei processi produttivi. Le funzioni più impiegate sono linguaggio naturale, riconoscimento vocale, automazione dei flussi e supporto decisionale. La medicina, la logistica e la finanza sono i settori più reattivi. “Ma siamo ancora molto indietro rispetto all’Europa”, avverte il presidente Antonio Amato, che invita i manager a guidare con visione e coraggio. Cresce la domanda di applicazioni intelligenti, motori di ricerca documentali e piattaforme gestionali. La chat “Smart”, sviluppata da un’impresa romana, è già operativa in settori come la finanza e la cyber security, promettendo risposte rapide e pertinenti. “L’intelligenza artificiale non sta cancellando posti di lavoro, li sta trasformando”, afferma Nicola Grandis, ceo di Asc27. È il segnale di una rivoluzione silenziosa ma inarrestabile.