https://www.pupia.tv - Roma - Flaminio Piccoli - Discorsi politici e parlamentari - Saluti di Ascani
Alle ore 11, presso la Sala della Regina di Montecitorio si è svolta la presentazione del libro " Flaminio Piccoli - Discorsi politici e parlamentari". Saluti della vicepresidente della Camera, Anna Ascani. Interventi di Pier Ferdinando Casini, Giampaolo D’Andrea, Marialuisa Sergio e Ernesto Maria Ruffini. Modera Stefano Folli. (03.06.25)
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Alle ore 11, presso la Sala della Regina di Montecitorio si è svolta la presentazione del libro " Flaminio Piccoli - Discorsi politici e parlamentari". Saluti della vicepresidente della Camera, Anna Ascani. Interventi di Pier Ferdinando Casini, Giampaolo D’Andrea, Marialuisa Sergio e Ernesto Maria Ruffini. Modera Stefano Folli. (03.06.25)
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NovitàTrascrizione
00:00:00Buongiorno, buongiorno a tutte e a tutti, benvenuti, bentornati direi in gran parte
00:00:12alla Camera dei Deputati. Oggi presentiamo la raccolta di discorsi politici e parlamentari
00:00:19dell'onorevole Flaminio Piccoli, con cui la Camera ha inteso rendere omaggio a uno
00:00:26dei protagonisti della vita nazionale nella seconda metà del Novecento, per lungo tempo
00:00:32parlamentare della Repubblica, prima qui a Montecitorio dalla terza alla decima legislatura
00:00:38dal 1958 al 1992 e poi al Senato nell'undicesima legislatura dal 1992 al 1994. Saluto e ringrazio
00:00:50i familiari qui presenti, in particolare consentitemelo Flavia Piccoli Nardelli, alla quale mi lega
00:00:56un rapporto di profonda stima professionale, ma cosa rara, in questo luogo anche una sincera
00:01:04amicizia. E gli autorevili ospiti che con la regia di Stefano Folli ci guideranno nella
00:01:10riflessione sul pensiero di piccoli e sul ruolo svolto per oltre quattro decenni nella società,
00:01:16nella politica e nelle istituzioni. Grazie dunque a Maria Luisa Lucia Sergio, a Ferdinando
00:01:22Casini, a Giampaolo D'Andrea e a Ernesto Maria Ruffini, che a breve ascolteremo. Non
00:01:28penso di esprimere un'opinione tanto originale, affermando che Flaminio Piccoli è tra i principali
00:01:33leader della democrazia cristiana. Non c'è scelta compiuta da questo grande partito popolare,
00:01:40tornante incrociato e svolte in presse dove non compaia il suo nome. Piccoli infatti partecipa
00:01:46da protagonista con ruoli spesso di vertice a tutti i passaggi più significativi e qualche
00:01:52volta drammatici, come nel caso del rapimento e dell'assassinio di Aldo Moro, della vita
00:01:57della DC, che è come dire, tra il secondo dopoguerra e la fine del secolo, della vita
00:02:02del Paese. Ho già accennato alla lunga stagione parlamentare che copre un arco di 36 anni, due
00:02:10volte segretario nazionale del partito di maggioranza relativa nel 1969, nel biennio 1980-1982,
00:02:19presidente del Consiglio nazionale dal 1978 al 1980, capogruppo alla Camera dal 1972 al 1978,
00:02:30ministro delle partecipazioni statali tra il 1970 e il 1972, poi presidente della Commissione
00:02:37esteri e dell'internazionale DC. Ma c'è anche un'importante attività in ambito giornalistico,
00:02:43oltre a scrivere numerosissimi articoli, alcuni presenti in questa raccolta, ha fondato e poi
00:02:49diretto un giornale, il Popolo Trentino, divenuto Ladige, ed è stato presidente dell'UXI, l'associazione
00:02:55che riunisce i giornalisti cattolici dal 1968 al 1993. Attendendo anch'io come voi di ascoltare
00:03:04i contributi dei nostri ospiti, mi concentro su poche breve considerazioni. La prima riguarda
00:03:10la vera e propria dedizione alla cosiddetta questione altoatesina, che certamente ha a che
00:03:16vedere con le sue origini trentine, ma che a me pare indice anche di un'attenzione particolare
00:03:21e proprio e soprattutto di un tempo della politica, oggi decisamente sul viale del tramonto, alla
00:03:28rappresentanza degli interessi e dei bisogni dei luoghi dove si viene eletti. Nel 1958,
00:03:35Piccoli, deputato di prima legislatura, partecipa attivamente alla preparazione del cosiddetto
00:03:41pacchetto di misure a favore delle popolazioni altoatesine, che condurranno prima gli accordi
00:03:46con la Sud Tirole Volkspartei e con il Partito Austriaco e nel 1972 al varo del secondo
00:03:53statuto di autonomia delle province di Trento e Bolzano. Ma della situazione delle popolazioni
00:03:58di quelle aree non smetterà mai di occuparsi e di sollecitare, anche con numerosi interventi
00:04:04in Parlamento nel corso soprattutto degli anni Sessanta, attenzione e cura. Cosa che mi
00:04:10colpisce particolarmente, essendo anch'io legata a quella città per ragioni universitarie
00:04:16naturalmente, insomma apprezzo tanto questo legame che, Flavia, peraltro mi ricorda ogni
00:04:22volta che ci incontriamo in amicizia e cerchiamo di ripercorrere quella storia che è poi anche
00:04:27la nostra storia. Aggancio qui la seconda considerazione, che mi piace indicare come prassi dell'apprendistato
00:04:34politico, anche questo spinto su sentieri ormai impolverati. Era consuetudine dei grandi partiti
00:04:41popolari, ma non solo in verità, che l'approdo in Parlamento fosse preceduto da attività politica
00:04:46locale, apprendistato appunto. Piccoli è tra i fondatori della DC Trentina, svolge incarichi nel
00:04:53partito provinciale fino a diventarne segretario prima di essere candidato nel 58 alla Camera dove
00:04:59arriva primo degli eletti e, come detto, il legame con la sua terra, di cui è deputato
00:05:04fino al 1992, non si interromperà mai. C'è poi un altro aspetto, questo per ovvie ragioni
00:05:11esclude l'altro partito popolare, il PC, proprio della formazione di una sensibilità sociale
00:05:17e politica dei democristiani e dell'adesione e la militanza nell'associazionismo cattolico,
00:05:23vera palestra per un'infinità di esponenti e dirigenti. Piccoli milita nell'azione cattolica
00:05:29Trentina, diventando anche presidente della giunta diocesana. In quanto tale, e mi pare
00:05:35un episodio non irrilevante, critica il grande capo dell'azione cattolica, Luigi Gedda, persona
00:05:41che tra le proprie virtù principali non annoverava la pacata tolleranza delle contestazioni. Lo
00:05:47critica sull'autonomia e l'indipendenza reciproca di azione cattolica e partito politico. Scriverà
00:05:53sull'Adige nel 57 che la DC non deve realizzare crociate, ma una sana e civile affermazione
00:06:01per liberare il cittadino dalla schiavitù del bisogno, dell'ignoranza, della paura e per
00:06:07renderlo protagonista della rinascita morale e materiale del suo Paese. La laicità della
00:06:14politica, secondo gli insegnamenti di De Gasperi e Sturzo, sarà sempre solido punto di riferimento
00:06:21della sua visione. Come pure l'antifascismo che l'aveva condotto a lottare per la liberazione
00:06:27dopo che tenente degli Alpini era stato catturato dai tedeschi e messo su un treno per i lager
00:06:32polacchi da cui era riuscito a scappare. Per la cronaca, Piccoli venne sospeso dalla presidenza
00:06:38della giunta e successivamente, dopo un viaggio romano dove incontra anche De Gasperi, reintegrato
00:06:44politico. Infine, il proprio partito. Nel saggio introduttivo al volume, Francesco Malgeri
00:06:50annota che Piccoli non inseguiva incarichi di governo. Egli trovava, scrive lo storico,
00:06:56il suo ubicon system nel partito. Del resto basta scorrere la biografia per rendersi conto
00:07:03di questo, iniziando dalla fondazione della corrente dei Dorotei nel 59, in opposizione
00:07:08al segretario, nonché presidente del Consiglio, Fanfani, attaccato apertamente nel congresso
00:07:14che lesse poi Moro con un intervento che iniziava così. L'onorevole Fanfani deve avere pazienza,
00:07:21più o meno come suggerire a un carnivoro la dieta vegana. Lo stesso Fanfani, con cui correva
00:07:26l'anno 1980, sottoscrive il preambolo per chiudere la stagione del compromesso storico
00:07:32e tornare alla segreteria. Ma è il partito, torniamo con la memoria quanto letto poco fa nell'articolo
00:07:38per l'Adige, il luogo prioritario per costruire la politica, far maturare le idee, unire gli
00:07:45interessi e i bisogni, essere costantemente in dialogo con la vita delle persone, comprendere
00:07:51ciò che si muove nella società e attrezzare decisioni di governo capaci di rispondere al
00:07:57cambiamento necessario. Poi, come sappiamo, quei partiti non sono stati campioni di fedeltà,
00:08:03ma oggi, penso possiamo dirlo senza incertezze, la riduzione del numero e del peso dei partiti
00:08:09non ha certo avvantaggiato la partecipazione dei cittadini alla res pubblica né irrobustito
00:08:16la democrazia. Rifletterci non mi parrebbe operazione sterile. Grazie. Ora do la parola
00:08:23volentieri a Stefano Folli che modererà questo incontro. Grazie.
00:08:28Buongiorno, grazie alla vicepresidente Ascani per questa ottima introduzione molto chiara
00:08:42e esaustiva. Ora discuteremo di Flaminio Piccoli, di quello che ha rappresentato nella sua epoca,
00:08:51nella sua stagione, lunga stagione, e parleremo anche del fatto che molti dei semi che allora
00:08:59germogliarono sono probabilmente ancora quelli che servono per diffondere alcuni dei valori,
00:09:10alcuni dei messaggi politici che Piccoli ha difeso e diffuso nel corso della sua esistenza
00:09:18politica. Come diceva adesso Lorenzo Vascani, Piccoli è, si può definire, uno dei maggiori
00:09:26interpreti di De Gasperi, uno dei maggiori continuatori del suo insegnamento politico.
00:09:34E questo è un elemento estremamente importante perché il De Gasperismo, diciamo aggiornato,
00:09:41reso più idoneo a rappresentare i tempi che cambiano, è stato secondo me una delle grandi
00:09:50lezioni civili e politiche del dopoguerra. Forse la più importante, raccogliere la sua
00:09:57eredità è qualcosa che ancora oggi è un po' un punto interrogativo. Molti hanno provato,
00:10:04non tutti sono riusciti, ma anche per questo motivo è bene ripensare alla figura di Flaminio
00:10:13Piccoli, di quello che gli ha rappresentato, anche di come non fu ben compreso in molti
00:10:18casi nel dibattito politico di allora, dei suoi anni, mal interpretato, mal compreso. In realtà
00:10:25con il tempo che è trascorso, la distanza del tempo, ci permette di valutare in tutta la
00:10:31sua interezza e la sua rilevanza, la sua figura. Uomo di mediazione, uomo attento a
00:10:40evitare gli spigoli bruschi della politica, quelli che poi col passare del tempo sono sembrati
00:10:47quasi un elemento di pregio, in realtà no. L'attitudine alla mediazione, al comporre i
00:10:54fili e al tempo stesso dei valori molto saldi, sono state una delle caratteristiche maggiori
00:11:00di Piccoli come dovrebbero esserlo di qualunque statista, di qualunque politico che voglia
00:11:05lasciare un segno nel suo tempo. Io non voglio togliere tempo adesso ai relatori. Dico che
00:11:13il libro di cui parliamo oggi, Discorsi politici e parlamentari, si chiude tra l'altro con una
00:11:23lettera, una famosa lettera che Piccoli scrisse a Berlusconi nel 1996 e che ha proprio come tema
00:11:31l'importanza del centro. Porsi il problema del centro che non significa più neanche in quel momento
00:11:40porsi il problema di un ritorno della democrazia cristiana, anche se Piccoli nei suoi ultimi anni ci
00:11:46pensava, ci pensava molto, ma questa lettera che cos'è il centrismo è assolutamente realistica. Si pone il
00:11:53problema del movimento del centro, del significato ideale e politico del centro nell'equilibrio politico
00:12:02nazionale e merita secondo me di essere eletta in chi si riconosce nel centrismo ma anche chi non si
00:12:09riconosce. È estremamente una lettera molto pacata, molto equilibrata, che va molto al punto della
00:12:18questione. Si conclude così, rivolgendosi a Berlusconi che era reduce dalla sua prima vittoria
00:12:30elettorale del 1994 e si avviava a occupare la scena politica per molti anni. Il mio è dunque un
00:12:38caldo appello ai responsabili politici e di gruppi di centro, al governo e all'opposizione, che si
00:12:44incontrino superando risentimenti, personalismi e appartenenze per preparare e per il Paese una
00:12:51prospettiva di stabilità che gli dia alle giovani generazioni speranza e fede nelle risposte del sistema
00:12:57democratico, alle loro esigenze di giustizia e di lavoro. Era un uomo attentissimo alla dottrina sociale
00:13:04della Chiesa, come è noto, era attentissimo a far sì che il centro della democrazia cristiana,
00:13:10la sua visione, non perdesse di vista la sua missione sociale e naturalmente sul piano politico
00:13:19non era favorevole all'apertura morotea al Partito Comunista, che questo è abbastanza noto,
00:13:27ma qui è ben raccontato, è ben spiegato. Anche su questo punto non è mai un atteggiamento
00:13:34preclusivo, prepotente, al contrario, polemizzando con Moro nel 1963, mi sembra, dice fondamentalmente
00:13:45attenzione, io sono contrario a questa politica, però in ogni caso c'è anche un problema di
00:13:53tempi, una tempistica. Le aperture di Moro anticipano troppo l'evoluzione. C'è un'evoluzione
00:14:00del Partito Comunista, ma secondo me è meno rapida di quanto Moro creda. C'è almeno un decennio
00:14:06che bisognerebbe aspettare per arrivare alla conclusione a cui arriva prematuramente Moro
00:14:12adesso. Ma questo non preclude un atteggiamento poi di dialogo con lo stesso Moro, di confronto
00:14:19continuo e durante la terribile tragedia della prigionia Piccoli è molto attento a cercare
00:14:28di trovare qualunque possibilità ci fosse per dare a questa terribile vicenda un finale
00:14:35meno tragico. E le stesse lettere di Moro della prigionia, che come sappiamo sono cariche
00:14:42di sentimento verso la democrazia cristiana, qui c'è testimonianza anche di questo, nei
00:14:48confronti dei piccoli resistono sempre un atteggiamento di amicizia, di stima, si avverte
00:14:56una stima profonda per l'uomo che pure non condivideva le sue idee. Insomma c'è molto
00:15:01da dire intorno a questo personaggio perché ha rappresentato un pezzo importantissimo della
00:15:06storia d'Italia del dopoguerra. Vorrei dare la parola per primo a Giampaolo D'Andrea,
00:15:12sì perché Maria Luisa Sergio non è ancora arrivata e quindi prego D'Andrea, abbiamo
00:15:20deciso che dovrebbe restare intorno a 12-15 minuti di interventi. Prego.
00:15:26Buongiorno, grazie ai promotori per avermi voluto coinvolgere in questo ricordo di Flaminio
00:15:45Piccoli e della sua stagione perché Flaminio Piccoli, come è stato anche accennato finora,
00:15:52è uno dei tipici dirigenti, altri dirigenti dell'ADC che aveva la capacità di identificarsi
00:16:04con il contesto nel quale operava e di rappresentarlo con tutte le sue difficoltà e tutte le sue spigolosità.
00:16:18Dico subito questo se ricordiamo che Flaminio Piccoli è stato eletto segretario nel 1980 dal
00:16:30congresso che dichiarò conclusa, diciamo così, la stagione della solidarietà nazionale anche
00:16:40perché la contemporanea indisponibilità, va ricordato questo, del Partito Comunista di assumere una diversa
00:16:53fisionomia rispetto all'ulteriore corso degli eventi e alla evoluzione delle dinamiche politiche
00:17:01e pensò di inaugurare una fase nella quale la governabilità del Paese potesse essere assicurata
00:17:12dall'insieme degli alleati tradizionali dell'ADC, dico l'insieme perché la novità è che erano cinque,
00:17:22non erano quattro, cioè c'erano i liberali che avevano partecipato soltanto alla fase iniziale,
00:17:30quella del centrismo, e c'erano i socialisti che invece avevano partecipato da alleati diretti
00:17:37in tutta la fase che caratterizzò il periodo del centrosinistra. Questa fase del pentapartito
00:17:48cominciava tra l'altro con una novità clamorosa che nessuno si aspettava in quel momento. Io ricordo
00:17:55i titoli dei giornali quando fu annunciata questa svolta. La presidenza del Consiglio affidata
00:18:03un non democristiano, pensate, nel 1980, era un'assoluta novità. Era il repubblicano Spadolini,
00:18:13il designato Presidente del Consiglio, incaricato di formare il primo governo di pentapartito,
00:18:21e il congresso dell'ADC si trova in questo rinnovato, diciamo così, contesto istituzionale,
00:18:32sia per la formula, sia per la modalità di interpretazione della formula, sia con la preoccupazione
00:18:40di non lasciar cadere nel contenuto. Se ve le andate a leggere gli interventi dei massimi
00:18:46dirigenti del partito negli atti di quel congresso nazionale, vedete che c'è la preoccupazione
00:18:52di non lasciar cadere innanzitutto il contenuto delle politiche di solidarietà nazionale,
00:18:58cioè l'idea di una operatività che tenesse conto anche dei pareri altrui, di coloro che
00:19:08non erano titolari in quel momento di cariche di governo. L'idea di un ragionamento sulla
00:19:21evoluzione della società che tenesse conto di regole di trasformazione che erano ineludibili,
00:19:29perché eravamo in una fase nella quale il mondo si andava trasformando sempre più.
00:19:35L'idea di non disperdere, insomma, nella eredità del centrismo e nell'eredità del centro-sinistra
00:19:43e nell'eredità della esperienza della solidarietà nazionale. Io vi ho riassunto con tre slogan,
00:19:50in realtà riflessioni articolatissime che emergevano in quel congresso e che poi sono venute avanti
00:19:58anche dopo. Però c'era un punto, ed è il punto su quale gli organizzatori mi hanno chiesto di
00:20:06insistere particolarmente nel mio intervento, che creava molta preoccupazione. Era il rischio
00:20:16della disarticolazione della DC dal suo bacino tradizionale di riferimento. Attenzione, qui
00:20:27piccoli acutissimo nella relazione al congresso, perché dice che il problema non era il bacino
00:20:34tradizionale e che il bacino tradizionale era cambiato a sua volta e il partito non aveva avuto
00:20:42la capacità di cambiare altrettanto, di raccogliere le nuove domande, di raccogliere le nuove sfide,
00:20:51di raccogliere una lettura esigente delle trasformazioni sociali che invece veniva talvolta
00:20:59affrontata con approssimazione. Io devo parlare poco, quindi non posso fare molte citazioni,
00:21:06che sarebbero interessantissime, perché Piccoli poi aveva una maniera di porre i problemi per
00:21:15metà ragionata e per metà brusca, cioè arrivava alla conclusione del ragionamento con una sintesi
00:21:22ed era netto nella indicazione o nella scelta che andava proponendo. Del tipo che in pieno congresso
00:21:30dice sia chiaro non possiamo continuare così, è difficile che uno che aspira ad essere eletto
00:21:39segretario del partito in una fase come quella dica, quasi sfidando il congresso, non possiamo
00:21:45continuare così. Devono cambiare i nostri comportamenti, deve cambiare il metodo con il
00:21:53quale leggiamo la trasformazione sociale, deve cambiare il sistema di selezione della classe
00:22:01dirigente, deve cambiare il nostro comportamento. Dedica alcune riflessioni particolarmente severe
00:22:09alla questione morale, che vedremo poi fu oggetto specifico di una delle disposizioni
00:22:17approvate dall'Assemblea nazionale degli esterni, cosiddetta del 1981, che dovevano caratterizzare
00:22:26la nuova fase. Ecco, piccoli, praticamente con l'esperienza che è stata raccontata dalla
00:22:36vicepresidente, che saluto poco fa, lunghissima di militanza nel partito e anche in condizioni
00:22:44particolarmente travagliate. Non ci deve sfuggire in quella biografia che nasce mentre la sua famiglia
00:22:53è internata e lui stesso patisce, diciamo, i dolori del campo di concentramento. Prima
00:23:03e seconda guerra mondiale. Ve lo sottolineo perché noi oggi sembriamo essercelo dimenticato
00:23:11e sembriamo esserci dimenticati il collegamento tra la prima e la seconda e purtroppo tra la
00:23:17seconda e la realtà in cui andiamo a vivere. Mi auguro che non ci facciamo prendere dalla
00:23:26miopia che in qualche fase di quel secolo ha preso le classi dirigenti e che sappiamo capire i
00:23:33rischi incontro ai quali andiamo. Lui dà la sensazione di saper riconoscere quei rischi ed è
00:23:42allarmata la sua relazione al congresso. Che cosa era successo nel 1980? Ve lo ricordate
00:23:50che cosa era successo? Il 1980 è stato un anno orribile da tanti punti di vista, pieno
00:23:56di cose che faremmo bene a non augurarci che accadano più. Io non ve le voglio elencare
00:24:05ad una ad una, ma si va dal disastro della strage di Ustica che ancora oggi prende le
00:24:13prime pagine dei giornali perché non siamo riusciti a sciogliere il nodo dello svolgimento
00:24:23dei fatti. Ormai mi pare anche abbastanza chiaro, ma ci dobbiamo domandare perché non
00:24:29c'eravamo riusciti fino ad oggi e quella è una delle conseguenze, ma probabilmente
00:24:34in quella conseguenza si annide la causa della strage di Ustica. È l'anno degli attentati
00:24:42terroristici delle Brigate Rosse. Pochi mesi prima c'era stato l'assassino di Bachelet.
00:24:50Io me lo ricordo quella mattina il corpo di Bachelet alla Sapienza. Aderì, mio malgrado,
00:24:57all'invito del mio amico e leader politico Emilio Colombo, che aveva ricevuto davanti
00:25:03a me la telefonata che gli comunicava che Bachelet era stato ucciso davanti all'aula,
00:25:09praticamente, in cui doveva tenere la lezione, e mi disse io vado là, vuoi venire pure tu.
00:25:15Dissi di sì, giovane, docente universitario, anche io, con grande dolore, forse per rendermi
00:25:25conto e per capire che non era tutta rosa e fiori, nemmeno la nostra vita del futuro
00:25:32sarebbe stata tutta rosa e fiori. E ho ancora qui l'immagine di questa grande personalità,
00:25:43Presidente dell'Azione Cattolica per anni, riferimento di quel mondo, così barbaramente
00:25:50assassinato dalle Brigate Rosse. Ma per non parlare delle altre vittime del terrorismo
00:25:58di quell'anno, che a ripetizione, io insegnavo allora all'Università di Salerno, tanto ormai
00:26:05si può dire, era stato ammazzato il giudice Giacumbi a pochi passi, Andrea sa bene i luoghi,
00:26:12da dove noi facevamo lezione. Mi sento rivolgere un invito dal mio preside di facoltà, poiché
00:26:19io andavo a Salerno da Potenza da pendolare. Dice, quando viene qua, si ricordi, non faccio
00:26:27mai la stessa strada. Mi hanno detto che può essere pericoloso anche per lei. Poi seppi
00:26:34dopo, che c'era stato un allarme di polizia, perché c'erano stati altri attentati a dirigenti
00:26:43della DC periferici, che poi ebbero il fatto più clamoroso nell'assassinio di Ruffilli.
00:26:53La stagione in cui si svolgono questi avvenimenti è questa, che è una stagione particolare.
00:27:01Come decide, piccoli, e entro nel merito per andare alla conclusione, di affrontare questa
00:27:12svolta, questa novità, rimettendo in carreggiata una democrazia cristiana che aveva bisogno
00:27:19di essere così rivitalizzata, ma di avere una forte spinta. Il suo è un linguaggio netto,
00:27:26perentorio. Non possiamo nasconderci dietro la questione comunista per non risolvere la
00:27:33questione democristiana, che non è solo un problema di immagine del nostro partito,
00:27:40ma della nuova strategia che esso deve elaborare per il Paese e nel mondo degli anni Ottanta.
00:27:48questo riferimento al mondo degli anni Ottanta non era così marginale. Piccoli poi si impegna
00:27:56direttamente, lo ricorda Pierferdinando per competenza, nella nascita dell'internazionale
00:28:04DC. Lui voleva all'inizio per la pace. Questa era la denominazione che aveva proposto.
00:28:12e sapeva che il tema della questione morale, in quel momento, altro episodio, era uscito
00:28:24l'elenco della P2, ricordate il clima di quegli anni, e dall'altro il tema della idea di rigidità
00:28:34della struttura di governo del partito. E di chiusura a qualsiasi apporto esterno fecondo,
00:28:44attivo, secondo Piccoli, indebolivano troppo la democrazia cristiana e la paralizzavano.
00:28:51Un ADC così non sarebbe stato in grado di reagire alle questioni che aveva di fronte.
00:28:57Detto corso quindi alla convocazione di questa Assemblea nazionale, che è passata alla storia
00:29:03come Assemblea nazionale degli esterni. Credo che l'unica ragione vera per la quale mi
00:29:09è stato chiesto di parlare di questo è che io sono uno dei pochissimi sopravvissuti tra
00:29:14coloro che hanno organizzato e animato quell'Assemblea nazionale, perché per me a Ventura
00:29:21fui nominato dalla direzione nazionale nel cosiddetto Comitato dei Quindici. Il Comitato
00:29:27dei Quindici era uno strano comitato che l'ADC non aveva mai adoperato per preparare i suoi
00:29:32convegni e le sue assise, nemmeno per preparare San Pellegrino, che fu preparata da un gruppetto
00:29:40ristrettissimo di intellettuali e di dirigenti vicini al partito, ma quella volta decise di
00:29:47affidarsi a un comitato ordinatore, affidandone la Presidenza a Gui. Gui era un personaggio,
00:29:54io lo voglio ricordare, talvolta è stato sottovalutato o ricordato solo per la negativa
00:30:02vicenda che lo coinvolse nell'affare Lockheed. Gui è stato uno dei protagonisti di una delle
00:30:08riforme più importanti della storia del nostro Paese, quella sulla scuola media unica, che
00:30:15rappresentò un momento di svolta nella vita di questo Paese. Una delle cose tra l'altro
00:30:22che suscitò un'approvazione corale, nemmeno era una cosa di bottego di partito. Gui fu
00:30:30incaricato di coordinare i lavori di questo comitato, la cui composizione era fatta da cinque
00:30:37rappresentanti degli iscritti, da cinque rappresentanti degli eletti e da cinque rappresentanti di portatori
00:30:45di valori e proposte esterne. Io fui uno dei cinque rappresentanti degli iscritti. Quando
00:30:54mi telefonò Gava, come capo della segreteria politica di Piccoli, per dirmi che il Presidente
00:31:02vorrebbe che tu fossi membro del comitato ordinatore, gli disse perché io? E quello mi disse perché
00:31:10sei il segretario regionale più giovane. Lì per lì sembrava una piccolezza. Poi mi disse ti
00:31:16affiancherà il segretario provinciale più giovane, che era Holler, tanto per il Trentino, e poi altri
00:31:24tre dirigenti di partito, che erano poi Marco Follini, la delegata del movimento femminile e il
00:31:34delegato del movimento anziani. Cinque rappresentanti degli eletti, e vabbè, e quelli era più semplice
00:31:41trovare, i capi gruppo, la teoria era questa. E cinque rappresentanti degli esterni, di cui vi
00:31:48voglio leggere i nomi, perché poi sono rimasti famosi nella indicazione di questo percorso,
00:31:56che erano Roberto Formigoni, vi ricordate allora Comunione e Liberazione, Giancarlo Mazzocchi,
00:32:02Romolo Pietrobelli, Armando Rigobello, uno dei filosofi interpreti di Maritene, sto arrivando
00:32:10alla conclusione, e Pietro Scoppola, personaggio intellettuale e storico di grande valore.
00:32:19L'assemblea si svolse per quattro giorni, nel 1981, pubblicò e sottopose ai delegati
00:32:29un vero e proprio codice, dobbiamo dire, di comportamento e di contenuti, si divise
00:32:38in gruppi di lavoro, insomma fece un lavoro da costituente, al termine del quale poi affidò
00:32:45al Consiglio nazionale del partito il compito di trasformare una parte di quelle indicazioni
00:32:51in indicazioni politiche e un'altra invece in elementi di riforma dello statuto. Gli atti
00:32:58di quell'assemblea sono stati integralmente pubblicati, più volte sono uscite ulteriori
00:33:05pubblicazioni con i contenuti dell'assemblea, la sostanza era che si dovesse passare, chiudo
00:33:11su questo, al partito aperto. Cioè il partito non doveva essere più la rappresentazione
00:33:18burocratica dei suoi iscritti, ma doveva diventare il momento di sintesi di iscritti,
00:33:26elettori e coloro che avevano voglia di impegnarsi a fianco del partito per mobilitare la società
00:33:32e per mobilitare il partito nella società. Un'operazione facile a dirsi, difficile a
00:33:40realizzarsi, ma sicuramente una grande svolta nella maniera di concepire il partito di massa
00:33:47cosiddetto, perché il nostro era un partito di massa, non era un partito di elite, un grande
00:33:53che poi è stato imitato da altre esperienze successive. Una grande svolta, una cosa molto
00:34:00significativa, che naturalmente non trascurò, e chiudo davvero, tutto il riferimento ai contenuti
00:34:06che furono riformulati alla luce, peraltro, del Dopoconcilio, che aveva fortemente fatto
00:34:14salire l'esigenza di una risposta politica adeguata alla nuova domanda del mondo cattolico
00:34:26che all'ADC guardava con simpatia, ma anche talvolta con critica, persino preconcetta e talvolta
00:34:34anche meritata. Ecco, lo sforzo fu quello di evitare di continuare così e di provare ad andare avanti.
00:34:41Grazie.
00:34:41E in effetti si andò avanti.
00:34:42Sì, molto importante questo richiamo all'eredità di De Gasperi nel punto, De Gasperi diceva
00:34:58soprattutto non dobbiamo essere mai soli, cioè l'idea che l'importanza di un partito egemone
00:35:06non si misura nell'integralismo, ma nella capacità appunto di aprirsi, di avere degli
00:35:11alleati. La grande stagione del centrismo e poi del centro-sinistra è comunque una stagione
00:35:18di apertura, di costruzione, di nuove alleanze e in questo Piccoli è stato assolutamente fedele
00:35:24a quell'eredità, aggiungendovi poi di suo anche una grande e costante passione politica.
00:35:30darei la parola a Maria Luisa Sergio, pregandola fortemente di stare nei tempi di 12, 14, 15
00:35:39minuti.
00:35:40Assolutamente, anche per farmi perdonare del ritardo, poiché ci tenevo moltissimo ad essere
00:35:45qui per la legge di Marfi e tantissimi contrattempi. Comunque grazie davvero per l'invito che mi
00:35:50ha consentito di rileggere questi discorsi, un viaggio nella storia più reocente dell'Europa,
00:35:55dalle sue pagine esaltanti come la nostra resistenza fino alle belle bandiere.
00:36:00di Danzica, di Timisoara, ma anche attraverso i momenti di crisi, però vissuti sempre, come
00:36:05è stato detto citando il titolo di un profilo biografico di Franco Boiardo di qualche anno
00:36:10fa, affrontati sempre con la strategia del coraggio. Il mio non sarà un ritratto esaustivo,
00:36:15anzi rimando alla bella introduzione del professor Malgeri che insieme all'altrettanto bella appendice
00:36:20fotografica e uno degli elementi di pregio del libro mi soffermo sulla questione democratica
00:36:25che secondo me è il filo conduttore di tutti i discorsi di Flaminio Piccoli. Torna sempre
00:36:30sulla democrazia come promessa di una società aperta, capace di includere le differenze, di
00:36:37lasciare spazio all'individuo, ma contemporaneamente alla comunità, però una promessa fragila, minacciata
00:36:44dal passo pesante del ritorno degli autoritarismi e dal tocco apparentemente leggero della manipolazione
00:36:50della coscienza addormentata senza rumore nella società del benessere. Infatti in uno
00:36:56scritto su Studium dell'86 Piccoli dice siamo di fronte a un bivio, non è il bivio fra civiltà
00:37:02e barbarie, è troppo semplice, ma fra la civiltà dei valori e una civiltà senza valori resta
00:37:08disumana dalla supremazia neotecnologica. Ma ci arriviamo con calma partendo dall'inizio,
00:37:14da Kirchbichel, questo villaggio di profughi sfollati trentini dove Piccolini nasce nel
00:37:191915, dentro una tragedia umanitaria di cui ricordiamo le parole dell'onorevole De Gasperi
00:37:26che all'epoca deputato a Reichstag di Vienna era colui che si occupava del comitato del soccorso
00:37:32dei profughi, parlava di un convoglio sterminato di miserabili che attraversa il Brennero, bambini,
00:37:39anziani, fra grida di pianto, urla di fame e spavento. Ecco, in questo dramma umanitario
00:37:48la famiglia Piccoli appunto vive questa situazione, Flaminio, lo leggo dalla biografia di Boiardo,
00:37:56soffre talmente tanto la denutrizione che imparerà a camminare soltanto all'età di tre anni.
00:38:00Dico questo perché secondo me la condizione del profugato ha una risonanza profonda in
00:38:05lui e la sentiamo riecheggiare, lo sentiremo nei discorsi dedicati ai profughi della Nakba
00:38:10palestinese o ancora quando commenta la legge contro la fame nel mondo. Probabilmente
00:38:16a Kirk Bickel la famiglia Piccoli conosce per la prima volta De Gasperi che frequentava tutti
00:38:21questi campi profughi ma Piccoli lo conosce la prima volta nel 34-35 in un campeggio estivo
00:38:28dell'associazione Juventus Cattolica ma soprattutto quando Piccoli tra il 44 e il 45 va a Trento
00:38:38territorio di occupazione per incontrare i ragazzi della Resistenza, incontra un partigiano
00:38:44Flaminio che era stato smobilitato come alpino a Grenoble, aveva evitato la deportazione in
00:38:50Germania grazie all'aiuto dei machi dei partigiani francesi, abbraccia la nostra Resistenza e De Gasperi
00:38:56dice a questi ragazzi tre cose, gli lascio tre messaggi, il primo ve lo dico subito
00:39:00non fate da soli, non abbiate la presunzione di fare da soli, collaborate sempre fra di
00:39:07voi e anche con le altre forze politiche. La prima lezione di democrazia su cui Flaminio
00:39:11torna molte volte riconducendolo al pensiero di De Gasperi, di Luigi Sturzo, nel libro ci
00:39:17sono due discorsi molto belli del 66 e del 69 in cui torna appunto alla visione popolare
00:39:24come opposta da una parte alla logica cinica, immorale del potere machiavellica che ha sacrificato
00:39:30il popolo italiano intere generazioni sull'altare delle ambizioni delle minoranze e dell'elite
00:39:37al potere e risponde con un solidarismo cristiano, un solidarismo di popolo radicato nei valori
00:39:43cristiani però una visione popolare ma non popolista perché deve vivere dei partiti politici
00:39:49e qui apro una parentesi ricordiamo che nel 74 la legge sul finanziamento pubblico dei
00:39:54partiti perché senza i partiti c'è il rischio del qualunquismo che Piccoli dice nel discorso
00:40:02del 69 il qualunquismo è il suicidio del sistema democratico, il disporsi fatale alla resa
00:40:08di fronte a quegli integralismi destinati ad incarnare nuove forme e più subdoli di totalitarismo
00:40:14e questo è uno spettro, quello dell'autoritarismo che torna in moltissimi suoi discorsi, anche
00:40:20quello che si nasconde nelle forme meno appariscenti ma più corrosive della delegittimazione dei
00:40:26partiti e della mediazione politica, la sfiducia contro ogni rappresentanza democratica lo dice
00:40:31commentando una mozione contro il neofascismo nel 72 se non vado errato e dice come sia possibile
00:40:38che ancora oggi settimanali additano ai giovani democrazia e Parlamento come cose mediocri,
00:40:43spreggevoli e vili e poi ricordando che il populismo è il terreno di cultura degli
00:40:49opposti estremismi di destra e di sinistra però complici fa loro volontariamente o involontariamente
00:40:53dice vede una base comune di rabbioso e disperato avventurismo manovrato dalle forze di destra
00:41:00sotto vari camuffamenti il fascismo va riconosciuto e combattuto dovunque si presenti e qualsiasi
00:41:06maschera prenda. La risposta a questo rigurgito autoritario è una società aperta come quella
00:41:11che chiedono i giovani dei movimenti del 68 nei quali piccoli nel 69 per qualche mese
00:41:17segretario del partito vede non una minaccia ma un'opportunità, vede nei ragazzi del 68 i
00:41:24portatori di una domanda di cambiamento, di una umanizzazione dell'umano lui dice, di
00:41:29liberazione dell'umano e per rispondere a questo bisogno di cambiamento vede appunto
00:41:35un'unica società pluralista innanzitutto che include le minoranze dal 61 lui fa parte
00:41:39del comitato dei 19 che fu una commissione governativa che fu un esperimento pionieristico
00:41:46un vero e proprio laboratorio di integrazione multiculturale giustamente ricordato anche
00:41:51in tempi recenti dalla fondazione Bruno Kessler ne facevano parti tedeschi, italiani e ladini
00:41:56per la riforma dello statuto dell'autonomia dell'Alto Adice che porterà alla riforma del 72 e
00:42:02poi la politica sociale, una politica che vede lo Stato intervenire in modo correttivo
00:42:07negli squilibri sociali e territoriali anche attraverso le partecipazioni statali di cui
00:42:13lui è ministro nel 1970 ma con uno sguardo al mezzogiorno che mi ha sempre colpito perché
00:42:18io sono meridionale e mi aveva sempre colpito come lui Trentino avesse a cuore il mezzogiorno.
00:42:22La seconda cosa che infatti De Gasperi aveva detto a quei ragazzi della resistenza è ricordatevi
00:42:28che l'Italia è un paese lungo, come se guardasse dalle montagne del Trentino la penisola
00:42:33Fifi in giù e Piccoli dice che il mezzogiorno non è un'anomalia da sanare, è una parte vitale
00:42:39del paese di cui bisogna liberare il potenziale attraverso vere politiche di sviluppo e di
00:42:46lavoro. Io non sento più parlare di politiche industriali e di lavoro non so da quanti anni
00:42:50in Italia. Comunque dice questo e cito a memoria, dice però nel libro che presentiamo
00:42:57il popolo italiano rifiuta di dividersi fra torinesi, milanesi, calabresi e siciliani perché
00:43:02la garanzia di sviluppo del nostro paese è un'unità nazionale strutturata nella parità
00:43:07di opportunità per ogni territorio. Da questa idea della politica non come propaganda ma come
00:43:14responsabilità per il bene comune capiamo la sua visione internazionale entro un orizzonte
00:43:18europeista atlantico capace di legare i suoi valori democratici oltre i confini nazionali.
00:43:27Ci sono dei discorsi molto belli, per esempio quello pronunciato dopo il colpo di Stato in
00:43:33Cile del 73, ma già vedo che... ce l'ho i minuti ancora? Ok, si dice il nostro popolo ha capito
00:43:46dopo il colpo di Stato in Cile che non possiamo chiuderci entro i nostri confini e lo ripete
00:43:50nell'84 commentando la sua legge per le misure contro la fame nel mondo, dice la classe politica
00:43:56il nostro paese non può chiudersi entro i confini in nome dell'egoismo di sparuti gruppi di
00:44:02privilegiati perché chiudendosi nei confini non coglie il senso della nostra storia. Un discorso
00:44:08che ripete anche nell'88 a proposito della condizione dei profughi palestinesi. Lo dice
00:44:15con delle parole che voglio ricordare perché oggi mi rappresentano totalmente, perché lui
00:44:19ricorda il meraviglioso sogno del sionismo in nome del quale Israele era nato nel segno
00:44:26dei suoi profetti e fondatori un paese di pace dedito alla tolleranza e al rifugio per i
00:44:30perseguitati e oggi si chiede come sia possibile che un paese che ha un'esperienza di lavoro,
00:44:36di resistenza e di sofferenza assolutamente esclusive rispetto ad ogni altra democrazia
00:44:41non capisce quello che sta facendo in un fazzoletto di terra la tragedia del popolo palestinese
00:44:46e mi sento rappresentata da queste parole perché io oggi soffro due volte per Gaza sia
00:44:50per il dolore innocente delle persone che soffrono lì ma perché a farlo è uno Stato che io
00:44:54ho sempre amato e difeso come quello di Israele. Dunque la democrazia non può chiudersi,
00:45:02se vuole rimanere viva non può chiudersi nell'egoismo, nell'indifferenza, nell'esclusione,
00:45:09deve diventare la forza propulsiva di un ordine mondiale basato sulla giustizia e sulla pace.
00:45:17Lo dice a proposito degli accordi di Schengen del 92. Anche qui permettetemi una citazione,
00:45:23io nel 92 ero già grande perché avevo fatto la maturità, andavo a iscrivermi a Scienze Politiche
00:45:27dove avrei incontrato Pietro Scoppolo e il mio maestro e non ricordo nessuno che avesse
00:45:32detto parole così profetiche. Lo so si dice sempre parole profetiche però sentite.
00:45:38Il chiudersi nella fortezza europea con formule giuridiche e con nuovi trattati di frontiera
00:45:44non serve a rinsaldare una pace europea ma solo a rendere più pesanti le disuguaglianze
00:45:49sociali delle singole popolazioni ed esasperare l'inevitabile conflitto che andrà assumendo
00:45:54dimensioni sempre più grandi con il passare del tempo, un vero muro di insanabili contrasti
00:46:00tra i popoli felici e quelli che avevano creduto per un'ora di trovare il proprio avvenire
00:46:06in Europa. Con questo egoismo, la freddezza, l'esclusiva salvaguardia dei nostri interessi
00:46:11noi europei non siamo certo esemplari di quel mondo migliore che abbiamo lasciato immaginare
00:46:16e sperare. Però non voglio lasciarvi con questo messaggio pessimista ma invece vi vorrei
00:46:23dire appunto in conclusione il terzo messaggio che aveva detto De Gasperi ai ragazzi della
00:46:29resistenza trentina fra cui Flaminio Piccoli. Gli disse guardate intorno a voi queste macerie
00:46:35immaginate che queste pietre diventeranno ponti, lavoro e officine. E Piccoli, lo racconta
00:46:42nell'81 era segretario del partito ricordando De Gasperi, a noi sembrava impossibile questo
00:46:47messaggio, vedevamo intorno a noi solo distruzione. Ma De Gasperi seppi infonderci quella convinzione,
00:46:54quella certezza interiore che qualunque cosa sarebbe successa ce l'avremmo fatta. E allora
00:46:59vorrei lasciarvi con questo bel esercizio di immaginazione al potere come avrebbe detto
00:47:04Mercuse, cioè la capacità di vedere dove gli altri vedono soltanto immobilismo, dolore
00:47:09e sofferenza, la possibilità di una società diversa.
00:47:23Grazie. E a proposito dell'atteggiamento comprensivo e articolato di Flaminio Piccoli rispetto
00:47:31alla stagione studentesca del 68-69, il messaggio che ne arrivava, talvolta confuso, credo che
00:47:40bisogna ricordare che le fonti dei suoi giudizi venivano molto anche dai suoi figli, da Flavia
00:47:49e da Paolo, che gli riportavano in famiglia quello che succedeva nelle università, eccetera.
00:47:56E questo credo che sia anche un punto da ricordare. E è l'occasione, aggiungo anche io alle parole
00:48:03dell'Unione Ascani, un saluto a Flavia che è sempre dietro queste belle iniziative, con grande
00:48:09devozione filiale e con grande capacità di interpretare gli sviluppi del nostro territorio.
00:48:17Bene, passiamo anche adesso a Pierferdinando Casini.
00:48:28Cosa resta dell'interpretazione di Piccoli, dell'idea politica centrale di Piccoli, il centrismo
00:48:38mai da soli, il tentativo di cercare sempre radici nella società, non disgregare ma riaggregare
00:48:46quando è possibile? Dici qualche cosa su questo punto.
00:48:51Anzitutto, nel ringraziare Stefano Folli, devo dissociarmi dalle sue parole per quanto riguarda
00:48:58l'apprezzamento a Flavia. Io non faccio alcun apprezzamento a Flavia, anzi attribuisco a lei
00:49:05grandissime responsabilità, oggi parzialmente e timidamente emendate, perché se sulla memoria
00:49:15di Flaminio Piccoli grava un colpevole silenzio, lei per un senso di discrezione familiare che
00:49:25apprezzo e che è il segno anche di quello che ha seminato Flaminio Piccoli, ma ne è la
00:49:30principale responsabile. Perché lei ha impiegato la sua vita a commemorare tutti i ragazzi,
00:49:37lo dico soprattutto ai giovani nipoti, persone sconosciute che non hanno avuto alcun ruolo,
00:49:44sono state da lei magnificate come se fossero stati protagonisti della vita della democrazia
00:49:50cristiana, salvo suo padre. Allora io recentemente mi sono doludo di questa cosa, perché io da
00:49:59giovane del movimento giovanile, lo voglio dire soprattutto ai nipoti, passavo di fronte
00:50:09a Giolitti, noi spesso andavamo a prendere il gelato da Giolitti e lì si entrava nel regno
00:50:16di Flaminio Piccoli, perché Flaminio Piccoli aveva sostanzialmente militarizzato i via uffici
00:50:23del vicario che avevano, dove c'era la sede dei gruppi parlamentari e dove lui da presidente
00:50:30del gruppo parlamentare ha svolto un ruolo fondamentale nella vita in quegli anni della
00:50:37democrazia cristiana. Flaminio Piccoli è stato una grande personalità della democrazia cristiana,
00:50:44è stato prima di tutto due volte segretario della democrazia cristiana, a lungo presidente
00:50:53del gruppo parlamentare, presidente del Consiglio Nazionale della DC ed è stato uno dei pochissimi
00:51:02democristiani, diciamo la verità, che ha preferito l'impegno nel partito e nel Parlamento piuttosto
00:51:09che è l'impegno al governo. Infatti lui va a fare il presidente del gruppo parlamentare
00:51:14dimettendosi dal governo, cosa che francamente allora non era così consueto, perché tutti
00:51:22i nostri grandi capi erano permanentemente al governo e cercavano di rimanerci e quando
00:51:29non erano a presiederlo, come Andreotti che una volta qui ci sono i figli, ci sono tutti i
00:51:36figli della democrazia cristiana, Forlani, c'è la signora Bianco, c'è la signora De
00:51:41Rosa, ci sono tutte le anime in gran parte ed è bello questo, perché vuol dire riconoscersi
00:51:51assieme. Ebbene, mi ricordo una volta che Andreotti mi disse, io all'epoca, quando ho presidito,
00:51:58dico presidente, ma lei quando era presidente del governo stava comunque, ah sì, vabbè,
00:52:02mi ricordo l'unico caso in cui penso per un anno rimase fuori dal governo e fece o
00:52:08per due, fece presidente, però insomma piccoli, piccoli, prima di tutto è stato trentino, ecco
00:52:17questo è un punto fondamentale, è stato trentino come De Gasperi e in questo noi troviamo
00:52:25il significato di essere un uomo di frontiera, di avere patito quello che ha significato la
00:52:34prima guerra mondiale, la seconda guerra mondiale, una condizione quasi di essere stranieri in
00:52:43patria in un certo senso. E da qui noi traiamo il primo spunto politico che ha animato l'attività
00:52:55di Flaminio Flam per gli amici piccoli, cioè la sua dimensione internazionale. Lui è stato
00:53:04il più grande amico dei tedeschi e questo lo dico in senso solo positivo per quanto mi riguarda,
00:53:10cioè della CDU tedesca in Italia. Grande amico di Helmut Kohl, grande amico di tutti i democratici
00:53:19cristiani e sostanzialmente lui ha voluto più di ogni altro la fondazione del Partito Popolare
00:53:28Europeo. Perché? Perché capiva che nell'Europa e nella costruzione di formazioni politiche
00:53:39europee stava il futuro delle giovani generazioni. Cioè a lui non bastava la costruzione dell'Europa
00:53:48così come si era riuscito a realizzare negli anni del dopoguerra. Lui pensava oltre. Io
00:53:54ricordo benissimo un discorso che ci fece nella campagna elettorale europea in cui era capolista
00:54:02assieme a Mariano Rumor, non mi ricordo però l'anno, ma io non ero ancora parlamentare, mi
00:54:07ricordo che organizzammo con Franceschini un comizio di piccoli e di Rumor a Ferrara. Bene,
00:54:20e lui ci disse noi dobbiamo arrivare alla formazione di partiti politici europei. Guardate, non siamo
00:54:26ancora riusciti a realizzarli oggi. Pensate che queste erano riflessioni fatte prima degli
00:54:32anni Ottanta. E questo ha significato quello che era la visione imperniata sulla necessità
00:54:43di andare oltre i confini nazionali. Il nazionalismo lascia il posto al comunitarismo. Certo, il senso
00:54:51di patria c'è, lo coltiva fortemente come tutti i veri patrioti, ma il vero senso di
00:54:58patria è una cosa diversa dal nazionalismo o da una degenerazione anche del senso patriottico.
00:55:07Non a caso lui è stato presidente dell'internazionale democristiana e per lui c'era sempre la porta
00:55:17aperta per tutti coloro che erano profughi nel mondo. Guardate che noi ne abbiamo presi
00:55:24tanti e abbiamo aiutato tanto. Penso ad esempio ai nostri amici cileni, penso agli amici sudamericani
00:55:33nel momento delle dittature. La porta aperta era sempre quella di via del plebiscito, sede
00:55:40dell'internazionale democratica cristiana, e la porta apertissima era sempre quella di
00:55:45Flaminio Piccoli. Perché, e non solo la porta, perché erano anni in cui c'era anche
00:55:52la possibilità di aiutare concretamente questa gente che arrivava in Italia senza arte né
00:55:58parte, che doveva rimanere qui con le proprie famiglie, per cui la necessità di trovare
00:56:03un lavoro, trovare occupazione. Sono stati momenti molto importanti nella vita del nostro partito
00:56:12e per il ruolo che l'ADC aveva nel movimento internazionale dei democratici cristiani, ruolo
00:56:19che condivideva in parte con la fondazione Adenauer e con la CDU, ma in condominio. Forse per i
00:56:26sudamericani era molto più significativo il ruolo dei democratici cristiani. È stato un
00:56:34uomo capace di grandi scontri, ma sempre ricomposti nel nome dell'amicizia. Non è ancora un leader
00:56:45nazionale, ma interviene al congresso del 59. L'onorevole Fanfani deve avere pazienza. Gli organi
00:56:56democratici quando decidono, decidono con democrazia, secondo il metodo della maggioranza e della minoranza.
00:57:03decidono per il bene generale del partito e qualunque cosa decidano va accettata, dice
00:57:10lui, non come una disgrazia personale, il che sarebbe una grottesca interpretazione, ma
00:57:17come il bene del partito stesso. Il Consiglio nazionale, eccetera, eccetera. A dimostrazione
00:57:25anche di quello che era, io ricordo anche dei suoi momenti di frizione con Moro, con Andreotti,
00:57:34ma questi però erano leader veri, che poi sapevano ricongiungere sia i loro destini personali.
00:57:43Guardate che ci sono delle lettere, ad esempio, di Andreotti che abbiamo letto recentemente,
00:57:49dico siga, meravigliose, anche che dimostrano come fosse solido il rapporto tra queste persone
00:57:57nei litigi inevitabili che ogni comunità umana affronta in qualsiasi circostanza. Un rapporto,
00:58:05lui, sempre forte con la periferia del partito, perché è vero che le sue porte erano aperte
00:58:12ai dissidenti democratici cristiani del mondo, ma erano aperti anche a quello che arrivava
00:58:17dalla sezione siciliana e che voleva interloquire con uno dei leader del partito, perché per
00:58:23noi andare ed essere ricevuti da Piccoli, da Fanfani, da Andreotti, da Donalcatten, da...
00:58:32Io Moro, da questo punto di vista, purtroppo per un problema, l'ho praticato meno per un fatto
00:58:40proprio generazionale, il fatto che ne ricordo solo poche immagini quando intervenne a un nostro
00:58:49incontro dei giovani democratici cristiani, ma con tutti questi, diciamo, li ho abbastanza
00:58:54frequentati e quando ti incontravi con Piccoli, cioè, entravi in agitazione il giorno prima
00:59:01e ricordo che quando mi dava l'appuntamento alle otto al gruppo parlamentare, mettevo la
00:59:06sveglia alle 6 per evitare, ne mettevo 2, 3 per evitare che qualcuna di queste sveglie
00:59:12non riuscissi a sentire. Un grandissimo amore verso il Parlamento. Nel Parlamento matura
00:59:21per Piccoli una doppia anima, cioè lui è anticomunista. A un certo punto, qui a pagina, nella testimonianza
00:59:36di Malgeri, c'è un... lo stesso giorno Andreotti ascolto anche i due presidenti dei gruppi parlamentari,
00:59:46Piccoli e Bartolomei, che gli manifestarono preoccupazione. Annota Piccoli nel suo diario.
00:59:52Attenzione ai gruppi parlamentari, c'è area di protesta. Insorgono i no sul veto dei comunisti,
00:59:58sul voto dei comunisti. Raccolta di firme tra i deputati dei C. Contro firme. Ci avviamo
01:00:04verso uno scontro all'interno del gruppo? Allora, lui è colui che monitora quello che è un
01:00:11sentiment importante, perché guardate che allora i deputati democratici cristiani erano
01:00:16250-300, cioè non è che era la metà del Parlamento. E lui, ma non solo lui, difendeva
01:00:26la possibilità di un partito Stato che esercitava il suo ruolo al governo di rispettare l'autonomia
01:00:34del Parlamento. Questo è importantissimo. Apro la parentesi e la chiudo. Oggi il Parlamento
01:00:41non esiste più. Cioè esistono i muri, esistono anche i parlamentari, siamo noi qualcuno che
01:00:46si aggira così come anime, morte. Ma la realtà è che il Parlamento come ruolo, la riforma
01:00:53costituzionale che sta per essere messa in campo e che credo che sia già messa nel cassetto,
01:00:58ne sancisce la definitiva eliminazione, altro che ruolo del Capo dello Stato. Il primo
01:01:04che viene proprio dimezzato è il Parlamento. Ma in generale il Parlamento non ha più
01:01:09ruolo, lo dico, a Lascani che ha fatto una bellissima introduzione ai nostri lavori oggi,
01:01:14proprio cogliendo i punti. Ma questo è un punto fondamentale. Piccoli difendeva fortemente
01:01:20l'autonomia del Parlamento. Ma lui è, diciamo, un custode anche dell'anticomunismo dei gruppi
01:01:30parlamentari della DC. Ma nello stesso tempo è anche quello che capisce che bisogna coinvolgere
01:01:37il Partito Comunista e che spinge per dare ai comunisti la presidenza della Camera. Perché
01:01:43che cosa ha fatto? E poi termino, perché se no mi lascio prendere anch'io qui, faccio come
01:01:48d'Andrea, perché abbiamo troppa passione e forse anche un po' di nostalgia, ma diciamolo
01:01:56piano. Allora, perché qual è il punto fondamentale? L'ADC cosa fa di grande? L'ADC con De Gasperi
01:02:09vince da sola. Può governare da solo, ma De Gasperi capisce che sarebbe un appiattimento
01:02:14eccessivo verso la Chiesa e una divisione tra cattolici e laici e cerca i partiti laici.
01:02:20Poi negli anni Sessanta la democrazia cristiana può andare avanti con i centristi, ma apre
01:02:27al Partito Socialista e poi con la solidarietà nazionale coinvolge nelle forme possibili, perché
01:02:33c'è ancora il mulo di Berdino, il Partito Comunista, con l'attuazione delle regioni e con
01:02:38la presidenza del Parlamento al Partito Comunista. E pertanto Piccoli è su questo
01:02:46doppio binario, da un lato custode della sacralità di alcune cose della democrazia cristiana e
01:02:53dall'altra parte colui che nel Parlamento dialoga. Voglio terminare con una sola cosa, perché
01:03:00se no ne avrei tante di cose a dire. Ad esempio qua ci sono del... andate a vedere cosa dice
01:03:06il riferimento a due popoli, due stati. Cioè qua tutti chiacchierano. A parte che nessuno
01:03:13dice niente sugli insediamenti massicci che ancora Netanyahu ha deciso l'altro giorno, per
01:03:18cui non si capisce cosa significa dire due popoli, due stati, se continuiamo a insediare
01:03:23nei territori di uno dei possibili stati. Ma comunque a parte questo dice tutto. Qui c'è
01:03:30tutto su tutto. È inutile che andiamo in giro a cercare tante cose. Però io voglio terminare
01:03:35dicendo una cosa. Perché difendendo Piccoli, in parte caro Lorenzo, difendo anche me stesso,
01:03:44anche alcuni di noi. I Dorotei. La Damnazio Memorie ha colpito duramente, Gianni, la democrazia
01:03:56cristiana. Ma nella democrazia cristiana ha colpito prevalentemente i Dorotei. Per cui
01:04:03ha colpito prevalentemente chi dei Dorotei è stato uno dei grandi artefici. I Dorotei si
01:04:10chiamano così perché la Domus Maria si fa contro Fanfani per estrometterlo dalla segretaria
01:04:18del partito nel convento di Santa Dorotea. Per cui diventano i Dorotei in nome di Santa
01:04:25Dorotea. Comunque una santificazione iniziale già c'è. Ma i Dorotei sono stati considerati
01:04:34un po' come la DC è stata considerata in generale dai suoi detrattori. La DC è una forza
01:04:40di reazione che poi per opportunismo andava un po' di qua, un po' di là. La DC è stata
01:04:47il più grande esempio di trasformazione e di guida sicura di un paese con tutte le
01:04:53contraddizioni, non per fare della mitologia. Bene, i Dorotei non sono stati un coagulo di
01:05:04opportunisti dentro un corpaccione nella democrazia cristiana. I Dorotei hanno cercato di essere
01:05:11proprio quello che Flaminio Piccoli ha sempre cercato di essere nella sua vita. Cioè quello
01:05:18capace di portare avanti il corpo della democrazia cristiana tenendo ancorati quegli elettori più
01:05:28conservatori. Non a caso non c'era la destra, salvo in piccole percentuali allora, proprio
01:05:35perché questo ruolo lo svolgeva la democrazia cristiana, però portandolo nella direzione di
01:05:41un partito che guardava verso il progresso della società e mai connivente col più bieco
01:05:50conservatorismo. Se la democrazia cristiana è stato questo laccio nella società italiana,
01:05:58i Dorotei lo sono stati all'interno della democrazia cristiana, tra componenti diverse.
01:06:03Non a caso io ricordo benissimo Flaminio Piccoli una volta dirmi una cosa che poi mi ribadì
01:06:09anche Forlani successivamente, dice Pierfradinando ricordati che quando non ci sarà più la proporzionale
01:06:15non ci sarà più la democrazia cristiana. Per forza, perché? Per forza, perché la democrazia
01:06:20cristiana era la capacità di mettere assieme cose anche molto diverse, che poi sono state
01:06:28assieme e sono andate avanti assieme in nome di questo grande partito che comunque è andato
01:06:35avanti, non è mai andato indietro, non è mai stato artefice di puro conservatorismo,
01:06:41tutt'altro. Flaminio Piccoli credo che sia un uomo a cui noi dobbiamo molto ed è stato
01:06:48importante che in tanti, in una giornata anche con mille coincidenze, lo abbiamo ricordato
01:06:53oggi e dovremo continuare a ricordarlo.
01:06:56Bene, il quadro che emerge da questo intervento come dei precedenti mi sembra molto chiaro,
01:07:12molto esauriente, ricollo capiccoli, come giusto che sia, nella grande storia del dopoguerra,
01:07:20della grande storia del partito della democrazia cristiana. Però la conclusione di tutto la
01:07:26fiderei a Ernesto Maria Ruffini, pensando proprio all'oggi e anche in un certo modo al domani
01:07:31di questa Italia che ancora esiste naturalmente.
01:07:37Innanzitutto permettimi di ringraziare per l'invito, salutare i presenti, ringraziarli,
01:07:44come diceva il Presidente Casini, per essere presenti in una giornata particolare, ma è
01:07:49bello vedervi in tanti. E permettimi di dissociare, di dissociarmi, anch'io, dargli
01:07:55i ringraziamenti a Flavia perché ti direi quello che forse direbbe il tuo papà, hai fatto
01:08:00la metà del tuo dovere. Però grazie di avermi dato la possibilità di ricordare una figura
01:08:07alla quale sono molto legato, come sai, di lui, di Flaminio Piccolo, dei ricordi familiari
01:08:14che risalgono a quando ero bambino. Rileggere le sue parole in questo volume è davvero un
01:08:21gran lavoro di sintesi, aver scelto i discorsi. Però nel rileggere le sue parole si è riprodotta
01:08:30nella mia memoria il suono, il timbro della sua voce a cui sono legato e mi ha fatto rimergere
01:08:37anche il ricordo del sorriso sul suo volto, quello che vediamo qui alle spalle, quello
01:08:42sul volto, sulla copertina del testo, che era un sorriso benevolo, un po' sornione, ma
01:08:47sapeva anche ridere di gusto in certe circostanze. Però oggi siamo chiamati a ricordare il suo
01:08:53pensiero, la sua attività. La lettura dei suoi discorsi che sono stati raccolti in questo
01:08:59volume mi ha suscitato due riflessioni in particolare, le avevo anticipate per correttezza.
01:09:05A Flavia riflessioni che spero almeno in piccola parte possono restituire il significato di
01:09:11una vita, di un'intera esistenza spesa nell'impegno politico. E in ultima analisi possono ricordare
01:09:17a tutti noi il significato stesso della politica, intesa come la capacità di tracciare un disegno,
01:09:23un progetto, sufficientemente ampio da ricomprendere tutti e comunque un progetto al quale siamo
01:09:28tutti invitati. Una stagione, quella attraversata da piccoli, che ci ha regalato molti altri esempi
01:09:34di donne e uomini che hanno dedicato la loro vita alla politica e alla paziente costruzione
01:09:39di una storia condivisa. E tra loro Flaminio Piccolo è stato un attore e un testimone privilegiato
01:09:45di un'Italia che attraversava pagine di profondo cambiamento. Dalla resistenza, ricordata prima
01:09:51la Presidenta Scania, alla liberazione, dalla nascita della nostra democrazia, al costante
01:09:56tentativo di rendere i cittadini protagonisti della storia del nostro Paese. Due riflessioni,
01:10:01dicevo, per un verso la sorprendente attualità del suo pensiero, che in molte parti potrebbe
01:10:07rappresentare una valida e profonda analisi anche del presente che ci circonda, e dall'altro
01:10:13la sorprendente incapacità del nostro Paese di risolvere alcune questioni che sono destinate
01:10:18così a ripresentarsi ciclicamente come se non fosse passato neanche un giorno. Riflessioni
01:10:25che in ultima analisi ci restituiscono il profondo valore profetico che la politica può
01:10:29avere quando non si riduce a una grigia amministrazione del presente, o nel superficiale tentativo di
01:10:35ottenere solo il consenso dei cittadini, senza essere capaci di offrire a loro la visione
01:10:40di una prospettiva futura e condivisa. Nelle sue parole dell'82, sono nel libro, ovviamente
01:10:46Piccolo invitava a leggere i segni di un'epoca nella quale emergevano problemi socio-economici
01:10:51e quindi politici, e nel solidarismo cristiano indicava la vera risposta alle sfidi sociali
01:10:57del suo tempo. Si accorse del rischio della rottura sociale di un sistema che comprometteva
01:11:02l'equilibrio tra le parti nei rapporti di lavoro a danno dei più deboli, e nel farlo
01:11:06sottolineava l'urgenza di riscoprire il valore di ogni singola persona e di ogni
01:11:11vita. Leggo, la nostra ispirazione cristiana ci chiama a essere presenti, non con la forza
01:11:17ma con la pace, non con la lotta ma con il diritto, la ragione e la cooperazione. E' questa
01:11:22la strada per costruire un mondo più giusto, più unito, più umano. Nelle sue parole era
01:11:26chiaro l'invito rivolto ai cittadini e non solo alla classe politica di riflettere sull'importanza
01:11:31di un impegno concreto nella società per renderla realmente più giusta e a misura umana.
01:11:36La sfida, ne era consapevole, era molto grande. Una sfida per sue parole è riscoprire il
01:11:41valore di un'azione collettiva, di una partecipazione attiva ai processi sociali per spezzare le
01:11:47barriere che dividono i popoli e minacciano la pace. E permettetemi di aggiungere un altro
01:11:51passaggio che sembra scritto oggi. Ricordiamoci, diceva Piccoli, che in passato si è tentato
01:11:56di affidare lo sviluppo solo alla scienza e alla tecnologia, come se l'anima e la giustizia
01:12:02potessero essere messi da parte, ma la vera giustizia, come ci insegna la nostra Costituzione,
01:12:08si realizza quando si mette al centro la persona umana con i suoi diritti e la sua dignità.
01:12:13Parole, quelle che ho appena letto, che potrebbero suonare vuote se non fossero state accompagnate
01:12:18dall'impegno concreto, paziente e faticoso di ogni giorno.
01:12:22paziente e faticoso. E nella sua vita troviamo la traccia di come nella storia del nostro
01:12:27Paese i cattolici siano stati protagonisti di grandi trasformazioni sociali ed economiche,
01:12:33assumendo la responsabilità politica di guidare il cambiamento in pochi decenni dopo la nascita
01:12:38della Repubblica. Il suo era ed è ancora un invito a guardare avanti, a progettare un
01:12:43futuro in cui il lavoro non fosse solo una merce di scambio, ma espressione di libertà
01:12:47e dignità per costruire un mondo più giusto, più solidale, più umano e il futuro, diceva,
01:12:53lo si costruisce insieme, partendo dai valori che ci uniscono e dalla volontà di fare la
01:12:57differenza, perché la fatica della politica in fin dei conti sta nella costante ricerca
01:13:02di quello che può unirci invece di fermarci davanti a tutto quello che rischia di dividerci.
01:13:07Ci sono altre parole pronunciate l'anno prima, nel 1981, dove Piccoli sottolineava a tal punto
01:13:12l'importanza dell'impegno e dell'Unione da spingersi a immaginare di aprire il
01:13:17partito in via sperimentale, è stato ricordato prima, all'apporto dei non iscritti che garantiscono
01:13:22apertamente la loro scelta democratica e cristiana, un'apertura che nella sua prospettiva sarebbe
01:13:28stato in grado di raccogliere, parole sue, il grido di cambiamento di riforme e di sollecitazione
01:13:34ad uscire dal nostro particolare. E continuava, immaginando che in quella possibile assemblea
01:13:39dei non iscritti fosse possibile, ancora parole sue, un'elaborazione di proposte per una riflessione
01:13:45su diversi programmi e sui temi della vita culturale, artistica, sociale ed economica.
01:13:51Ecco, sono passati più di 40 anni e quante di queste attese sono ancora sul tavolo della
01:13:56politica? Quante volte ancora oggi ascoltiamo parole di chi è alla ricerca di una partecipazione
01:14:01più ampia e consapevole dei cittadini alla vita del Paese? Quanti strumenti sono stati
01:14:07provati per favorire la più ampia partecipazione dei cittadini? Ma specialmente, quanto altro tempo
01:14:13dovremo aspettare per trovare il modo di restituire alla democrazia la sua essenza più profonda,
01:14:19quella di essere un impegno condiviso e comune a tutti i cittadini. E permettetemi di chiudere
01:14:24con un altro passaggio, vado in conclusione, che ho scoperto nelle sue parole, un passaggio
01:14:28che mi fa sentire ancora più vicino e attuale il suo pensiero, anche per il lavoro che ho svolto
01:14:33per qualche anno. Ho letto le sue parole nel 1996, nella lettera che prima richiamava Folli,
01:14:40che richiamano l'importanza di una buona pubblica amministrazione. Un tema, come e forse anche più degli
01:14:47altri, che si ripresenta ancora oggi e anzi che non ha mai smesso di essere presente nell'agenda
01:14:52politica italiana. Piccoli riconosceva che, leggo le sue parole, l'inefficienza dell'apparato
01:14:58amministrativo italiano porta conseguenze molto gravi nel rapporto tra cittadini e Stato.
01:15:03Noi l'abbiamo voluta appiattire, l'abbiamo sfiduciata nell'esercizio della sua funzione
01:15:08e nella sua dignità. Uno Stato moderno deve essere a garanzia dei diritti dei cittadini,
01:15:13a tutela della comunità e a garanzia della produttività. Non può non avere un'amministrazione
01:15:18capace. Ed è sulla buona amministrazione che i cittadini possono fondare fiducia e motivare
01:15:23coraggio. E le imprese che producono lavoro possono garantire l'esportazione tecnologica,
01:15:28e efficienza economica. Ho scelto di chiudere con questo richiamo a una pubblica amministrazione
01:15:32efficiente perché ancora oggi, quando si torna a discutere sulla forma di governo, si
01:15:39trascura l'importanza del funzionamento della macchina dello Stato. Si trascura un fatto
01:15:44che è sotto gli occhi di tutti e che da tutti non viene presa in sufficiente considerazione.
01:15:48Gli uffici della pubblica amministrazione, con i loro lavoratori, rappresentano il volto
01:15:52dello Stato che i cittadini incontrano ogni giorno. Sono il suono della voce dello Stato
01:15:57che i cittadini ascoltano ogni giorno e dal quale si aspettano risposte. Un semplice
01:16:02fatto che ci ricorda come nessuna forma di governo, neanche il premierato forte, possa
01:16:07supplire a uno Stato inefficiente. E cosa ancora più importante, nessuna legge potrà
01:16:12mai portare a giovamento nella vita dei cittadini se non viene tempestivamente attuata da una
01:16:16pubblica amministrazione efficiente al servizio del Paese. Ecco, ritrovare anche in queste parole
01:16:21di piccoli, lo stesso monito che ancora oggi in tanti proviamo a ricordare, ci restituisce
01:16:27il senso e il valore profondo dell'azione politica. E in questo permettetemi di chiudere
01:16:31con parole che non sono di piccoli, ma di un giovanissimo Aldo Moro, che diceva che forse
01:16:36aveva 26 anni. Il destino dell'uomo non è quello di realizzare pienamente la giustizia,
01:16:41ma di avere perpetuamente della giustizia fame e sede. Ma è pur sempre un grande destino.
01:16:46Ecco, la speranza è che nel legge le parole che questo volume ci restituisce si possa raccogliere
01:16:52la sfida alla quale piccoli e la sua generazione non si sono mai sottratti e che si possa dare
01:16:57continuità a un'azione che sappia costruire un cantiere sufficientemente ampio da accogliere
01:17:02tutti quelli che hanno a cuore il futuro del nostro Paese.
01:17:05Mi sembra che le parole di Ruffini abbiano concluso degnamente questo incontro affollatissimo
01:17:19e anche questo è un segnale importante. Possiamo chiudere qui? Bene, arrivederci, buongiorno.