Teresa, la protagonista (interpretata da Tosca D'Aquino), moglie del mafioso don Gaetano, si ribella dicendo basta alla violenza e alla paura quando un bambino viene ucciso. La sua figura ricorda quella della moglie di Antonio Calderone, che contribuì al pentimento del marito, così come la venezuelana Alejandra (Stefania Barca) ricorda la moglie brasiliana di Tommaso Buscetta e il magistrato Giulia Marotta (Barbara D'Urso) nella realtà potrebbe essere il giudice di Palermo Maria Teresa Principato. Ritratti di donne sempre più consapevoli, che hanno rotto il silenzio andando contro la mentalità mafiosa e l'omertà, un destino scritto dagli uomini. "Il cinema sulla mafia, compreso il mio", ha detto Ferrara in un'intervista su La Repubblica, "è sempre stato maschilista. Il cambio di prospettiva, con questa storia al femminile che mette le donne in primo piano e gli uomini sullo sfondo, puo' dare maggior impatto all'impegno civile che mi ha sempre guidato. il film dimostra che la mafia non puo' avere sentimenti autentici, che brucia il sentimento perché è barbarie. Spero che le donne di mafia che lo vedranno abbiano un'incrinatura nelle loro convinzioni".