Ruoppolo Teleacras - Agguato tecnico - mafioso

  • 12 anni fa
Il servizio di Angelo Ruoppolo Teleacras Agrigento ( http://www.facebook.com/pages/Angelo-Ruoppolo/40129859538?ref=search ) del 15 febbraio 2011. 19 anni dopo la Squadra mobile di Caltanissetta ed il Commissariato di Gela scoprono i presunti responsabili di un agguato ad un Dirigente comunale di Gela. In manette anche un ex Consigliere provinciale.
Ecco il testo :
Lui, Salvatore Di Giacomo, 67 anni, e' stato anche eletto Consigliere provinciale a Caltanissetta, con l'allora Udeur. Ed un figlio di Di Giacomo, Paolo, e' stato Consigliere comunale a Gela, la loro citta' di origine. Adesso Salvatore Di Giacomo, gia' dipendente addetto all' Ufficio Manutenzioni del Comune di Gela, e' in carcere, perche' sarebbe stato il mandante di un agguato contro un collega di lavoro, Nunzio Renato Mauro. I killer sarebbero stati due. Il primo, Giovanni Di Giacomo, 39 anni, e' stato arrestato dalla Squadra mobile di Caltanissetta, capitanata da Giovanni Giudice, e dai poliziotti del Commissariato di Gela. Il secondo, Giuseppe Di Giacomo, si e' pentito subito dopo l'imboscata a Mauro. Fu rinnegato dalla sua famiglia, poi per essere perdonato dai genitori sfuggi' ai controlli dei Carabinieri e si rese irreperibile. Nessuna pieta' dalla Stidda : infatti, il cadavere di Giuseppe Di Giacomo fu scoperto carbonizzato da un contadino in contrada Manfria, poco fuori Gela. Si' perche' fu la Stidda gelese a condannare a morte il dirigente comunale Nunzio Renato Mauro, perche' sarebbe stato un ostacolo agli appalti facili. I clan beneficiati dal sistema della somma urgenza, ossia lavori affidati senza gara, subito, per rimediare alle emergenze. Le opere in somma urgenza sarebbero state pilotate da Salvatore Di Giacomo, presunto affiliato alla Stidda. E Nunzio Renato Mauro, nel 92 dirigente all' Urbanistica ed ai Lavori pubblici, sarebbe stato un bastone tra le ruote degli affari della mafia. Ecco il perche' dell'agguato, rivelatosi un tentato omicidio, ed ecco perche' il blitz e' stato intitolato '' Summa urgentia ''. . Giuseppe e Giovanni Di Giacomo, a bordo di una moto, affrontarono Mauro, su di una Renault 5, in via Crispi, il 15 maggio del 1992. Gli spararono alla testa con una pistola calibro 22. Un solo colpo, poi l'arma si inceppo'. La vittima fu ferita alla mandibola sinistra e sopravvisse. Ad accusare i Di Giacomo vi sono le testimonianze dello stesso Mauro, poi 5 pentiti, ed anche l'ex sindaco di Gela, Rosario Crocetta, che il 13 agosto del 2003 trasferi' il dipendente Salvatore Di Giacomo dal settore Manutenzione. Utile la testimonianza dell'ex assessore comunale ai Lavori pubblici, Grazio Trufolo, anche lui sopravvissuto ad un agguato per il quale e' stato condannato uno dei Di Giacomo, il nipote di Salvatore, Paolo Di Giacomo.