Ruoppolo Teleacras - Mafia e massoneria, Operazione Hiram
  • 11 anni fa
Il servizio di Angelo Ruoppolo Teleacras Agrigento ( http://www.facebook.com/#!/pages/Angelo-Ruoppolo/40129859538 ) del 17 giugno 2008. Operazione "Hiram" della Procura Palermo, e dei Carabinieri di Palermo, Trapani e Agrigento. Mafia e massoneria. Accordo per ritardare ed insabbiare i processi a favore dei mafiosi.
Ecco il testo:
In quel tempo, piu' di 900 anni prima di Cristo, Abif Hiram e' stato l' architetto capo per la costruzione del Tempio del Re Salomone, a Gerusalemme. Hiram fu ucciso da tre capomastri, che tentarono di estorcergli informazioni segrete. Abif Hiram non rivelo' nulla, nemmeno un attimo prima della sua morte. Ecco perche' lui, Hiram, il Grande Capo Mastro, e' una sorta di divinita' per le logge massoniche, perche' simbolo della segretezza e della fedelta'. Ed ecco perche' i Carabinieri delle Province di Trapani, Palermo ed Agrigento, ed i Magistrati della Procura di Palermo hanno intitolato l'operazione di oggi il blitz '' Hiram''. Massoni e mafiosi, insieme. Una stretta di mano. Un presunto patto, segreto e scellerato. Obiettivo: ritardare i processi, i bastoni tra le ruote del treno merci, vecchio e malandato, della Giustizia. Al fine cosi' di conquistare la prescrizione dei reati per alcuni affiliati alle famiglie mafiose di Agrigento e di Trapani. 8 arresti. Le accuse: concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziari, peculato, accesso abusivo in sistemi informatici giudiziari e rivelazione di segreti d'ufficio. Massoneria, mutuo soccorso. ''Tu sei li', io sono qui', tu hai il potere di....ed io ho la facolta' di...., ed allora aiutiamoci, scambiamoci i favori, che ovviamente si pagano, con le tangenti''. E cosi' adesso nel pentolone dell'inchiesta bollono professionisti, medici, imprenditori, boss e massoni. I mandati di cattura sono stati firmati dal Gip del Tribunale di Palermo, Roberto Conti, su richiesta del Procuratore Francesco Messineo, dell'aggiunto Roberto Scarpinato e del sostituto della Dda, Paolo Guido. Gli arrestati sono Rodolfo Grancini, 68 anni, originario di Orvieto, che sarebbe il '' Licio Gelli '' dell'inchiesta. Grancini sarebbe in contatto con diversi senatori e deputati, una personalita' poliedrica, con tante amicizie altolocate. Nell'interesse dei suoi ''clienti'', Rodolfo Grancini sarebbe stato capace di acquisire notizie riservate sullo stato dei procedimenti giudiziari e di pilotare la trattazione dei ricorsi in Cassazione. Michele Accomando, 60 anni, imprenditore di Mazara del Vallo, gia' arrestato per appalti pubblici pilotati e condannato per mafia a 9 anni e 4 mesi. Renato De Gregorio, 59 anni, ginecologo di Palermo, indagato e condannato anche in appello per violenza sessuale su di una minorenne, e adesso in attesa della sentenza della Cassazione. Guido Peparaio, 55 anni, impiegato del Ministero della Giustizia ed addetto alla cancelleria della seconda sezione della Corte di Cassazione con la qualifica di ausiliario. Poi, altri due presunti complici, Nicolo' Sorrentino, 64 anni, di Marsala, e Francesca Surdo, 35 anni, di Palermo, agente della Polizia di Stato in servizio alla Direzione anticrimine di Roma. Ed infine, due imprenditori agrigentini, Calogero Russello, 68 anni, di Agrigento, gia' arrestato e condannato nell'ambito dell'inchiesta ''Alta mafia''. E Calogero Licata, 57 anni, di Canicatti', gia' Consigliere ed Assessore comunale, in manette perche' avrebbe tentato di insabbiare in Cassazione alcuni procedimenti penali contro boss mafiosi di Agrigento e Trapani.