• 13 anni fa
http://www.cinema10.it/i-pirati-dei-caraibi-4-e-quel-formato-3d-il-dibattito-dei-big-20696.html Se guardiamo a quanto ha raccolto a livello mondiale Pirati dei Carabi; Oltre i Confini del Mare è in grado di sbalordire, con 346 milioni in 5 giorni, anche il più disattento dei lettori. C'è un però grosso come una casa però nascosto in questa cifra e si tratta del risultato molto molto tiepido, per una produzione di questo impatto, sul mercato statunitense; raccolti poco più di 90 milioni di dollari in 3 giorni, una cifra che non regge il confronto con gli esordi dei due capitoli precedenti (135 e 115 milioni). Richard Greenfield, noto analista della BTIG, ha affermato che il kolossal, in terra americana, avrebbe incassato nettamente di più se ci fossero stati più cinema disponibili ad offrire la versione 2D del film. Qualcuno insomma non è affatto d'accordo con James Cameron e Jeffrey Katzberg sul fatto che il 3D sia l'unico trampolino di ingresso nel futuro a disposizione di Hollywood (e del cinema). C'è una prova a sostegno di questa tesi, appena il 38% degli incassi proviene da schermi 3D non Imax, una percentuale ben inferiore a altri blockbuster familiari dello scorso anno come Shrek 4 e Dragon Trainer. Ne è possibile stabilire alcuna relazione credibile tra il numero di sale che proiettano in 3D ed il progressivo incremento degli incassi di un film. Ne è una prova Cattivissimo Me che deve la maggior parte dei suoi incassi alle versioni in 2D immesse sul mercato. E' certo che il 3D non è sempre un fattore di appeal, specie in un film destinato ai bambini; al costo maggiorato del biglietto bisogna infatti aggiungere che più di qualcuno trova decisamente scomodi gli occhialini d'ordinanza, senza contare quella percentuale non irrilevante che si "gode poco" le immagini tridimensionali. L'analista conclude la sua analisi con una presa di posizione del tutto condivisibile, affermando che Hollywood dovrebbe puntare più sulla qualità delle pellicole che sul 3D a partire dal 2012, cercando di venire incontro ai desideri degli spettatori più che al virtuosismo tecnologico. 

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