Vai al lettorePassa al contenuto principale
  • 10 ore fa
Trascrizione
00:00Sono nata nel 1966 da donna che ha scelto di partorire in anonimato, cioè di non riconoscermi
00:11alla nascita, diritto che le donne hanno dal 1928. Nel corso degli anni è stato fatto
00:18moltissimo per i bambini, per cui mentre una volta rischiavi di passare tutta la vita in
00:23istituto e a 18 anni chiaramente uscire e fare la tua vita ma senza affetti, ad oggi entro
00:30il mese e mezzo di vita il bambino è in famiglia adottiva, percorso quindi rapido, a volte con
00:37un passaggio in una famiglia a ponte ma poi direttamente in famiglia. Cosa che è stato
00:43fatto invece meno è la cura e l'attenzione per la donna, per cui sembra che solo in Piemonte
00:50le donne vengono ricoverate in ginecologia e non in reparto maternità insieme ad altre
00:55donne che invece tengono il bambino con tutta la parte psicologica annessa a questo trauma.
01:04È una scelta che stessa ancora oggi viene giudicata negativamente, soprattutto dalle donne, perché
01:10la nostra cultura è una cultura che impone alla donna di essere oltre che madre e mamma.
01:15Invece purtroppo ci sono donne che non sono in grado di fare le mamme pur essendo madri
01:21e ci sono donne che non riescono a essere madri ma che sono delle ottime mamme e quindi
01:28secondo me bisogna lavorare molto sulla cultura di che cosa è essere figli e di cosa è essere
01:35genitori. Io ho avuto la fortuna di essere adottata da piccola ma soprattutto ho avuto la
01:41fortuna di aver trovato una famiglia che mi ha amata in maniera incondizionata. Il porto
01:46in anonimato è in crisi perché i numeri ci dicono che è un forte calo, sì un po' per
01:52il calo comunque fisiologico delle nascite che c'è in questo periodo ma siccome è concesso
01:58anche alle donne stra-comunitarie senza permesso di soggiorno questi cali non sono così spiegati
02:04solo col calo demografico. Dal 2016 noi figli abbiamo la possibilità dell'interpello e quindi
02:11la possibilità di chiedere al tribunale di rintracciare la donna e di chiederle se è
02:17disponibile ad annullare l'anonimato. Al momento il 90% delle donne alle richieste ha detto no
02:26io non voglio cambiare l'anonimato e diventa un trauma anche per loro e per quelle che adesso
02:33vogliono partorire in anonimato perché molte hanno poi paura dopo 25 anni dal parto di essere
02:39ricercate dal figlio partorito. Sono non contrari assolutamente alla ricerca ma non in questo
02:47modo, secondo me dovrebbe esserci un incrocio di volontà, quindi la donna va in tribunale
02:52a professare la sua disponibilità a togliere l'anonimato e il figlio va in tribunale a dire
03:00io vorrei incontrarla. Se ci sono le due X che si incrociano allora il tribunale li va
03:06a incontrare. Diversamente stiamo mettendo fortemente a rischio una scelta che appunto c'è dal 1928
03:13che non viene diffusa. Pochissime donne conoscono questa possibilità di partorire in maniera
03:22diversa e di non tenere con sé il bambino che per me è un gesto molto responsabile, è
03:27una consapevolezza di non essere in grado, di non avere la possibilità di crescere il
03:32bambino come il bambino ha bisogno e quindi si rivolge alle istituzioni per chiedere aiuto
03:37e le istituzioni si attivano. Ma c'è dietro una storia psicologica molto forte e molto
03:43importante e queste donne dovrebbero essere accompagnate, aiutate e supportate psicologicamente
03:49anche dopo mantenendo il loro nominato.
Commenta prima di tutti
Aggiungi il tuo commento

Consigliato