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  • 2 giorni fa
Re Carlo III e la regina Camilla tornano a Roma a distanza di soli sei mesi dall’ultima volta. Ma non è la solita visita di Stato. L'aria che si respira è quella degli eventi epocali, perché gli occhi del mondo sono già puntati su domani, 23 ottobre. In quella data, il sovrano inglese, capo della Chiesa Anglicana, e Papa Leone XIV faranno qualcosa che non si vede da quasi cinquecento anni: pregheranno pubblicamente insieme. Un gesto importante, che chiude simbolicamente la ferita aperta da Enrico VIII nel 1534 e riscrive le relazioni tra le due Chiese.

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Re Carlo e Papa Leone XIV: storica preghiera nella Cappella Sistina
L'agenda di domani, 23 ottobre, è fitta. Dopo l'udienza privata mattutina con il Pontefice nella Biblioteca Apostolica, il momento clou è fissato nella Cappella Sistina. Sotto gli affreschi di Michelangelo, Re Carlo e Papa Leone XIV presiederanno congiuntamente una preghiera ecumenica per la cura del Creato. A fianco a loro, l'arcivescovo di York, Stephen Cottrell. Come ha spiegato monsignor Flavio Pace, segretario del Dicastero per la promozione dell'unità dei cristiani, «Re Carlo è anche il capo della Chiesa anglicana e ha desiderato che la visita alla Santa Sede includesse un momento spirituale di preghiera con il Papa».

[caption id="attachment_2659267" align="aligncenter" width="1024"] L'ultima visita di Re Carlo e Camilla in Vaticano, lo scorso 9 aprile: l'incontro con Papa Francesco (ANSA / VATICAN MEDIA)[/caption]

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Questo gesto non nasce dal nulla. Lo storico britannico Hugo Vickers, vicino alla famiglia reale, ha commentato sul Corriere della Sera, che si tratta di «un gesto che dice i grandi passi nel percorso ecumenico fatti nei secoli». Secondo Vickers, l'interesse del sovrano inglese è profondo e personale: «Carlo non ha mai nascosto il suo profondo interesse per la fede e il dialogo interreligioso, come dimostrò già durante la sua incoronazione nel 2023, quando volle esponenti di fedi diverse durante il rito».

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Perché questa preghiera è un evento
Facciamo un breve ripasso: nel 1534 Re Enrico VIII voleva annullare il suo matrimonio con Caterina d'Aragona per sposare Anna Bolena. Il Papa disse no. La risposta del re? Uno scisma. Si staccò da Roma, si proclamò capo della neonata Chiesa d'Inghilterra e confiscò i beni ecclesiastici. Da allora, i rapporti tra la Corona britannica e la Santa Sede sono stati complessi, per usare un eufemismo. La preghiera di oggi non cancella il passato, ma segna un punto di svolta, un gesto di riconciliazione che i predecessori di Carlo, inclusa la Regina Elisabetta II, non avevano mai compiuto in questa forma.

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A Re Carlo il titolo di "Royal Confrater"
Nel pomeriggio, la visita proseguirà alla Basilica di San Paolo fuori le Mura. Anche qui, un evento simbolico: a Re Carlo sarà conferito il titolo onorifico di "Royal Confrater", confratello reale dei monaci. Come ha spiegato monsignor Flavio Pace nella conferenza stampa in Vaticano, il legame tra la Corona inglese e la Basilica è antichissimo. «Storicamente la Basilica di San Paolo fuori le Mura e l'Abbazia benedettina hanno avuto una grande connessione con la Corona d'Inghilterra», un legame che, ha sottolineato Pace, «non è stato distrutto» dallo scisma. Nello stallo reale verrà inciso il motto "Ut unum sint" (Perché siano una cosa sola).



 










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La missione personale del re in Vaticano
Nonostante la sua battaglia contro la malattia, Re Carlo ha voluto fortemente questa visita. Come riporta Avvenire citando "insider di corte", la motivazione va oltre la diplomazia. «È qualcosa di profondamente personale per lui – dicono – non va solo a pregare: va a fare pace con la Storia». E lo sta facendo, proprio oggi.

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