00:00Benjamine Netanyahu cerca di vendere il suo piano per Gaza all'opinione pubblica israeliana ai partner internazionali e ai ministri estremisti del suo governo, ma è un compito difficile.
00:14Il premier israeliano sostiene che restano nella striscia due roccaforti di Hamas, che l'operazione Gaza durerà abbastanza poco e infine che lo scopo non è occupare per sempre la striscia, ma controllarla e affidarne l'amministrazione a un'entità che non sia israeliana.
00:29A chi, Netanyahu dice, un'amministrazione civile pacifica che non educa i suoi figli al terrorismo, non paga i terroristi e non lancia attacchi contro Israele, e quindi né Hamas né l'autorità nazionale palestinese?
00:47Secondo il premier questo è il modo migliore per finire in fretta la guerra. A contraddirlo uno dei ministri più estremisti del suo governo, il titolare delle finanze Bezalel Smotrich, con un post su X,
00:58secondo cui il premier ha dimostrato la sua debolezza perché lancia un'operazione militare che una volta di più non mira la vittoria totale, ma mette repressione su Hamas per un accordo parziale sugli ostaggi. Per Smotrich servirebbe ben altro.
01:11Sono ancora circa 50 gli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas e si calcola che una ventina siano ancora vivi.
01:18Le loro famiglie, una fetta sempre più ampia dell'opinione pubblica israeliana, protestano con manifestazioni sempre più popolose contro l'annunciata presa di controllo della striscia
01:28e in molti accusano il premier di continuare la guerra solo per salvare la sua poltrona e la sua persona dai guai giudiziari.
01:36Agli alleati internazionali Netanyahu dice che sarà solo un'occupazione temporanea, ma il suo annuncio è stato accolto da un fuoco di fila di critiche
01:44per la continuazione dell'offensiva in un territorio già martoriato dalla fame e dalle bombe
01:48e più in generale perché sottintende l'intenzione di decidere unilateralmente del futuro della striscia
01:54e dei suoi due milioni di abitanti palestinesi, senza consultare nessuno.
01:59Gaza è e deve rimanere una parte integrale dello Stato palestinese, dice Miroslav Jenka, uno dei vice del segretario generale dell'ONU Guterres.
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